IL CAST
Il 12 agosto arriva nelle sale italiane Monolith, film diretto da Ivan Silvestrini, che trae le sue mosse da un’idea di Roberto Recchioni. Il film di Silvestrini è stato prodotto da Sergio Bonelli Editore e Sky Italia, per poi prendere parte all’edizione 2016 del Festival di Cannes. Proiettato in anteprima a Genova, all’interno del Cine&Comic Fest, ora arriva nelle sale tricolori ove conta di interessare il pubblico con una ipotesi che desta non poca inquietudine, quella di un’auto che all’improvviso usa la tecnologia di cui è dotata per proteggere i suoi utenti, decidendo per conto suo. Proprio l’auto iper-tecnologica, diventa così la vera protagonista della pellicola. Disegnata da Lorenzo Ceccotti, la Monolith si avvale di cerchi ispirati al M577 Apc (Armored Personnel Carriera), protagonista di Aliens – Scontro finale, il secondo atto della celebre saga ideata da Ridley Scott. Lo stesso Ceccotti spiega da parte sua di aver puntato ad una vettura in grado di ricordare la vecchia Audi A2, nella quale il conducente aveva la possibilità di intervenire solo per operazioni di carattere molto limitato, come il cambio dell’acqua o dell’olio. Il fascino di Monolith deriva anche dalla sua uscita in contemporanea con una lunga serie di casi in cui genitori si sono dimenticati dei figli in macchina, sotto il sole cocente dell’estate. Una situazione che costituisce evidentemente un incubo per qualsiasi persona e che la pellicola riesce a sviluppare in maniera lineare, destando però sempre maggiore inquietudine nello spettatore.
MONOLITH, LA TRAMA
La trama è da un lato semplice, ma dall’altro estremamente inquietante e vede protagonista Sandra (Katryna Bowden), una musicista che si mette in cammino per congiungersi con il compagno, in direzione Los Angeles. Insieme a sé reca il figlioletto David, di due anni, confidando nella assoluta sicurezza della Monolith, una macchina che le pubblicità hanno a lungo indicato come l’automobile più efficace in assoluto da questo punto di vista. Si tratta infatti di una vettura di ultima generazione, dotata di ogni connessione possibile, di blindatura e di sofisticati sistemi in grado di assicurare aria pulita anche in caso di attacco batteriologico. Quando sembra andare tutto a meraviglia, con un viaggio che procede senza apparenti intoppi, l’auto è però oggetto di un incidente, proprio mentre si trova in pieno deserto. Sandra scende per controllare quello che è realmente successo, ma la Monolith reagisce all’evento facendo scattare tutti i sistemi di sicurezza. In tal modo è il figlioletto della donna a rimanere intrappolato all’interno dell’auto, proprio mentre la temperatura inizia ad alzarsi in maniera molto pericolosa. Per Sandra inizia così un vero e proprio incubo, una lotta senza quartiere contro avversità di ogni genere, con l’unico scopo di salvare il figlio. Una lotta contro la mancanza di acqua, la minaccia rappresentata dagli animali, ma soprattutto contro la tecnologia all’improvviso nemica. Proprio sotto questo aspetto, il film ricorda a tratti Christine, la macchina infernale inventata dalla fervida mente di Stephen King e poi diventata un successo sul grande schermo grazie a John Carpenter, nel 1983.