La morte di Paolo Villaggio, per quanto si sapesse che il mitico Fantozzi non fosse ultimamente al top della forma, ha colto impreparati gli italiani, come spesso succede quando un grande ci abbandona. Chi viveva da tempo la malattia di Fracchia, e aveva imparato a convivere con il suo rifiuto di curarsi, sono invece i figli. E tra questi anche Pierfrancesco, per tutti Piero, il quale, come riportato da Adnkronos, ha spiegato quand’è che il papà ha iniziato ad avere i problemi di salute che poi lo hanno portato a morire:”Un mese e mezzo fa abbiamo fatto una serata a Capodistria poi ha avuto una forte infezione determinata dal diabete”. Simpatico comunque scoprire che Paolo Villaggio ha mantenuto la sua verve fino alla fine:”Come vorrebbe essere ricordato? Con un funerale a San Pietro. Lo diceva spesso scherzando se devo avere un funerale in chiesa, lo voglio a San Pietro”. (agg. di Dario D’Angelo)



Non mi sono fatto mancare niente: è il titolo del libro di Piero Villaggio, figlio di Paolo,  nel quale l’erede maschio di Fantozzi lo accusa di essere il responsabile di gran parte delle sue sfortune, in primis la sua tossicodipendenza. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, Piero ammise di essere comunque conscio che la Mondadori aveva accettato di supportare il suo progetto grazie al cognome paterno:”Ho creduto a lungo che non interessassero a nessuno ma mia moglie mi ha convinto a proporre i miei racconti ad un editore. La Mondadori ha creduto nel progetto ma sono consapevole che se non mi chiamassi Villaggio l’interesse non sarebbe lo stesso”. E come reagì Paolo Villaggio di fronte alle accuse che gli venivano mosse nel libro? Ovviamente, a modo suo:”Gli è piaciuto ma voleva darmi dei consigli. L’ho ringraziato ma gli ho risposto che credevo fosse la persona meno adatta a darmi delle indicazioni in questo frangente”. (agg. di Dario D’Angelo)



Nonostante gli attriti del passato con papà “Fantozzi”, anche Piero Villaggio non ha potuto accogliere positivamente il sopraggiungere della morte del padre. Un genitore definito ingombrante da parte di Piero, che nel libro “Non mi sono fatto mancare niente” arriva ad auto-definirsi un “fallito”, forse anche a causa del continuo paragone con il padre. Ecco le parole di Piero Villaggio, rilasciate soltanto qualche mese fa a Vanity Fair:”È vero, ho amato lo studio e la fotografia ma la verità è che non sono mai stato coerente e se sposti la sua attenzioni di continuo non approfondisci mai quello che sai fare veramente. Nella vita ho imparato che le soddisfazioni non dipendono necessariamente dal fatto di diventare dei numeri uno, come pensa lui (Paolo Villaggio, ndr). Altrimenti le persone felici sarebbero pochissime”. Dunque il rapporto tra Paolo e Piero non è stato “idilliaco”, ma il confronto – alle volte esasperato – tra i due ha fatto sì che il figlio sviluppasse una personalità autonoma e distinta da quella ingombrante del papà. (agg. di Dario D’Angelo) 



Nel giorno della scomparsa di Paolo Villaggio, attore tra i più amati in assoluto in Italia, viene di nuovo analizzato il rapporto con il figlio Piero, difficile e fra tanti alti e bassi, soprattutto nel periodo in cui l’attore è stato più attivo. Piero Villaggio non ha mai nascosto le difficoltà nel relazionarsi a un padre non solo famosissimo, ma anche megalomane e molto invadente, capace di dare pochi consigli, molti giudizi e poca comprensione. Quando all’età di 17 anni Piero Villaggio è caduto nel tunnel dell’eroina, questo ha finito per consumare tutte le sue energie, senza riuscire a trovare una propria strada che solo in età adulta è stata percorsa in maniera convincente dal punto di vista artistico, con la realizzazione di un libro proprio sul rapporto col padre Piero. Solo negli ultimi anni il rapporto è riuscito a migliorare in maniera significativa.

La malattia del padre, che secondo il figlio Piero non ha mai avuto grande interesse a curarsi ed ha finito con il pagare carissime le conseguenze del diabete, ha influito sul miglioramento del rapporto tra Paolo Villaggio ed il figlio Piero. Tanto che proprio Piero ha affermato come sia riuscito ad instaurare un vero e proprio dialogo con il padre solamente negli ultimi anni della sua vita, in particolare 10 anni fa, quando Paolo Villaggio aveva già 74 anni. La rabbia e il rancore per l’assenza di Paolo Villaggio come futura paterna e le molte incomprensioni, hanno lasciato spazio in Piero Villaggio per una tenerezza che ha addolcito almeno gli ultimi anni trascorsi assieme al padre. E alla fine l’egoismo ha lasciato spazio a un riavvicinamento, anche se Piero Villaggio ha comunque sempre mantenuto una certa distanza da un padre da lui stesso definito “una figura troppo ingombrante”. Alla fine il figlio di Paolo Villaggio ha affermato di ripensare con un certo rimpianto agli anni della sua giovinezza, e si è definito sostanzialmente insoddisfatto.