PIERO VILLAGGIO, IL FIGLIO DI PAOLO CHE HA SCONFITTO L’EROINA ED E’ DIVENTATO SCRITTORE
Piero Villaggio è il figlio di Paolo Villaggio scomparso oggi a 84 anni. C’è però da sottolineare come il suo nome abbia generato un curioso caso di omonimia. Infatti Piero Villaggio era anche un matematico nato il 30 dicembre 1932 proprio a Genova e venuto a mancare poi il 4 gennaio di tre anni fa a Rapallo. Fu uno dei maggiori esperti nel mondo per la teoria classica dell’elasticità. Il caso curioso è dipeso dal fatto che Piero Villaggio non era uno sconosciuto di Paolo, anzi era proprio il fratello gemello dizigote dell’attore. Non sappiamo, anche se è molto probabile, se la scelta del nome Piero per il figlio sia ricaduta proprio per affetto nei confronti di suo fratello. Di certo la scomparsa di Paolo Villaggio porta ad analizzare ogni aspetto della sua vita e quindi anche quelli inerenti alla sua famiglia. (agg. di Matteo Fantozzi)
Pier Francesco Villaggio detto Piero, è terribilmente addolorato per la morte del padre così come la sorella Elisabetta. Dopo avere riferito alla stampa i dettagli del funerale di papà Paolo, in tanti sono tornati anche indietro con la mente, al libro di Piero che ha fatto tanto discutere. Nel corso di alcune interviste rilasciate nel 2016, Piero Villaggio ha raccontato della sua dipendenza dalla droga iniziata ad appena 17 anni. Di seguito, l’uomo ha precisato che, non avendo avuto mai la necessità di lavorare, per lui le cose si complicavano ulteriormente. Una parte dei “disastri” compiuti nel corso della sua vita però, proprio lui li attribuiva a Paolo Villaggio, suo padre: “Il confronto con un artista ingombrante come mio padre mi ha inevitabilmente condizionato. Non mi sono mai sentito all’altezza ed è forse per questo che oggi mi ritengo insoddisfatto”, ha confessato. In queste ore però, Pier Francesco Villaggio ha dentro un dolore che, da adesso lo accompagnerà ancora per molto tempo. Contrariamente a ciò che ha provato il pubblico in questi anni, Piero ha faticato moltissimo a provare della simpatia nei confronti del padre. Ed intanto, sempre sul sito di Vanity Fair, ci strappa un sorriso il fatto che Paolo avesse comunque letto il libro: “Sì, l’ha letto. Gli è piaciuto ma voleva darmi dei consigli. L’ho ringraziato ma gli ho risposto che credevo fosse la persona meno adatta a darmi delle indicazioni in questo frangente”. Ancora una volta, il mitico “Ugo Fantozzi”, ha dato dimostrazione di intelligenza ed ironia e, anche il figlio ne era perfettamente consapevole. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
L’ironia di Piero Villaggio è sicuramente un dono che gli ha regalato suo padre Paolo, morto nella giornata di oggi per complicazioni. Le complicanze del diabete curato poco e male, l’hanno portato alla fine del suo viaggio, con 84 anni di vita alle spalle, tra carriera, successi e vita privata. “Aveva il diabete e si è curato poco e male” ha riferito la figlia Elisabetta. Paolo Villaggio infatti, era stato ricoverato prima al Gemelli dal 14 maggio fino al 9 giugno e poi spostato nella struttura di Collina Fleming. “Un mese e mezzo fa abbiamo fatto una serata a Capodistria”, ha ricordato il figlio Pierfrancesco, “poi ha avuto una forte infezione determinata dal diabete”. Mercoledì 5 luglio, si celebrerà alla Casa Cinema di Roma una cerimonia laica e, successivamente, verrà allestita la camera ardente in Campidoglio. A darne indicazione, sempre Piero ed Elisabetta, i suoi figli. Pier Francesco (detto Piero) Villaggio però, tra le pagine del suo libro aveva definitivo il padre: “assente, egoista, megalomane” e, se ci pensate bene, queste sono caratteristiche che accompagnano grande parte di personaggi istrionici del mondo del cinema. Sempre Piero, in una intervista rilasciata a Vanity Fair nel febbraio 2016, aveva raccontato: “È molto difficile relazionarsi con lui, è una persona molto invadente ed egocentrica, come quasi tutti quelli che fanno il suo mestiere. La prima volta che sono riuscito a parlargli liberamente risale all’incirca a dieci anni fa, prima di allora non avevamo mai avuto una relazione padre-figlio canonica”. Piero affermava anche di trovarlo egoista anche con quasi 84 anni alle spalle e, nell’intervista del 2016 rimarcava la malattia del padre: “Ha il diabete e, avendo condotto una vita molto sregolata, i segni della vecchiaia sono tutti visibili. La rabbia che ho nutrito per anni si è quasi trasformata in tenerezza”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
