Essere l’unico sopravvissuto alla strage di Via d’Amelio ha portato Antonio Vullo a dover convivere con ricordi schiaccianti, ma anche a sviluppare un grandissimo senso di responsabilità. Vullo è riuscito a portare avanti la memoria di un giorno che forse sarebbe sfuggita di mano agli stessi osservatori, mitizzando quello che invece lo stesso Vullo ha sempre definito come un atto umano ripetibile ed esecrabile, e dunque proprio grazie alla forza della memoria, prevenibile. Raramente Antonio Vullo si è aperto al ricordo di quel terribile giorno, sottolineando però anche, pur non provando rancore, come all’epoca la sensazione che Borsellino fosse condannato a morte era percepita come ineluttabile, quando qualcosa di più da parte delle istituzioni si sarebbe potuto fare. Ad ogni modo, grazie alla vicinanza della famiglia e del figlio, la vita di Vullo è riuscita ad andare avanti ed oggi si trova a condividere la responsabilità di unico testimone di una delle più efferate stragi della storia della Repubblica (agg. di Fabio Belli)