La morte di Paolo Villaggio ha procurato una vera e propria ondata di emozione in tutta Italia. La giornata di lunedì è stata dedicata al ricordo, ma ora bisogna cominciare a pensare all’ultimo saluto da porgere ad un maestro della comicità all’italiana. E così sarà mercoledì prossimo, con i funerali, rigorosamente laici, che andranno in scena a Roma, da decidere ancora se in orario pomeridiano o serale, per aggirare le insidie del calcio e permettere al maggior numero di persone possibile di partecipare alla cerimonia. La location è stata individuata nella Casa del Cinema a Roma, location appropriata per un genovese doc che aveva però scelto la Capitale come città adottiva, e che attraverso il cinema è riuscito a parlare un linguaggio popolare arrivato dappertutto. Prima del funerale laico, sarà allestita anche una camera ardente, probabilmente in Campidoglio, dove amici a ammiratori dell’attore potranno porgere il loro ultimo saluto a Paolo Villaggio. (agg. di Fabio Belli).
Un evento nazionale, il lutto e i saluti per Paolo Villaggio ormai continuano da ore senza sosta: non solo Fantozzi, il grande comico e sceneggiatore genovese nel mondo dello spettacolo e nello stesso pubblico era amato e stimato in maniera incredibile, forse addirittura più di quanto si potesse pensare. Nel pomeriggio è arrivato anche il commento di Roberto Benigni, protagonista con Villaggio in uno degli ultimi capolavori di Fellini, “La voce della luna”: «Grazie caro Paolo,ti siamo debitori di una gioia immensa. La notizia mi ha avvolto il cuore di tristezza.E’stato il più grande clown della sua generazione.Un bambino spietato,rivoluzionario e liberatorio», scrive su Facebook il comico toscano, colpito dalla scomparsa del “omologo” genovese. «Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia,ci corregge;le persone anonime hanno trovato il loro signore. La persona più imprevedibile,e pura che io abbia mai conosciuto», conclude Benigni sul grande Ugo-Paolo. (agg. di Niccolò Magnani).
Dopo la morte di Paolo Villaggio è stata lanciata sulla piattaforma change.org una petizione per intitolare all’attore la Tangenziale Est di Roma, in ricordo della celebre scena nella quale Fantozzi si getta dal balcone del suo appartamento sulla sopraelevata per prendere il bus al volo e andare al lavoro. La petizione (clicca qui per visualizzarla) è indirizzata al sindaco di Roma Virginia Raggi. Intanto il mondo politico ha espresso cordoglio per la scomparsa dell’attore. Lo ha fatto, ad esempio, il comico genovese Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, sul suo blog: «Cosa abbiamo perso oggi? Un grande artista che ci rappresentava come tante dualità: esseri che seguono la corrente contorcendosi e che si ribellano all’improvviso, ma senza speranze…». Parola di vicinanza alla famiglia di Paolo Villaggio sono arrivate anche da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia: «Personalmente perdo un amico con il quale ho condiviso esperienze bellissime sul piano umano e professionale. L’Italia perde un artista geniale, che ha saputo regalare una risata a generazioni di italiani, ma ed è riuscito a far riflettere su tanti aspetti del costume, delle relazioni umane, dell’evoluzione della società nell’ultimo mezzo secolo». Anche Matteo Renzi ha ricordato il grande interprete del ragionier Fantozzi: «È stato capace di questo: portare il proprio talento in casa di tutti gli italiani, anche di quelli che non lo amavano troppo». Infine, il premier Paolo Gentiloni: «Talento comico straordinario». (agg. di Silvana Palazzo)
Intendiamoci, sicuramente da oggi in cielo si riderà molto di più, se l’ateissimo Paolo Villaggio ce lo permetterà: la morte e Fantozzi, un tema assai caro nei tanti film del passato dove il Ragioniere si immaginava la sua fine, ma non solo. In una intervista a Le Iene, il buon Paolo raccontava come per lui la morte sarebbe arrivata così: «entri per un controllo ed esci in un cassa di rovere. Io l’ho già prenotata». La sua ironia a volte sprezzante ti coglieva così, lasciandoti senza possibilità di replica: un grande, da Fantozzi e ritorno, anzi, come nel ritorno di Fantozzi. Nel suo film “Fantozzi-il ritorno” c’è la famosa scena che trovate qui sotto con l’arrivo in Paradiso del buon ragioniere che si ritrova primo davanti ai cancelli ancora chiusi e con le varie anime che protestano. Poi d’improvviso, l’angelo avvisa che le porte sono aperte ma dalla parte opposta e il povero Fantozzi, anche in cielo, si vede beffato con le porte chiuse davanti al naso appena stava per oltrepassarle. Ecco qui la realtà che supererà per una volta il cinema, con quelle porte che questa mattina si sono aperte, altro che nuvola fantozziana! (agg. di Niccolò Magnani)
