RICORDI DI GIOVENTÙ
L’inquietudine, per Piera Degli Esposti, è “il timore che l’orizzonte porti con sé soltanto brutte sorprese. Per questo, come tutti, odio la vecchiaia: la bambina che è in me vede il tempo in cui vive e non gli anni che ha”. Con l’anagrafe, in effetti, non ha mai avuto un buon rapporto: “Sono nata nel 1938, sui documenti risulto venuta al mondo nel ’39, ma non mi sento una creatura anagrafica e non ho mai desiderato esserlo. Non vado d’accordo con l’età che ho e coltivo un buonissimo rapporto con le persone che mi circondano. Da ragazza ero schiacciata dai doveri e dagli incontri obbligati, oggi mi orientano i piaceri. Esco fuori a cena quasi tutte le sere e sono contenta. Non ho mai amato restare da sola, soprattutto con l’oscurità, forse per lo spavento che la morte mi sorprenda proprio lì, di notte”. Nemmeno rivangare il passato è un esercizio che le piace: “Ricordare è faticoso, doloroso, quasi masochistico”.
IL RAPPORTO CON LA FAMA
Riguardo al successo, ammette di meravigliarsi ogni volta che qualcuno la riconosce per strada: “Non sono popolare come Vasco Rossi, ma quando mi fermano per una fotografia o per un bacio, mi scopro felice. È come tornare indietro all’epoca in cui ero piccola e le amiche di mia madre dicevano: ‘Ma come è cresciuta, come è diventata bella’”. La notorietà le piace: “Non per denaro, né per fama, ma perché non posso fare a meno della conversazione e amo la gente. Amo essere desiderata. Sono più nota adesso di quando facevo teatro. E quando mi riconoscono come una di famiglia, magari per una serie tv, mi sembra di essere in un tinello mentre durante la cena, sullo schermo, passa la mia faccia”. E chissà se lei stessa si riconosce ancora, nello specchio: “In una società che si è votata al lifting e alla metamorfosi delle facce e dei corpi, ho conservato il mio volto senza deturparmi. Si rimane giovani o ci si illude di farlo soltanto con la testa, non con le plastiche”.
LA GUERRA DI PIERA
“A me la vita piace molto, anche se è spesso attraversata da giorni di pioggia. Ci abituiamo alle stagioni e ci abituiamo agli imprevisti. Consapevoli. Dritti contro il vento. Senza disamore alcuno”, dichiara nostalgica. Qualcuno l’ha chiamata “La guerra di Piera”: “È carino, ‘La guerra di Piera’. Ma la verità è che io ho creduto al mio talento. Visto che nessuno ci puntava una lira, se non l’avessi fatto nemmeno io non sarei andata avanti di un solo passo”. A dispetto delle lusinghe (per De Filippo era il “verbo”, per i fratelli Taviani “la più umile delle muse”), la Degli Esposti è riuscita a salvarsi dalla presunzione: “Sono una persona che ha paura ed molto difficile che una persona che ha paura possa essere presuntuosa. La lotta con la paura mi impone un ordine che ho stabilito io stessa, nella mia casa, nel mio lavoro, nella mia vita di tutti i giorni. Un ordine che mi trattiene dal finire come in quel bellissimo film di Polanski, Repulsion, con il caos che si impossessa lentamente della casa e Deneuve, la protagonista, che fluttua nell’appartamento sola e senza mèta con i piatti sporchi ovunque fino ad impazzire. Io voglio altro. Voglio che il disordine che ho nella testa si proietti fuori e diventi coraggio”.