E’ morta a 82 anni la grande diva Elsa Martinelli, modella e attrice che conquistò letteralmente l’Italia del dopoguerra fino a proseguire con la sua splendida carriera anche negli anni 2000. Nel corso della sua vita, fece la conoscenze del maggiori divi di Hollywood, da Gary Cooper a John Wayne, fino ad avere una storia d’amore con Frank Sinatra. Alla vigilia del suo 81esimo compleanno, nel gennaio dello scorso anno, si rese protagonista di una interessante intervista per Il Fatto, ripercorrendo le tappe più importanti della sua esistenza, artistica e privata. Lei che, dopo 70 film, fino all’ultimo continuava a non provare alcun sentimento nostalgico, perché “Ho sempre vissuto nel presente, anzi nel futuro”, ironizzava. Prima di diventare la diva che per oltre mezzo secolo ha appassionato il nostro Paese, Elsa faceva “l’infilatrice di perle”. Fu questa la sua prima occupazione, “un lavoro noioso” come lo ricordò nel corso dell’intervista. Poi l’approdo nel mondo della recitazione, avvenuto “per caso”, dopo aver lavorato come cassiera in un bar.
“Con i primi soldi andai a provarmi una gonna che non mi sarei mai potuta permettere nel negozio di Capucci in Via Frattina”, ricordava. Roberto Capucci ebbe nella sia vita un’importanza immensa poiché fu lui, grande stilista dell’epoca, il suo scopritore. “Fu tutto molto rapido. Gli piacqui, mi venne fatta qualche foto, sfilai in bikini a Firenze in un’età in cui stava tramontando il mito della maggiorata e si cercava un nuovo tipo di fisicità. Divenni la modella del nuovo corso”. E con lei, nacque anche il primo ombelico fuori dal jeans, la frangetta ed il trucco appena accennato, dando vita ad un nuovo prototipo di bellezza che gli americani avrebbero amato.
E proprio in America, Elsa Martinelli ebbe un enorme successo perché, come spiegava lei stessa, “a loro parve che la mia figura anticipasse i tempi”. Nonostante tutti la volessero, compreso Kirk Douglas che la volle per “Il cacciatore di indiani”, lei di Hollywood proprio non voleva saperne. “Los Angeles era terrificante. Una non città in cui non capivi mai se fosse giorno o notte. Che mi fregava di Los Angeles?”; fu questo che disse a Douglas. E così lo convinse a girare altrove, in Oregon. Per lei, l’America non aveva segreti, grazie al padre, grande amante della letteratura e della Divina Commedia che conosceva a memoria, “altro che quella nenia di Benigni”. Poi la carriera con Monicelli con “Donatella”, e con il quale furono amici fino alla fine. “Mario, a differenza di Dino Risi, non era capace di un umorismo leggero. Certo, era spiritoso, ma era soprattutto cattivo, tagliente e molto burbero”, ricordava di lui. Oltre all’umorismo di Dino Risi, “uomo bellissimo”, la Martinelli ricordò Dino De Laurentiis, passando per Alberto Sordi, “il più grande attore italiano del dopoguerra”, del quale smentì con forza il marchio di “avaro” che gli era stato ingiustamente cucito addosso. “Sordi era un signore. A Parigi mi passava a prendere in limousine. Con lui credo di non aver mai pagato neanche un caffè”, diceva. Caduto il mito di Sordi taccagno, Elsa rivelò: “Vi confondete con Brigitte Bardot, lei sì che era veramente tirchia”.
Altro attore straordinario al pari di Sordi, per lei fu Marcello Mastroianni, del quale diceva: “è sempre stato raccontato male”. “Mastroianni era al servizio di un mestiere che è una cosa diversa dall’essere semplici. Volete la verità? Marcello era un sofisticato. A suo modo, un grandissimo snob”, diceva. La lunga intervista per Il Fatto attraversò anche il tema della politica, tocca do Craxi e la voce secondo la quale le chiese di occuparsi del suo look: “Verissimo. Ma rifiutai. Ero amica di sua moglie, Anna”, raccontò. Ed ancora: “Craxi non è stato un ladro. Neanche un po’. Mi piacerebbe tanto sapere dove è finito il suo presunto tesoro”.