CHE FINE HA FATTO VALERIA ROSSI?

In un’intervista rilasciata al magazine online Lettera Donna, Valeria Rossi confessa la sua allergia alle etichette: non le mai andata giù la definizione di “tormentone” appioppata alla sua Tre parole, il singolo a cui deve gli esordi. “È un termine che esula un po’ dalla musica, per quanto oggi se ne abusi. Per un autore è avvilente vedere il proprio brano etichettato con tanta facilità. È un’espressione che fa comodo perché si fa fatica a trovare definizioni più appropriate. Preferisco ‘brano di successo’, ‘hit’, e oggi posso dire con soddisfazione anche ‘evergreen'”. In effetti, fa notare, “Dopo tanti anni continua a piacere tanto”. Eppure è raro che un vero talento, il degno creatore di un “evergreen” sparisca così, da un giorno all’altro. “È una cosa che mi dicono spesso”, ammette Valeria. La realtà è che un successo così non poteva essere replicato, perché – come la stessa cantante fa intendere – la sua carriera ha toccato l’apice troppo in fretta. Ma adesso, al netto dei successi e degli insuccessi, di cosa si occupa?  “Lavoro in due accademie, una con sede a Grosseto e l’altra a Monza, seguo gli aspiranti artisti in tutto: dalla ricerca della consapevolezza di sé, che consiste anche nel mettere a fuoco la propria identità, alla selezione delle persone intorno. […] La cosa che preferisco fare, comunque, è scrivere canzoni”. (agg. di Rossella Pastore)



“SONO OSSESSIONATA DALLE SCARPE”

Valeria Rossi ha saputo farsi conoscere e apprezzare nei primi anni Duemila, ai tempi del tormentone metrico e musicale “Sole, cuore, amore”. Per un po’ di anni è sparita dalla scena pubblica, e quella del Wind Summer Festival è la sua prima vera partecipazione degna di nota dopo l’esordio. Ed è proprio in occasione del Wind Summer Festival che la Rossi si è lasciata andare a una serie di confessioni sulle sue piccole manie e ossessioni. “Non potrei mai andare in giro senza la mia borsa: ci metto dentro di tutto, persino la coperta di Linus”. “Per me non c’è un vero capo indispensabile; se dobbiamo dirla tutta, non sono molto pudica, e i vestiti qualche volta li considero superflui. Tuttavia, non potrei mai fare a meno delle mie scarpe da ginnastica. Sono ossessionata dalle scarpe: nonostante ne abbia tantissime, fin troppe, ne compro sempre delle altre” (fonte: Il Messaggero). (agg. di Rossella Pastore)



VALERIA ROSSI SULLE NOTE DI “SOLE CUORE AMORE”

Il suo nome è legato a uno dei tormentoni estivi per eccellenza: Valeria Rossi è ricordata soprattutto per il suo “Tre parole” del 2001, canzone che ha forse incarnato definitivamente l’essenza del tormentone estivo. Ma c’è dell’altro nella carriera della cantante romana nata a Tripoli, e lo si potrà scoprire anche sul palco del Wind Summer Festival, nella puntata di martedì 18 luglio 2017. “Dammi tre parole, sole cuore amore…” è stata la strofa che ha probabilmente segnato in maniera indelebile la carriera di Valeria Rossi. Che con il suo album “Ricordatevi dei fiori” aveva lasciato il segno con un esordio sicuramente leggero ed estremamente pop, ma al tempo stesso capace di catturare con melodie orecchiabili e giochi di parole nei testi più complessi di quanto si potesse credere, come nel secondo singolo “Tutto fa l’amore”. La hit del 2001, riproposta questa sera a Roma, è entrata di diritto nelle classifiche dei tormentoni estivi, il sito Grazia.it, lo ha inserito nei tormentoni più belli accanto ad altri successi come la Lambada e Waka Waka, di Shakira, colonna sonora dei mondiali 2010.



DAL TORMENTONE A PEPPA PIG E LE RICETTE PER I BAMBINI

Complessità e ricercatezza dei testi che nel 2004 hanno fatto di nuovo capolino con il secondo album della cantante, intitolato “Osservi l’aria” da un anagramma realizzato dal re dell’enigmistica italiana Stefano Bartezzaghi, che ha semplicemente ottenuto il titolo dell’album dall’anagramma del nome della cantante. Il secondo disco di Valeria Rossi però non ha avuto lo stesso successo del primo e, soprattutto, non è riuscito a sfornare singoli altrettanto di successo come “Tre parole”, che resta la hit più memorabile dell’artista capitolina, capace di superare le ottantamila copie vendute. Dopo “Osservi l’aria”, la carriera musicale di Valeria Rossi si è sostanzialmente fermata, ma non quella artistica con vari progetti che l’hanno vista protagonista. Ha continuato a lavorare come autrice, scrivendo canzoni per Mietta e per diversi artisti che, all’inizio di questo decennio, hanno tentato la carta di Sanremo Giovani, come Jessica Brando. Ha inoltre collaborato con Andrea Bocelli, ma l’esperienza più singolare è sicuramente quella del 2014, con la canzone composta in onore dell’amatissimo cartone animato per i più piccoli, Peppa Pig, per la quale Valeria Rossi ha inciso (sotto lo pseudonimo “Mammastar”) ‘La canzone di Peppa. Un’esperienza sicuramente apprezzata dall’artista che ha continuato a dedicarsi a progetti pensati esplicitamente per i bambini: nel 2015 è nato “Bimbincucina”, un progetto per insegnare ai più piccoli a prendere confidenza con i fornelli e capire come funziona il fantastico mondo della cucina. Musicalmente nel corso degli anni molti fans si sarebbero aspettati da Valeria Rossi una canzone capace di competere per fama con “Tre parole”, ma l’artista romana ha sempre avuto un rapporto abbastanza pudico e riservato verso il successo, come raccontato nel libro “Tre parole dopo”, che narra il suo approccio con la grande ribalta del mondo dello spettacolo e che rappresenta l’ennesimo progetto che la cantante è riuscita a sostenere fuori dal mondo della musica. Artista dunque eclettica e a trecentosessanta gradi, Valeria Rossi vivrà un momento da vero e proprio amarcord sul palco del Wind Summer Festival, nella puntata che andrà in onda martedì 18 luglio 2017. Gli affezionatissimi alla cantante avranno presumibilmente la possibilità di tornare al sedici anni fa riascoltando le note accattivanti di “Tre parole”, con Valeria Rossi che sarà comunque presente nel futuro come autrice grazie a diverse collaborazioni con artisti italiani.