Pier Francesco Villaggio, detto Piero, è un uomo che ha sofferto molto per il “peso” che suo padre aveva nella sua vita. Del resto, essere figli di genitori famosi, non sempre può essere un bene e, di fronte alla gente che ipotizza solo “uscite di sicurezza facilitate”, soldi e raccomandazioni, si nasconde anche la responsabilità di volere costantemente essere all’altezza del ruolo che i nostri genitori ricoprono nel mondo. In Italia, durante l’era “Fantozziana”, non andava bene proprio a tutti. Paolo Villaggio conquistava estimatori anno dopo anno diventando parte integrante del patrimonio nazionale italiano e, nel frattempo, suo figlio stava poco bene. Non bisogna dare la colpa a nessuno, specie adesso, specie in questi casi. Nel 1986, si scoprì che Piero aveva problemi con la droga e, in un contesto dove Fantozzi rappresentava il prototipo dell’uomo medio con un lavoro base e una vita carica di frustrazioni, quasi era difficile discostare il personaggio dalla persona e, per il mondo Paolo Villaggio era “Fantozzi” anche nella realtà, sposato con Pina e con una figlia dalle sembianze piuttosto scimmiesche da rendere “umana”. Nel 1986 però, i problemi di droga del figlio di Paolo Villaggio, lo condussero fino all’arresto. Molti anni dopo, Piero Villaggio ha deciso di raccontare la sua storia, forse per esorcizzarla e così, per Mondadori è uscito “Non mi sono fatto mancare niente”, il suo racconto di una vita tra i Parioli e l’India, da Los Angeles a San Patrignano, per una “sceneggiatura” che potrebbe facilmente diventare un film. Un dolore dietro l’altro quindi e, oggi, sicuramente il più grande e forte in assoluto: la perdita del padre. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
Un grave lutto ha colpito l’Italia del piccolo schermo, Paolo Villaggio ci ha lasciati da 84 anni. Mentre tutti dicono addio al famosissimo e molto amato ragionier Fantozzi, il figlio Piero (che all’anagrafe è Pier Francesco Villaggio) silenzia nel suo dolore, senza alcuna frase social come è ormai consueto in questi casi. D’altronde lui stesso ha dichiarato che i rapporti con suo padre Paolo sono sempre stati complicati così come lo è stato la sua vita affranta sin da giovanissimo per la dipendenza da eroina: “Il mio rapporto con l’eroina è cominciato prestissimo, avevo 17 anni. La mia passione è stata quasi interamente consumata dalla dipendenza. Se a questo aggiungiamo il fatto che non ho mai avuto necessità di lavorare per mantenermi capirà che è stato difficile trovare la mia strada”. E Piero, a Vanity Fair, ha anche addebitato qualche responsabilità alla figura paterna: “Il confronto con un artista ingombrante come mio padre mi ha inevitabilmente condizionato. Non mi sono mai sentito all’altezza ed è forse per questo che oggi mi ritengo insoddisfatto”.
Mentre Elisabetta Villaggio ha annunciato la morte del padre Paolo con un messaggio su Facebook, il fratello Piero non ha ancora rilasciato dichiarazione. Paolo Villaggio, padre di tre figli, con Piero ha avuto il rapporto più difficile. Piero, infatti, ha avuto gravi problemi di droga da cui, fortunatamente, è riuscito ad uscire. Tuttavia, l’uomo non ha mai nascosto di aver sofferto il rapporto con un padre ingombrante e sempre impegnato sul set. Mentre Paolo Villaggio conquistava la fama nei panni del ragionier Ugo Fantozzi, Piero si buttava nella droga arrivando anche a fare uso di eroina. Una vita difficile che ha reso ancora più problematico il rapporto con il padre Paolo a cui si era riavvicinato negli ultimi anni. In questo giorno di dolore per la famiglia Villaggio, Paolo ha scelto di restare in silenzio almeno per oggi. Deciderà di parlare e dire addio al padre nelle prossime ore? (Aggiornamento di Stella Dibenedetto).
