LE RIVELAZIONI DI ARBORE
Renzo Arbore e Mariangela Melato, una lunga storia di vero amore. Attraverso Avvenire.it il cantante raccontò il dolore dopo la scomparsa della sua amata. “All’inizio degli anni ’70. Mariangela l’avevo vista la prima volta a Roma, recitava al Teatro Sistina. La rincontrai a una premiazione e la invitai a una festa a casa mia in cui venne accompagnata da sua sorella Anna. Poi le diedi appuntamento per un’altra serata a casa del-l’attrice Agostina Belli. E lì successe un fatto degno di una sceneggiatura da film…. Sul palco spesso ci rimetteva la salute, si fratturava, cadeva ma si rialzava subito con quella grazia che l’ha contraddistinta fino all’ultimo respiro. E io credo di aver adempiuto al mio dovere: stargli accanto fino alla fine, come avrebbe fatto un vero marito”. (agg. Anna Montesano)
LA CRISI DEL CINEMA ITALIANO
Anche Mariangela Melato sarà protagonista di Techetechetè, in onda questa sera su Rai Uno. Un’ottima occasione per ricordare una delle attrici più note dell’ultima parte del secondo millennio e riandare con la mente ad alcuni dei momenti migliori del nostro cinema. In un’intervista concessa a Gianni Mura poco prima di morire, l’attrice ha voluto ricordare di essersi iscritta all’Accademia di Brera, continuando però a lavorare, provenendo da una famiglia non agiata. Ha poi ricordato la figura del padre, un vigile urbano che faceva della cura personale una sorta di religione. Internato a Dachau in epoca nazista, Adolf Hoening, questo il suo vero nome, aveva visto il suo cognome tramutato in Melato sotto il regime. Andava sempre a vedere la figlia nelle sue esibizioni, ma non ebbe la fortuna di gustarne la grande affermazione, essendo deceduto proprio nel periodo nel quale la figlia iniziava il suo percorso artistico. Ha poi voluto sottolineare come per lei la vecchiaia non rappresentasse assolutamente un problema, rifiutando quello che definiva il mondo di botulinizzati, di cui considerava responsabile Silvio Berlusconi. Ha poi voluto dire la sua sulla situazione del cinema italiano nel nuovo millennio, denunciando una crisi estremamente profonda in cui i registi, pur bravi dal punto di vista tecnico, non osano andare fuori dagli schemi. Infine ha affrontato il tema della sua storica relazione con Renzo Arbore, ripresa proprio negli ultimi anni di vita, tanto da spingerla a dire che probabilmente non era mai finita. La rottura arrivata dopo sette anni di vita insieme, è stata da lei attribuita alla decisione di andare a convivere, vista evidentemente come una rottura in una vita di coppia sino a quel momento sempre soddisfacente. I rapporti tra i due sono comunque rimasti sempre ottimi, tanto da permettere alla coppia di ritrovarsi verso la fine della vita di Mariangela Melato.
MARIANGELA MELATO, LA CARRIERA DELL’ATTRICE MILANESE
Nata a Milano, nel settembre del 1941, Mariangela Melato ha iniziato a farsi notare a teatro, lavorando con registi del calibro di Luchino Visconti, Dario Fo e Luca Ronconi, per poi fare il suo esordio sul grande schermo nel film Thomas e gli indemoniati, diretto da Pupi Avati. La grande popolarità arrivò nel corso degli anni ’70, quando l’attrice lombarda prese parte ad alcuni film diretti da Lina Wertmüller, in coppia con Giancarlo Giannini. Tra di essi vanno ricordati in particolare Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, Film d’amore e d’anarchia e Mimì metallurgico ferito nell’onore. Ha anche partecipato ad altre produzioni di grande successo, come Lo chiameremo Andrea, La poliziotta, Il gatto, Todo Modo, Casotto, Il pap’occhio e Domani si balla. Nel suo curriculum non ha mai dimenticato il teatro, al quale si è sempre dedicata, in particolar modo negli ultimi anni. Nel corso della sua carriera ha vinto per ben otto volte il David di Donatello, cinque Nastri d’Argento, due Globi d’Oro e un Ciak d’oro.