Un’inchiesta importante quella sull’acqua minerale e potabile realizzata da Report nella puntata andata in onda ieri su Rai Tre. Ne è venuto fuori che nelle sorgenti d’acqua dolce è presente, seppur in minima parte il berillio, una sostanza che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ritiene cancerogena. L’OMS lo considera un elemento “raro”, ma così non è secondo diversi studi: va dunque stabilita una soglia? Ciò che emerge chiaramente è una grande confusione anche rispetto ai parametri da rispettare di alcune sostanze, a seconda che si tratti di acque potabili del rubinetto o acque minerali. La soglia sulla quale si concorda indistintamente è quella relativa alla presenza di arsenico: il massimo consentito è di 10 microgrammi per litro, quando questo limite viene superato l’acqua viene considerata non potabile poiché si tratta di un elemento altamente cancerogeno.
Report ha chiesto di analizzare 32 acque minerali, tra le più note e tra quelle che si erano distinte in uno studio realizzato dall’università di Napoli per la presenza di alcuni valori. I risultati sono tutti nella norma, ma alcuni marchi contengono quantità più elevate di arsenico. Su tutte Levissima, raggiunge quota 6, quando il limite è 10. Meglio l’acqua San Benedetto, che ne ha 0,40, mentre la Ferrarelle 4,47. Diverse aziende hanno rifiutato di farsi intervistare, altre hanno risposto solo tramite mail. E se è vero, come ricorda Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua, che “se il limite è 10, la legge ti dice che sei nei limiti di legge”, la domanda sorge spontanea: perché allora non indicare questi valori sull’etichetta delle bottiglie? (agg. di Dario D’Angelo)
L’acqua è la principale fonte di sostentamento per l’essere umano e non si parla solo di quella potabile, ormai “concessa” a pochi, ma soprattutto dell’acqua minerale. Secondo una stima di Report del 2000, già in quegli anni l’Italia poteva contare su un vero e proprio primato: si parla infatti di 9 miliardi di litri. Facile immaginare come nel tempo questo dato sia aumentato sempre di più. In Europa, considerata la più grande consumatrice di acqua minerale in bottiglia, la stima supera i 12 miliardi di litri l’anno e questo comporta un fatturato per le società imbottigliatrici di 3,5 miliardi di euro.
Questa sera, lunedì 5 giugno 2017, Report ritornerà ad approfondire l’argomento facendo maggiormente luce sulle aziende che hanno ottenuto la concessione delle sorgenti. Quale è il prezzo da pagare per i diversi brand, fra cui Nestlè, San Benedetto, Levissima e molti altri ancora? La trasmissione di Rai 3 sonderà anche il terreno per quanto riguarda la gara pubblica a cui secondo la legge in vigore dovrebbero partecipare tutte le aziende interessate all’imbottigliamento dell’acqua di sorgente.
E proprio in merito all’acqua, il programma condotto da Sigfrido Ranucci, grazie al servizio di Claudia Di Pasquale “Chiare, fresche e dolci acque”, si preoccuperà di analizzare un campione di 32 dei marchi più famosi grazie al supporto di un Istituto inglese di grande prestigio. In sostanza, che cosa beviamo e quanto è sicura l’acqua minerale che viene immessa sul mercato? E ancora, quale è la differenza fra l’acqua imbottigliata e quella invece che sgorga dai rubinetti di tutte le case ed edifici pubblici?
Report si preoccuperà di fornire i dati ottenuti nell’appuntamento di questa sera, scoprendo se l’acqua analizzata corrisponde o no ai criteri di legge stabiliti nell’ottobre del 2011. Secondo un’analisi condotta da Altroconsumo, inoltre, brand come Norda, Sangemini, Sant’Anna e Fiuggi sono da considerarsi di qualità media rispetto per esempio all’acqua Conad e Santa Croce, risultate le migliori nel test effettuato.