Il rapporto con un padre ingombrante – Piero Villaggio non ha ancora rilasciato dichiarazioni sulla morte del padre Paolo, scomparso oggi a 84 anni dopo giorni di ricovero presso il Policlinico Gemelli di Roma. Piero Villaggio ha sempre avuto un rapporto difficile con il padre. Il confronto con il genitore artista, infatti, è stato ingombrante e ha condizionato tutta la sua vita. “Il confronto con un artista ingombrante come mio padre mi ha inevitabilmente condizionato. Non mi sono mai sentito all’altezza ed è forse per questo che oggi mi ritengo insoddisfatto”, aveva confessato lo scorso anno Piero ai microfoni di Vanity Fair. Trovare la strada per Piero Villaggio non è stato affatto facile. I problemi economici, infatti, sono stati quelli che lo hanno condizionato maggiormente: “Il mio rapporto con l’eroina è cominciato prestissimo, avevo 17 anni. La mia passione è stata quasi interamente consumata dalla dipendenza. Se a questo aggiungiamo il fatto che non ho mai avuto necessità di lavorare per mantenermi capirà che è stato difficile trovare la mia strada” (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
Piero Villaggio, il figlio del grandissimo Paolo, morto oggi a 84 anni, non ha avuto la classica infanzia felice. Nonostante un papà famoso, il piccolo Villaggio ha avuto una vita davvero difficile. Mentre Paolo Villaggio spopolava al cinema con Fantozzi, diventando uno degli attori più amati dagli italiani, Pier Francesco Villaggio combatteva la sua personale battaglia contro la droga. A 17 anni ha cominciato a drogarsi e per ben sette anni è stato vittima dell’eroina. Una vita volta all’autodistruzione quella di Piero Villaggio i cui problemi di tossicodipendenza balzarono agli onori della cronaca nel 1986 quando lo portarono all’arresto. La vita di Piero Villaggio non è stata come quella di tanti figli vip. La sua esistenza è stata un viaggio a tappe che dai Parioli l’ha portato all’India e da Los Angeles a San Patrignano. Nonostante i gravi problemi di droga e la reale possibilità di non uscire più dal tunnel, Piero Villaggio è riuscito a riprendere in mano la propria vita e a raccontare tutta la sua esistenza in un libro.
Nell’opera “Non mi sono fatto mancare niente”, Piero ha raccontato la sua travagliata esistenza ed è stato ingeneroso verso se stesso ma anche nei confronti del padre, Paolo Villaggio, che definisce assente in quel periodo. “Ho lottato contro la mia dipendenza, mio padre in quel periodo pensava al lavoro ed era assente”, raccontava Piero nel 2016. Il rapporto tra Piero e il padre Paolo non è mai stato semplice. I due non sono mai riusciti a parlarsi. Piero soffriva l’assenza e la popolarità di Paolo che, a sua volta, sentiva di non doversi comportare come un padre amorevole nei confronti di un figlio maschio che avrebbe dovuto trovare in se stesso la forza di vivere. Una relazione complicata quella tra padre e figlio che ha portato entrambi ad interrogarsi sui motivi dei rispettivi atteggiamenti. La svolta è avvenuta dieci anni fa quando i due, per la prima volta, sono riusciti a parlarsi. “Relazionarsi con lui è molto difficile. È una persona molto invadente ed egocentrica, come quasi tutti quelli che fanno il suo mestiere. La prima volta che sono riuscito a parlargli liberamente risale all’incirca a dieci anni fa, prima di allora non avevamo mai avuto una relazione padre-figlio canonica”, raccontava lo scorso anno Piero a Vanity Fair. Oggi, Piero Villaggio dice addio per sempre a papà Paolo.