Un Renzo Arbore che piange a dirotto quello che ieri ha lasciato la clinica romana Paideia dove poche ore prima se n’era andato Paolo Villaggio, il suo amico e collega per oltre 40 anni nel mondo dello spettacolo che li legava molto più di quanto poteva sembrare. A fatica riesce a tirare fuori le parole, anche se nel corso delle prime domande dei cronisti sembra recuperare un attimo di “lucidità”: «se ne va un amico, avevo per lui una ammirazione sconfinata. Era un inventore di comicità», spiega il grande Arbore nei confronti del grande Villaggio. Secondo l’inventore di “Quelli della Notte” il ragionier Fantozzi ha lasciato un segno indelebile nell’Italia dello spettacolo e non solo, «è una perdita gravissima e ci mancherà uno come lui. Io gliel’avevo detto mille volte, dovevamo fare i vecchi insieme ma lui mi diceva, “sarai vecchio tu!”», conclude con le lacrime ancora in volto l’amico Renzo.
“Paolo Villaggio era tutt’altro che una macchietta, ma fu un vero pensatore”: le parole di Barbara Palombelli, amica intima del grande attore e della figlia Elisabetta, appaiono così oggi nella lettera indirizzata a Dagospia. La moglie di Francesco Rutelli esprime così tutto quanto riferito ieri nell’incontro personale con la figlia di Paolo Villaggio, che le ha addirittura permesso di dare un ultimo saluto dopo la morte alla Clinica Paideia. «Paolo sembra un sacerdote indiano, rilassato e sereno; spero che qualcuno lo ricordi come un grande pensatore del Novecento, non come una macchietta comica. Oggi, sfogliando i quotidiani, scopro che invece sono pochissimi quelli che hanno capito la dimensione vera del personaggio che ieri ci ha lasciato», scrive la Palombelli, ribadendo che alle università italiane si dovrà studiare ancora per molto Fantozzi, “c’è tantissimo da capire e da studiare ancora”…
Da che mondo e mondo, un necrologio è una delle forme più austere e seriose per salutare un parente, una personalità (proprio come Paolo Villaggio) o un semplice amico sulle colonne dei giornali di carta. È chiaro che oggi, con la crisi del cartaceo, è un fenomeno magari utilizzato di meno, ma pur sempre presente. Ebbene, Renato Pozzetto ha voluto utilizzare in forma volutamente “retrò” il necrologio rieditato però in piena forma “comica”. Le “comiche” di Villaggio e Pozzetto è stato uno dei film di maggiore successo dei due attori e amici stretti che per anni hanno collaborato e vissuto insieme migliaia di ciak. «Ciao Paolo. Ci vediamo là, salutami gli altri – Renato». Breve, essenziale e terribilmente geniale: il buon Pozzetto ha voluto ricordare così il suo amico Paolo, immaginando probabilmente il dolore forte per una persona compagna di una vita professionale. Ecco qui un bel dolce ricordo dei due insieme, tra un renziano e l’ennesima… comica!
Aveva da poco finito di girare “La voce di Fantozzi”, è l’ultimo film di Paolo Villaggio che verrà distribuito nei prossimi mesi ma che di fatto riporta come “testamento” proprio quel personaggio del ragionier Ugo Fantozzi sotto una veste particolare, quasi documentarista. Con la regia di Mario Sesti infatti “La voce di Fantozzi” omaggia il super-ragioniere più amato d’Italia, con l’attore che ha scritto di suo pugno i nuovi dialoghi per alcuni dei personaggi più famosi del mondo fantozziano, dalla Pina al Megadirettore. Un film che racconta la maschera comica di Paolo Villaggio con le testimonianze di alcuni dei più grandi in Italia, da Lino Banfi a Fiorello, da Renzo Arbore a Maurizio Costanzo, fino ad un compagno che lo ha lasciato non molto tempo prima, Dario Fo. Le inquadratura sono realizzate, quando è in scena Fantozzi, direttamente a casa sua, con il film in questo momento in fase di realizzazione ed edizione.
Paolo Villaggio ha lavorato anche per Mediaset e per la famiglia Berlusconi, anche se di certo non condivideva un solo grammo della parte politica poi scelta dagli Anni Novanta in poi dal “pater-familiae” di Arcore. Eppure oggi sul Giornale appare una lettera forse tra le più interessanti e le meno banali scritte per quel comico così dannatamente centrale nella vita degli italiani dagli anni Sessanta per almeno 30 anni. «Caro Paolo, ora in cielo starai facendo sorridere gli angeli. Ma a noi, su questa terra, mancherà il tuo modo di prenderti e prenderci in giro, la tua maschera da commedia dell’arte, che sembra ingenua e spensierata ma in realtà inchioda i nostri vizi e le nostre debolezze», inizia così lo scritto per Villaggio dell’ex Cavaliere che col passare delle righe acquista originalità, «Sono orgoglioso di averti avuto nella nostra squadra. Eppure non eri privo di difetti. Non userò con te la vecchia regola latina de mortuis nihil nisi bonum: hai troppo senso dell’umorismo per apprezzarla. Per esempio diciamo che non eri un modello di precisione. Ma avevi un modo talmente simpatico di farti perdonare che non era possibile arrabbiarsi con te» e qui Berlusca cala l’aneddoto come un asso nella manica, facendo un grande omaggio al mitico Paolo-Fantozzi-Fracchia.
