2061: Un anno eccezionale è il film che andrà in onda su Rai 3 oggi, domenica 4 giugno 2017, una commedia a sfondo fantascientifico, prodotta in Italia nel lontano 2007 da Rai Cinema unitamente alla International Video 80 e diretta dal bravo Carlo Vanzina. Il film che si basa su un soggetto scritto dallo stesso regista insieme al fratello, è stato distribuito in Italia dalla 01 DIstributions ed è stato già programmato diverse volte sui canali televisivi italiani, sia sulle piattaforme via cavo che su quelli pubblici. Il lavoro cinematografico che vede la partecipazione del compositore Federico De Robertis che si è occupato delle partiture musicali, Il film è stato accolto abbastanza bene dalla critica cinematografica nonché al box office, garantendo un cospicuo guadagno alla produzione, guadagno amplificato finanche da un decreto che sgravava la posizione fiscale delle case di produzione. Qualche critica relativamente ad alcune frasi pronunciate dall’attore protagonista, soprattutto in relazioni ad alcune vicende passate. Location tutte italiane con predilezione del regista per alcune cittadine pugliesi, come Ostuni e Santa Cesarea Terme. Il film è uno dei primi che vede la presenza ufficiali di alcuni articoli commerciali, il fatto ha sdoganato quella che una volta era denominata pubblicità occulta.



, il film in onda su Rai 3 oggi, domenica 4 giugno 2017 alle ore 15.00. Una bella e divertente commedia a sfondo fantascientifica che è stata prodotta in Italia nel lontano 2007 dalla Rai Cinema unitamente alla International Video 80 ed è stata diretta dal bravo Carlo Vanzina. Nel cast sono presenti attori di altissimo livello, tra di essi vi è Diego Abatantuono ed Emilio Soffrizzi, buona anche la partecipazione di Sabrina Impacciatore che interpreta Mara Pronesti. Ma vediamo nel dettaglio la trama del film.



Il film si basa su un Italia in cui corre l’anno 2061, nel bel paese a causa di una crisi energetica globale la situazione politica vede una condizione pre risorgimentale, con una nazione che non esiste più nella sua unitarietà, ma che si presenta con tanti piccoli stati in perenne lotta tra di loro. Esiste ad esempio il granducato di “falce e mortadella” ma anche il “sultanato delle due Sicilie” e altri piccole contee che vedono al loro interno alcuni personaggi che pensano sempre all’unificazione, ricordando quanto era bella un’Italia unita.

In tale contesto un gruppo di patrioti che abitano nel meridione d’Italia, cercano di riunificare il paese, tra di essi si evidenzia il Professor Ademaro Maroncelli (interpretato da Diego Abatantuono). Nella loro peregrinazione verso il Nord che viene effettuata a piedi sulla ormai desolata Salerno – Reggio di Calabria, al gruppo di uniscono variegati personaggi che dicono di credere nella causa, ad esempio si unisce a loro una prostituta, una giovane donna in fuga da un reality e un cardinale proveniente dallo stato Pontificio, quest’ultimo dona loro la preziosa Gioconda, donazione che ha lo scopo di finanziare economicamente l’impresa e agevolare l’unificazione.



Il gruppo finalmente riesce a raggiungere dopo molte vicissitudini Torino, e qui a vendere la Gioconda ad alcuni agenti segreti francesi, ricevendone in cambio una grossa partita di diamanti. Tutto fallisce quando il capo della missione viene però tradito, un tradimento che di fatto mette fine all’unificazione. I traditori sono alcuni partecipanti del gruppo che nella loro presentazione agivano da infiltrati della polizia segreta, gli unici fedeli sono infatti tali Mara e Nicola, nonché lo stesso professor Maroncelli. Quest’Ultimo non trova altra soluzione che affidare i diamanti alla coppia e consegnarsi alla polizia, in maniera tale da attirare le ire della stato longobardo e salvare quel poco di missione che resta.

La trama trova l’epilogo otto anni dopo, allorquando il regista porta lo spettatore in una Torino che è ridiventata la capitale italiana, grazie soprattutto ai due superstiti e ai diamanti “guadagnati” dal professor Maroncelli, a quest’ultimo viene però dedicata al centro di Torino una grandiosa statua, per essere ricordato in maniera imperitura come uno dei primi artefici dell’unificazione italiana.