Ciò che Paolo Villaggio rappresentava per l’Italia sta emergendo in queste ore, con tutti i messaggi di cordoglio che giungono dal mondo della politica e dello spettacolo in generale. A ricordarlo sono tutti coloro che con il genio della risata hanno sparito set o palcoscenici, come ad esempio la regista Maria Sole Tognazzi, che su Twitter ha scritto: “Dio che dolore fortissimo. Buon viaggio Paolo ed ora corri da lui ti prego…”. Il riferimento è chiaramente al papà Ugo, di cui Villaggio era molto amico. Il fratello Ricky Tognazzi, come scrive Repubblica.it, all’uscita della clinica romana dove Paolo è venuto a mancare ha ricordato il forte legame che lo univa al padre, definendolo “il migliore amico di papà” ed ha poi aggiunto: “È stato il re della risata, un grande. Per il cinema italiano ha rappresentato un modello di rottura della canonica commedia all’italiana. Riusciva a raccontare le cose vere in modo molto sardonico e sincero”. Un messaggio ricco di amore e dolore è poi giunto anche da Anna Mazzamauro, che nei tanti film di Fantozzi ha indossato i panni della segretaria, la signorina Silvani, della quale il ragioniere era infatuato ma mai ricambiato: “È morta anche la mia giovinezza. Fantozzi è stato l’unico uomo che mi abbia veramente amato”, ha scritto l’attrice su Facebook.
In un giorno di grande dolore per il mondo del cinema e della televisione, in seguito alla morte del mitico Paolo Villaggio, per tanti semplicemente Fantozzi, non poteva mancare l’intervento di Milena Vukotic, colei che per anni è stata Pina, moglie del ragionier Ugo. Quella con Paolo è stata una lunga carriera cinematografica che ha permesso di far nascere tra i due colleghi una duratura ed affettuosa amicizia, al punto che oggi, la Vukotic commenta: “Eravamo una coppia di fatto”. Non a caso, tra i tanti aneddoti che oggi l’attrice ricorda con tenerezza in un’intervista a Corriere.it, c’è quello avvenuto proprio a casa Villaggio, dove era attesa per una cena: “Suono alla porta, mi viene ad aprire la cameriera che, accogliendomi sorridente, sento che dice a Maura, la moglie di Paolo: “Signora, è arrivata la moglie di suo marito””. Di Paolo Villaggio e del tempo trascorso insieme, Milena ricorda con nostalgia le “cene straordinarie” con Federico Fellini e con Giulietta Masina: “Restavamo a tavola per ore”.
Nel privato Villaggio lo descrive così: “Era caustico, cinico, bizzarro e imprevedibile. Un’ironia feroce, la sua, che però nascondeva a mio avviso un suo lato misterioso, che non voleva palesare”. Fa riferimento alla fragilità ed a quella profonda malinconia che però, a sua detta, rappresentava anche il suo grande fascino. E sul suo personaggio, il più celebre, la Vukotic è addolorata per il fatto che proprio Fantozzi lo avesse ingoiato: “Ha prevalso sul suo talento di autore, sul suo carisma anche di uomo. E io sono orgogliosa di aver fatto parte della sua creazione”.
In tanti oggi, ricordano con un sorriso le tante disavventure di Fantozzi, più che un personaggio un vero e proprio fenomeno di costume e di cultura senza precedenti in Italia. A dare il volto a ciò che nell’immaginario divenne “l’italiano medio” è stato Paolo Villaggio, morto oggi all’età di 84 anni. Fantozzi nacque come personaggio dell’omonimo libro scritto da Villaggio nel 1971 e che diede il via alla carriera geniale dell’attore genovese. Un vero e proprio successo destinato a trasformarsi in film, a partire dal 1975, prima di diventare uno dei più grandi fenomeni italiani e simbolo di un’epoca e di una società in un periodo storico in cui, un po’ tutti si sono sentiti almeno una volta “Fantozzi”. A spiegare quell’enorme successo, nel 2015, in occasione della Festa del cinema a Roma e che andò a combaciare con i 40 anni dall’uscita del primo film (ne sarebbero seguiti altri nove), fu lo stesso Paolo Villaggio che asserì, come riporta oggi Agi.it: “Fantozzi siamo tutti noi. Manda un messaggio rassicurante: non abbiate paura, non siete soli ad avere questa incapacità di essere felici. In quest’Italia di m***a siamo tutti Fantozzi”.