«Una volta avevi mancato una scadenza importante per una produzione, mettendoci in difficoltà, e da contratto rischiavi una multa salata. Non dimenticherò mai quando ti vidi entrare carponi nella mia stanza abbracciandomi una gamba per chiedere perdono con la inconfondibile voce di Fracchia: «Sire, pietà!». Non provai nemmeno a far finta di essere arrabbiato. Non ci fu nessuna multa, anzi finì con un abbraccio».
Anche Antonio Ricci, il papà di Striscia La Notizia, ha voluto commentare la notizia della morte di Paolo Villaggio, il grande attore comico italiano che sarà ricordato per sempre come il ragionier Fantozzi. E c’è una sorta di coincidenza che mette i brividi – chiamatelo pure destino – a segnare la morte di Paolo Villaggio, ce lo dice Antonio Ricci:”Quando morì Fabrizio De André, Paolo mi confessò di essere molto invidioso di quel funerale, scherzavamo spesso sulla morte e su tutte le bufale che annunciavano il suo decesso, alcune senz’altro messe in giro proprio da lui. Stai morendo a rate, gli dicevo. L’ultima volta che l’ho sentito, mi ha confessato: Ho deciso di morire d’estate. D’estate succedono meno cose e c’è più spazio sui giornali e nei palinsesti tv. Così ha fatto, ma sarà vero?”. Un desiderio esaudito insomma, ma c’è di più: canale Nove, ieri ha trasmesso in prima serata “Fantozzi in Paradiso”. Una scelta studiata per omaggiare l’attore Villaggio nel giorno della sua scomparsa? No, il film era in programmazione da tempo. Chiamatele coincidenze, o destino, se preferite…(agg. di Dario D’Angelo)
Molti film insieme ma uno su tutti divenne storia: per Paolo Villaggio e Lino Banfi “Fracchia la belva umana” ha rappresentato un vero e proprio cult, con il commissario Auricchio in tipica macchietta “banfesca” e il timido Fracchia che invece rappresenta il secondo personaggio più amato dal pubblico dopo Fantozzi per il comico genovese. Con un bellissimo post su Facebook il buon Lino ha voluto salutare il suo vecchio amico: «Caro Paolo l’avventura comincia ad essere dura anche per me, insieme abbaiamo fatto ridere tutta l’Italia», scrive il comico pugliese non senza commozione, la immaginiamo, sulla tastiera. «Ora tu prepara il set per far ridere anche quelli lassù , poi ci vediamo, ma senza fretta…ah hai gia’ cominciato? ..condinua condinua!!», conclude Lino Banfi, facendo riferimento proprio al commissario Auricchio e a quel due comico che ha fatto sognare l’Italia nella “Belva umana”. Un Lino in lacrime per la scomparsa dell’amico e per il tempo che passa per tutti, lui compreso, che infatti mette avanti le mani: “oh, io non sono ancora pronto, caro Paolo trattienili più che puoi”, sembra dirli il nonno Libero più amato d’Italia.
Era ateo e per questo anche i funerali sono in forma rigorosamente laica, come voleva lo stesso Paolo Villaggio. La famiglia ha fatto sapere ieri che la cerimonia si terrà domani alla Casa del Cinema di Roma, simbolicamente un modo di ribadire tutta quell’importanza che le opere di Fantozzi (e non solo) rappresentano e hanno rappresentato per l’intero cinema italiano. Domani mattina, sarà disponibile la camera ardente in Campidoglio dalle 9.30 per poter dare un ultimo saluto all’attore amato dall’Italia intera. I funerali laici saranno in serata di mercoledì, come hanno spiegato i figli poco fa all’Ansa: alle ore 16.30 invece tutti alla Casa del Cinema per un celebrazione laica a cielo aperto, sono tutti invitati. Come del resto lo stesso Paolo Villaggio spesso scherzava riguardo la sua morte, la cerimonia laica era l’unica possibilità visto che «Se devo avere un funerale in chiesa – confidava scherzando il ragionier Fantozzi ai figli – lo voglio a San Pietro».