Jerry Calà è un pezzo vivente e inossidabile del nostro Paese. Fa parte del gotha della comicità, ha avuto il merito di immortalare un’Italia che c’è stata e oggi non c’è più, quella di una generazione coraggiosa e desiderosa di vivere, di comunicare, di divertirsi; un gruppo di giovani che amava cantare sulle spiagge, piuttosto che rintanarsi al sicuro del proprio smartphone. Ecco perché lui che l’ha vissuta e interpretata, quell’epoca magnifica non può dimenticarla, anzi. Cerca di farla rivivere ogni sera quando si esibisce dinanzi ad un pubblico ogni volta diverso, consapevole che gli anni Ottanta non faranno più ritorno – scansandosi dalle tentazioni dell’attualità (reality su tutti) –  ma il loro spirito è vivo per molti, per quanto sopito. Ed è anche per questo motivo che, intervistato da Il Fatto Quotidiano, Jerry Calà non nasconde una certa nostalgia, perché alla domanda che si poneva Raf, “Cosa resterà di questi anni ’80?”, la risposta non può che essere la seguente:”Molto poco. Hanno lasciato più che altro grandi debiti. E uno strascico di entusiasmo. Quegli anni avevano una qualità, la gente aveva un’ altra energia, si buttava”.



JERRY CALÀ, UNA VITA DA LIBIDINE:”ERA MEGLIO NEGLI ANNI ’80”

“I GIOVANI SONO CAMBIATI, PRIMA PENSAVANO ALLE RAGAZZE…”

La fama da playboy di Jerry Calà è pressoché mitologica. Per questo motivo l’attore, nel delineare le differenze tra gli anni Ottanta e oggi non può non parlare del modo diverso di pensare alla vita da parte dei ragazzi:”Ora i ragazzi, anche se non proprio per colpa loro, restano in casa fin dopo i 30 anni. Ai tempi, invece, c’ era la voglia di emanciparsi molto presto, di diventare indipendenti e i nostri genitori erano meno protettivi di quelli di oggi. Parlo con cognizione perché, anche se potrei essere nonno, sono papà di un ragazzo di 14 anni. Un tempo i giovani puntavano a conquistare le ragazze, oggi sono più concentrati sulle loro bottiglione di vodka”. E le ragazze? Sono cambiate anche loro? La risposta è affermativa, parola di un grande conoscitore del genere come Jerry:”Un tempo preferivano ai ragazzi che ostentano la carta di credito per fare le bottiglie nei locali, quelli simpatici che le facevano ridere”



“I COMICI DI OGGI? L’UNICO DAVVERO GRANDE È…”

Com’è sempre capitato agli attori comici, anche Jerry Calà è stato stroncato spesso e volentieri dalla critica. Al Fatto Quotidiano l’originario di Catania ha raccontato come prese la prima bocciatura da parte della stampa:”La prima volta ho anche pianto. Scrissi una lettera a una famosa critica del Corriere che mi demolì per Vado a vivere da solo. Dopo, ho imparato a fregarmene. Aveva ragione Renato Pozzetto, il mio maestro, che mi diceva: quando cominciano a parlare bene, preoccupati”. Quel che è certo è che non c’è più una “palestra” per i comici come all’epoca poteva essere il Derby:”Quello è irripetibile. Una volta i comici erano specializzati, salivano sul palco e facevano mezz’ora, 40 minuti. Ora hanno pochi minuti: si tende a dare più importanza alla riuscita di una trasmissione che al successo di un comico. Poi ci sono anche quelli tipo Pintus che riempiono l’ Arena di Verona e parlano per ore. Ma una volta di Pintus ce n’erano tanti”. Sugli interpreti attuali di maggior successo, Jerry dice la sua: Virginia Raffaele? “Lei è tecnicamente bravissima”, ma “l’unico grande, al momento, è Checco Zalone”.



“ECCO PERCHÈ NON VADO AI REALITY SHOW”

Chi vuole godere della simpatia di Jerry Calà, oggi ha due scelte: o riguardare uno dei suoi vecchi film, o seguirlo in giro per l’Italia nello show “Una vita da libidine”. Ma in un’epoca in cui i reality show aventi i vip come protagonisti sono tanti, non è mai venuto in mente a nessuno di selezionare Jerry? La verità è che è sempre stato lui a scansare il genere, ecco perché:”Sono contrario ai reality per mia linea editoriale. Uno con la mia modesta carriera può aspirare a qualcosa di meglio che farsi vedere in mutande. Cerco di tenere quella piccola aura di icona che mi sono creato”. Questo non vuol dire che Jerry Calà mollerà la presa, anzi:”Dopo tanti anni, mi piace ancora moltissimo quello che faccio e il riscontro della gente è ancora positivo: mi vogliono bene”. Non è un caso che in arrivo vi sia Odissea nell’ospizio, un film che vede la partecipazione di grandi protagonisti degli anni Ottanta come Umberto Smaila, Franco Oppini e Nini Salerno:”Dal titolo potrebbe sembrare demenziale e invece non lo è. È una commedia del reale ed è molto attuale. A modo mio, affronto anche il tema dell’ immigrazione. Ho sentito la necessità di parlare della nostra età. Di noi, i quasi anziani che non vogliono mollare”.