La Cina è stata la protagonista indiscussa dell’inchiesta di Report firmata Giuliano Marrucci sulla cosiddetta nuova “via della Seta”. Dalla città di Chongqing, nel sud-ovest della Cina partono infatti i treni container che in 13 giorni riescono a percorrere migliaia e migliaia di km raggiungendo il cuore dell’Europa. Una svolta importantissima considerando che per collegare la Cina all’Occidente le navi impiegavano oltre 2 mesi. Un’opportunità per chiunque voglia commerciare con in Oriente, non solo acquistare, ma anche vendere le proprie mercanzie. Peccato, però, che all’interporto di Chongqing di made in Italy ci sia veramente poco. Sì, perché non si sa per quali ragioni gli italiani scelgono ancora di passare via nave da Shangai e poi lungo il fiume Yangtze. Un viaggio molto, troppo lungo, che rischia di costare caro in termini di entrate ai commercianti italiani.
Non sarebbe la prima volta, comunque, che in Italia ci facciamo sfuggire l’occasione rappresentata dal mercato cinese. Era il 1998 quanto i taiwanesi di Evergreen, oggi partnerdelle grandi aziende di stato cinesi nello sviluppo del piano della nuova via della Seta, decisero di ripristinare una banchina inutilizzata al Porto di Taranto. L’Italia si impegnò a fare opere di dragaggio, che da allora non sono state ancora realizzate portando i cinesi a guardare altrove. Quando ci sveglieremo? (agg. di Dario D’Angelo)
“La nuova Via della Seta“, questo il titolo della nuova inchiesta di Report. Il programma si occuperà del nuovo piano di investimenti che la Cina vuole realizzare in oltre sessanta paesi. Il progetto del secolo consiste in ferrovie, porti, strade, poli logistici e zone economiche speciali per favorire il trasporto delle merci. Nel dicembre del 2011 è arrivato a Duisburg, in Germania, il primo treno merci diretto dalla Cina: ha percorso oltre diecimila chilometri in tredici giorni, impiegando molto meno tempo della nave. Il presidente Xi Jinping ha già sborsato oltre 50 miliardi di dollari, ma secondo le stime degli analisti di Credit Suisse il progetto potrebbe convogliare fino a 502 miliardi di dollari nel prossimo quinquennio. “One Belt One Road“, questo il nome del progetto che combina due obiettivi del governo cinese. Il primo è sostenere la domanda delle aziende che vogliono grandi progetti infrastrutturali, l’altro è attirare sempre più paesi sotto l’influenza cinese.
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Nella nuova puntata di Report non si parlerà solo di acque minerali, pericolo atomico, CNR e diritti degli studenti disabili. Questi sono solo alcuni temi che verranno affrontati oggi su Raitre, ma Giuliano Marrucci si occuperà anche della “nuova Via della Seta”, un progetto che potrebbe rappresentare un importante fattore di sviluppo per i paesi che necessitano di infrastrutture, a patto che però venga realizzato a specifiche condizioni. Il rispetto delle condizioni di lavoro, l’equo compenso per chi viene espropriato e la sostenibilità ambientale sono alcuni di questi…
Report, dunque, farà un viaggio tra Cina, Kazakhstan, Sri Lanka, Polonia, Germania e Grecia per capire vantaggi e rischi di questo progetto che vuole ridisegnare l’ordine mondiale. Il premier Gentiloni è stato l’unico leader dei paesi del G7 a partecipare al forum internazionale che si è svolto tre settimane fa a Pechino. Cosa c’è in serbo per l’Italia?