Forse qualcuno dei nostri tanto rari quanto amati lettori si è accorto che in Italia la macchina della riscossione fiscale è cambiata? Nooo? Invece, da sabato 1° luglio, la nuova Equitalia è una realtà operativa. Con quali modalità? Prima della riforma, per poter arrivare al pignoramento dei conti correnti, la vecchia Equitalia doveva effettuare diversi passaggi all’Agenzia delle Entrate per consultare l’anagrafe tributaria e dei rapporti finanziari dei cittadini italiani. Un’operazione che richiedeva tempi lunghi. Ora che è nato un unico ente esattoriale, ribattezzato Agenzia delle Entrate-Riscossione, le procedure si fanno più dirette e tempestive. Del resto, l’obiettivo dichiarato della nuova Equitalia è proprio quello di contrastare con la massima efficacia e la massima deterrenza qualsiasi comportamento elusivo o evasivo (fiscalmente parlando, ovvio). Così, se fino a fine giugno per arrivare al pignoramento servivano più di 60 giorni, oggi la confisca scatta fulminea come Usain Bolt dai blocchi di partenza in una finale olimpica dei 100 metri.
In buona sostanza, la nuova strategia punta ad accorciare sensibilmente l’iter degli atti notificati prima di giungere al sequestro dei beni del contribuente “non compliance”. Di quali atti parliamo? In sintesi, sono diventati quattro: 1) cartella di pagamento; 2) avviso bonario; 3) sollecito di pagamento; 4) avviso di intimazione. Anche la procedura è cambiata. E noi come facciamo a saperlo? Grazie a informazioni in nostro possesso, relative al primo intervento effettuato proprio a inizio luglio, i fatti, stando ai verbali della neonata Agenzia delle Entrate-Riscossione, si sono svolti a grandi linee come descritti qui sotto. Il nostro elaborato, improntato a uno stile vagamente hollywoodiano, forse spettacolarizza un po’ la scena, ma a solo vantaggio di eventuali futuri potenziali evasori, a cui consigliamo vivamente la lettura.
Sabato, 1° luglio 2017
È un tranquillo sabato mattina a un mese esatto dalle agognate ferie estive. Il campanile della chiesa ha appena scoccato i suoi nove rintocchi. Sono da poco passate le 8:30. Da un quarto d’ora, sopra la ridente cittadina di Lurago Marinone (2.547 anime a pochi chilometri da Como) si sente volteggiare un elicottero. Sorvola il borgo a volo sempre più radente, si intuisce che sta puntando un punto preciso, forse una villetta a schiera della zona residenziale e più moderna. In quel mentre, lungo il viale sterrato che conduce alla suddetta villetta, sbuca una Pandina azzurra. Dalla piccola utilitaria Fiat se ne esce un omino vestito di grigio; in mano tiene una grossa cartella nera.
Omino vestito di grigio: “Buongiorno signor Mascheroni, come sta? E la sua signora? Guardi, a un nostro accurato controllo, risulta che lei non ha pagato, in data 1° maggio 2017, il pedaggio dell’autostrada Pedemontana nel tratto compreso tra Cassano Magnago e Lomazzo. Sono in tutto euro 3,08. Ecco tutta la documentazione (è il primo atto della nuova riscossione: la consegna della cartella esattoriale). Che fa, signor Mascheroni, paga subito in contanti? (intanto l’omino vestito di grigio gli mette amichevolmente una mano sulla spalla). Mi dia retta: paghi e non ci pensi più. Mica vorrà farsi pignorare questa bellissima casa, vero?” (secondo atto: l’avviso bonario).
Signor Mascheroni: “Guardi, adesso sto imbiancando casa e non ho spiccioli in tasca. Passerò senz’altro all’Agenzia delle Entrate la prossima settimana…”.
Omino vestito di grigio: (visibilmente alterato) “La prossima settimana? L’Agenzia deve aspettare addirittura sette giorni? Signor Mascheroni, eludere, peggio ancora, evadere è un comportamento assai disdicevole e nuoce pure alle casse dello Stato. Le chiedo con fermezza di saldare, subito e celermente, il suo debito con il Fisco” (terzo atto di notifica: il sollecito di pagamento).
Signor Mascheroni: “Senta, le ho già detto che adesso non posso. E poi ho 60 giorni di tempo per pagare…”.
Omino vestito di grigio: (imbracciando un megafono e dopo averlo portato alla bocca, con vocina stridula da impiegato del catasto) “Lei vuole opporre una coriacea e dilatoria resistenza fiscale? Peggio per lei! Sappia che da questo momento, in base alle nuove norme sull’attività della nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione, scatta la procedura dell’Avviso di intimazione!” (ecco il quarto e ultimo atto della nuova riscossione).
A un rapido cenno dell’omino vestito di grigio, del tutto inopinatamente dall’elicottero parte una granata, che esplode con un forte rimbombo proprio nel giardino della villetta. A poca distanza di tempo, una seconda granata, seguita da una raffica breve ma intensa di mitragliatrice. Neanche il tempo di capire, ecco sopraggiungere a forte velocità una decina di automezzi blindati, con la scritta “AdE” (abbiamo scoperto che la sigla non ha niente a che fare con l’oltretomba della mitologia greca, essendo semplicemente l’acronimo di “Agenzia delle Entrate”). Si scorgono chiaramente decine di agenti in tenuta anti-sommossa scendere in assetto da combattimento e, con movimenti rapidi, circondare la villetta. Qualche secondo di tensione (i luraghesi sono tutti in casa a spiare dietro le tende), ed ecco sgommare due gazzelle della Guardia di Finanza; ne escono di corsa due militari armati fino ai denti, che vanno a fare da scudo all’omino vestito di grigio, il quale, sempre con il megafono alla bocca, comincia a gracchiare: “Signor Mascheroni Temistocle, nato a Lurago Marinone il … (omissis, per rispetto della privacy), codice fiscale ….. (ancora omissis) e titolare del conto corrente IBAN IT … (idem come sopra), lei è circondato! Sono il funzionario (ennesimo omissis) e ho la qualifica di Esattore scelto dell’AdE. La prego di rientrare nella sua abitazione, scortato da questi due finanzieri, al fine di recuperare il suo ultimo modello Unico e il documento attestante il mancato pagamento del pedaggio. La invito pertanto a non opporre resistenza e, in base all’Avviso di intimazione di pagamento numero … (omissis) emesso dal concessionario … (omissis finale, sempre per la privacy!), a nome di tutta l’AdE le intimiamo di consegnarci spontaneamente l’intero importo dovuto di euro 3,08!”.
Il verbale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione non racconta altro, né ci dice se il signor Temistocle Mascheroni abbia adempiuto ai suoi doveri fiscali di italiano modello. Sta di fatto che nel giro di un solo giorno lavorativo (ieri), Lurago Marinone è balzata al secondo posto in Lombardia nella classifica dei Comuni a minor rischio di evasione.