Jim Carrey, il noto attore americano più famoso per le commedie che per i film drammatici che ha invece interpretato con grandissima abilità, ha avuto anche lui la sua dose di sofferenza nella vita. Due anni fa si suicidò la sua compagna, e la cosa si trascina ancora oggi con dispute con la famiglia della donna che gli ha rivolto accuse neanche troppo velate. Inoltre soffre di depressione e disturbi bipolari. Da un po’ non lo si vede sui grandi schermi, ma Carrey ha compiuto un gesto che vale più di qualunque film. Si è infatti recato lo scorso giugno all’Homeboy Industries di Los Angeles, un centro di recupero per ex membri delle famigerate gang di latinos, retto da un sacerdote cattolico. Qui molti di loro, circa 10mila all’anno, trovano l’occasione per riscattare le loro vite macchiate di violenza e di episodi di sangue, spesso dopo aver scontato la pena del carcere, accolti e restituiti alla vita grazie anche all’offerta di lavoro che da soli non riuscirebbero a trovare. Jim Carrey ha tenuto loro un toccante discorso spiegando come “la sofferenza conduca alla salvezza”.



“Dobbiamo accettare, non negare, in qualche modo la nostra sofferenza e sentire cosa abbiamo perduto. E quindi abbiamo due scelte: andare avanti attraverso il risentimento, che conduce alla vendetta, al dolore auto imposto, a far del male agli altri. O decidere di perdonare, che conduce invece alla grazia” ha detto. “Voi avete scelto di passare attraverso la porta del perdono verso la grazia, proprio come Gesù fece sulla croce. Anche Lui soffrì terribilmente arrivando quasi al punto di rinunciare e sentendosi abbandonato, proprio come tutti voi. Ma poi prese la decisione di perdonare tutti quelli che gli stavano facendo del male e in questo modo ha aperto i cancelli del cielo per tutti noi”.



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