Tutti i quotidiani italiani hanno riportato con grande evidenza la notizia del nuovo mega-contratto tra la Rai e Fabio Fazio (11, 2 milioni per quattro anni). Ma non solo: hanno informato che dai palinsesti spariranno tutti i programmi che potrebbero dar fastidio al manovratore parlando di politica con voce minimamente dissonante verso il renzismo imperante, primo fra tutti quello di Giletti. Più o meno apertamente tutti hanno parlato di occupazione a tappeto da parte del neo-dg Orfeo appena nominato. E il vostro vecchio Yoda si deve stropicciare gli occhi cisposi nel leggere che le osservazioni più sensate a favore del Servizio Pubblico le ha fatte Carlo Freccero, uno che del servizio pubblico se n’è sempre sbattuto ampiamente, programmando film violentissimi a qualsiasi ora del giorno della notte, come in molti hanno fatto notare a più riprese. 

Vediamo che ha detto, intervistato dal Fatto Quotidiano: “Questo Cda ha un mandato che scade tra un anno, avremmo dovuto fare contratti di non oltre dodici mesi”. Ragionamento sensatissimo, su questo il CdA è addirittura passibile di una azione di responsabilità. Al massimo potevano fare un contratto di un anno rinnovabile per altri tre, senza impegnare il CdA successivo. Freccero, per quanto del tutto scevro da preoccupazioni etiche, è un maestro del palinsesto, per cui si è detto preoccupato giustamente di questi aspetti: “Io ho chiesto che un contratto importante come quello di Fazio, per cui il dg Orfeo ha parlato di coerenza con il servizio pubblico, fosse alla base di una precisa strategia di programmazione. Faccio l’esempio clamoroso della seconda serata di Fazio programmata su Rai1. Era l’occasione per richiedere la rimodulazione della seconda serata per armonizzarla con quella di Fazio…

L’impressione è che non interessi a nessuno né la linea editoriale dell’azienda, né le sue esigenze economiche. La Rai è oggi vista in chiave propagandistica per il governo e per i partiti”. Alludendo all’eliminazione dell’Arena di Giletti, chiosa: “Certo, è un contenitore dove potevano succedere ‘incidenti’. Meglio non avere nessun problema. Ho addirittura proposto Vespa per la domenica pomeriggio, ma niente. Questi palinsesti sono disorganici. Orfeo è un giornalista competente, ma non può applicare le sue strategie dell’informazione alla programmazione, perché dimostra di non capire nulla di palinsesti. Il suo modello è il ‘panino’ dell’informazione unica, sadico con le opposizioni che disturbano la maggioranza”. Parole sante, pur dette da un superlaicone. 

Da tutto quanto succede in Rai, si capiscono sempre di più le intenzioni manipolatorie dell’informazione pubblica da parte di Renzi. Conoscendo in anticipo il cattivo risultato ai ballottaggi, ha pensato bene di sfilarsi per un po’, non partecipando alla campagna elettorale, non è più apparso in TV, limitandosi a tirare le fila dietro le quinte facendo reclutare dal governo i suoi nuovi burattini, pensando di poter riorganizzare più avanti il consenso a suo favore grazie all’azienda di servizio pubblico. Testardo com’è, ritiene che sia sufficiente continuare a stabilire l’agenda dell’informazione, anche se i risultati del suo comportamento e della sua occupazione dei mass media non gli sono serviti per niente a far vincere il Sì al referendum. Peccato che errare sia humanum, ma perseverare diabolicum. In merito Freccero ha dichiarato: “È dopo il 4 dicembre che Renzi decide di togliere la spina ad Antonio Campo Dall’Orto, ritenendo che la Rai avrebbe dovuto fare di più per il Sì…Ma il nuovo direttore generale Mario Orfeo non capisce nulla di palinsesti e la tv di Stato è manipolata dall’ex premier Matteo Renzi.” 

Visto com’è andato il referendum, è facile immaginare come andrà pure la nuova stagione. Peccato, che grazie a queste dilettantesche ambizioni, Renzi non solo non otterrà nulla (non gli dice niente l’epopea di Berlusconi che a un certo punto controllava pure sei reti?),, ma sarà anche riuscito a distruggere quel poco di credibilità ancora rimasto alla Rai. Quanto agli alti compensi degli artisti, curiosamente ora l’azienda prende le loro difese, ricordando i loro alti ascolti e quindi gli introiti pubblicitari che ne derivano. Yoda ha letto sulla rete una davvero interessante osservazione in merito: un programma non è fatto solo dal conduttore o dall’artista principale. Ci sono autori, tecnici, funzionari, costumisti, scenografi, molti costi di produzione. Quando si fanno i calcoli affermando che il costo del personaggio famoso è ripagato dalla pubblicità, bisognerebbe prima aggiungerci tutti i costi accessori, inclusi quelli temporanei e quelli fissi, oltre alla quota parte di gestione, amministrazione, produzione e trasmissione, che vanno messi a carico del suo programma. Verrebbero sicuramente fuori delle interessanti sorprese.

Inoltre, i programmi con molta pubblicità dovrebbero oggettivamente e doverosamente contribuire a sostenere un servizio pubblico che ha il canone più basso d’Europa. E c’è ancora un’osservazione, che mai viene fatta: un conto è essere programmati da una importante rete della Rai, un altro è stare su una rete secondaria, che parte da una media d’ascolto assai più bassa. Quindi se Renzi ha voluto sfidare la riprovazione popolare facendo mantenere Fazio a costi altissimi su una rete Rai di grande ascolto, evidentemente è perché sa di poter contare su un adeguato tornaconto politico da chi ha già dimostrato di sapersi inchinare prontamente al verso dell’aria che tira, mescolando abilmente alto e basso, vale a dire intrattenimento e politica. Oh, guarda, ma è proprio quello che viene negato improvvisamente a Giletti, che fa anche lui grandi ascolti raccogliendo adeguata pubblicità, senza accettare però una narrazione a senso unico… Quando si dice la coerenza!