In queste ore l’Italia tutta piange la morte di Paolo Villaggio, genio della comicità, grande attore e personaggio istrionico che aveva dato fattezze e voce ad uno dei personaggi più iconici e celebri del piccolo e grande schermo: il mitico Fantozzi. Ha ragione Rudy Zerbi quando nel salutare Villaggio su Twitter scrive: “Ciao Paolo, tu sei un Mito e i miti non muoiono”. Proprio l’hashtag #PaoloVillaggio ha scalato in pochi istanti le tendenze sul social dell’uccellino azzurro, collocandosi in cima, seguito dal suo alter ego #Fantozzi, come è giusto che sia. L’attore, come ricorda l’agenzia di stampa Ansa, di recente aveva finito di girare La voce di Fantozzi di Mario Sesti, prodotto da Daniele Liburdi e Massimo Mescia. A ricordare il grande attore scomparso all’età di 84 anni, è stato anche il premier Paolo Gentiloni, che sempre su Twitter ha espresso il suo cordoglio: “Ricordo Paolo Villaggio. Talento comico straordinario ha insegnato a generazioni di italiani a riconoscere i propri tic”. Sul medesimo social si rincorrono i messaggi di addio al Ragionier Ugo Fantozzi, complice di tante risate e incarnazione di quell’italiano medio difficile da dimenticare, come scrive l’attore Leonardo Pieraccioni: “Non c’è più il grande Villaggio. Fantozzi vive invece sempre un pochino in tutti noi”.
E’ morto Paolo Villaggio, uno dei più grandi comici italiani. L’attore è deceduto all’età di 84 anni a Roma, dove da qualche giorno era ricoverato presso il Policlinico Gemelli. A dare l’addio al padre, è stata la figlia Elisabetta Villaggio, che ha usato Facebook per l’ultimo saluto: “Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare”. Con lui, va via anche il suo alter ego, Ugo Fantozzi, l’avatar che lo stesso Villaggio aveva creato ed interpretato in ben 10 fortunate pellicole. Paolo Villaggio era nato a Genova il 30 dicembre 1932 e nelle sue interpretazioni ha voluto raccontare con “crudele ironia” i vizi della società italiana. Non solo attore ma anche scrittore, sceneggiatore e doppiatore, al cinema come in tv ha voluto portare personaggi paradossali e al limite del grottesco. Dal professor Kranz al timido Giandomenico Fracchia, passando per il personaggio che lo ha consacrato al grande pubblico, Fantozzi per l’appunto. La prima volta di Paolo Villaggio nei panni di Fantozzi risale al 1975. E’ questa la data della prima pellicola nella quale l’Italia ha fatto la conoscenza del celebre ragioniere, diretta da Luciano Salce e che nel 2008 è stata inclusa nella lista dei 100 film italiani da salvare.
Fantozzi dominò parte della sua vita artistica non solo al cinema e sul piccolo schermo. All’attività di comico si affiancò infatti quella di scrittore che Paolo Villaggio inaugurò proprio con un libro sul suo alter ego prima di proseguire con estremo successo. Sebbene Villaggio lo si abbini spesso e volentieri a Fantozzi, divenendo nell’immaginario degli italiani una sola persona, lo stesso ha ricoperto anche ruoli drammatici nel corso della sua carriera, in pellicole dirette da Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Tra i riconoscimenti per la sua lunga carriera, anche il Leone d’oro nel 1992, mentre nel 2000 il Pardo d’onore alla carriera, conferitogli durante il Festival del Cinema di Locarno. Nel corso degli anni, sono state numerose le occasioni in cui si era diffusa la falsa notizia della sua morte, fino ad oggi, quando a confermare la triste scomparsa è stata proprio la figlia. La stessa Elisabetta, lo scorso marzo aveva usato sempre Facebook per lanciare una sorta di denuncia poi diventata virale, allegata ad un’immagine che la ritraeva proprio con il padre oggi scomparso: “Non starà al meglio, certo. Ma il cinema italiano lo ha abbandonato invece mio padre c’è”. Paolo Villaggio, Ugo Fantozzi e tutti gli altri personaggi che lo hanno accompagnato nella sua lunga carriera, continueranno ad esserci per sempre.