LO SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO E IL DUELLO CON L’EQUIPE 84
Chi era giovane negli anni sessanta sicuramente non può non ricordare i Rokes, tra i protagonisti di Techetechete, che nonostante le loro origini britanniche ebbero un grandissimo successo nel nostro paese. In Italia infatti lottarono a lungo con l’Equipe 84 per assicurarsi il titolo di gruppo beat di tendenza del periodo. La loro vita però fu breve perché nati nel 1963 si sciolsero nel 1970. Proprio in concomitanza con uno speciale Rai su di loro doveva uscire un nuovo album dal titolo ”Due ore con i Rokes”, che fu però abbandonato dall’editore che non si fidava di correre rischi verso un materiale musicale che si considerava praticamente esaurito. La decisione di sciogliere la badnd arrivò in merito allo scarso successo degli ultimi singoli usciti, ma anche per l’ambizione di Shel Shapiro di lavorare da solista. Sicuramente sarebbe stato bello vederli andare avanti ancora per un po’ per trovarci di fronte magari ad altri brani di successo.
DAL LONDRA AL FESTIVAL DI SANREMO CON LUCIO DALLA
Nella puntata di Techetechetè di oggi dedicata ai complessi ci sarà spazio per i Rokes uno dei più famosi gruppi nel periodo a cavallo degli anni ’60 e ’70. I Rokes si formarono in Inghilterra nel 1960, con il nome di Shel Carson Combo, per poi arrivare in Italia dove, nel 1964, parteciparono al Festival degli sconosciuti di Ariccia, presentando Un’anima pura. Il grande successo arrivò però con C’è una strana espressione nei tuoi occhi, grazie alla quale entrarono nella Hit Parade. Sin da questi primi pezzi cominciò a risaltare il caratteristico accento inglese che, del resto, era il marchio di fabbrica anche di Mal. Ancora più clamoroso fu però il successo di Che colpa abbiamo noi e E’ la pioggia che va, pubblicati nel 1966, che spinse la critica a definirli i Beatles italiani. L’anno successivo fu invece contrassegnato da Bisogna saper perdere, presentata a Sanremo in coppia con Lucio Dalla, Eccola di nuovo e Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi. Da questo momento, però, iniziò un rapido declino che portò infine il gruppo a sciogliersi nel 1970, dopo aver venduto oltre 5 milioni di copie e aver conteso a Equipe 84 e Camaleonti il titolo di miglior gruppo beat operante lungo la penisola. Dopo la fine del gruppo, l’unico che continuò a frequentare l’ambiente musicale fu Shel Shapiro, in qualità di produttore e autore.
I ROKES LA REUNION DEL 2015
Proprio Shapiro, in un’intervista rilasciata al Messaggero ha voluto rievocare la fine degli anni ’60 e ricordare come in fondo la vicenda dei Rokes fu del tutto casuale, tanto che i componenti del gruppo non ebbero mai l’esatta percezione di cosa stesse accadendo. Paracadutati da Amburgo a Roma e baciati dal successo, i quattro ragazzi britannici non ebbero però un impatto straordinario con una capitale, definita grigia da Shapiro. Il frontman del gruppo ha poi voluto ricordare un episodio accaduto a Matera, quando sentirono cantare i loro pezzi da un gruppo di operai, ricavandone grande soddisfazione. Ha infine parlato di politica, ricordando di essersi sempre impegnato per cercare di migliorare le cose, dovendo però constatare che negli ultimi decenni si è completamente perso il desiderio di lottare per cambiare la situazione. In un’altra intervista rilasciata a Rolling Stone, Shapiro ha invece affrontato la ricorrenza del famoso viaggio in India dei Beatles, affermando che i desideri spirituali di una volta sono ormai stati sostituiti dal web, ove si può trovare praticamente di tutto, tanto da arrivare a sostituire anche la droga, anche a livello di dipendenza. Nel 2015 il bassista Bobby Posner e il batterista Mike Shepstone hanno dato vita ad una sorta di reunion parziale, che ha dato vita a M&B The Rokes, con l’intento si suonare i pezzi più famosi della band.