La miliardaria film previsto per questo pomeriggio, tratto da una commedia, omonima, dell’autore di teatro irlandese George Bernard Shaw, attivo a cavallo fra l’800 e il ‘900. La commedia, una satira, una delle ultime non è forse la più nota dell’autore, anche se ebbe come tanti dei suoi lavori un discreto successo, tra i quali ricordiamo Pigmalione, Candida e la professione della signora Warren. Il film italiano fu un vero e proprio successo in Inghilterra, quando uscì, anche se la critica si divise, grazie anche a una canzone scritta da George Martin, che allora era produttore di Peter Seller, il brano Goodness Gracious Me, fu cantato dai protagonisti del film Peter Sellers e Sophia Loren, ma invece di entrare a far parte della colonna sonora del film, venne lanciata come singolo a sé stante, nel 1960 ebbe un tale successo che si piazzò ai primi posti delle classifiche inglesi, dando un grosso impulso alla promozione del film.
NEL CAST COMPARE ANCHE VITTORIO DE SICA
Oggi,19 agosto, alle ore 16.15, su Rai Tre sarà trasmesso La miliardaria, un film commedia diretto da Anthony Asquith nel 1960. La pellicola vanta un cast eccezionale, da Sophia Loren a Peter Sellers, senza dimenticare Vittorio De Sica. La Loren, è stata interprete di una lunghissima serie di pellicole di grande qualità, tra le quali occorre ricordare in particolare Pane, amore e… (1955), La ciociara (1960, con cui vinse il Premio Oscar), Ieri, oggi, domani (1963), Matrimonio all’italiana (1964) e Una giornata particolare (1977). Oltre all’Oscar, ha vinto nove David di Donatello, tre Nastri d’Argento e due Globi d’Oro, oltre alla Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile al Festival di Venezia. Altro pezzo da novanta del cinema mondiale è Peter Sellers, che deve la sua eccezionale popolarità al ruolo dell’Ispettore Clouseau nella saga della Pantera Rosa. Ha anche preso parte a produzioni come Il dottor Stranamore (1964), Hollywood Party (1968) e Oltre il giardino (1979). Nonostante le tre nomination ottenute, non è mai riuscito a vincere l’Oscar, dovendosi accontentare del Golden Globe vinto nel 1980 recitando la parte del giardiniere Chance in Oltre il giardino.
LA TRAMA
Protagonista della narrazione è un’ereditiera, Epifania Ognissanti di Parerga (Sophia Loren), costretta dalle disposizioni testamentarie a non potersi sposare, pena la perdita del patrimonio lasciatogli dal padre, a meno che il suo aspirante marito non riesca a trarre profitto da 500 sterline, facendole lievitare in tre mesi a 15mila. Per aggirare la disposizione, la donna pensa di dare ad Alastair (Gary Raymond), un aitante giocatore di tennis, la somma necessaria, ma la sua manovra non sortisce l’esito sperato, in quanto l’uomo decide di lasciarla in favore di una donna dalla personalità meno spiccata, Polly Smith (Virginia Vernon). Quando in preda allo sconforto prova il suicidio, gettandosi nel Tamigi, le passa accanto una barca a remi di proprietà di un medico indiano, Ahmed el Kabir (Peter Sellers), il quale la ignora del tutto.
A questo punto Epifania soprassiede al suo intento e dopo averlo raggiunto sulla riva lo accusa di essere un assassino. Di fronte all’evidente instabilità della donna, l’avvocato di famiglia, Julius Sagamore (Alastair Sim), propone di sottoporla ad una terapia, ad opera di Adrian Bland (Dennis Price), un famoso psichiatra che non esita ad approfittare della situazione per chiederle la mano. L’uomo ha però l’ardire di criticarne il padre e la risposta di Epifania non tarda, tanto che lo psichiatra si ritrova nel Tamigi. Quando Kabir decide di soccorrerlo, anche la donna si tuffa a sua volta, con l’evidente intento di sedurre l’indiano, senza però riuscirci. Epifania, però, non demorde e la sua mossa successiva è l’acquisto della proprietà che circonda la clinica per poveri gestita da Kabir, con la successiva edificazione di una nuova clinica, di cui propone la direzione proprio al medico indiano.
Kabir però non aderisce alla proposta e quando l’ereditiera le chiede il perché, la mette al corrente della promessa fatta in punto di morte alla madre: non si sarebbe mai sposato con una donna che non fosse stata in grado di vivere con appena 35 scellini per un arco di tempo di 3 mesi. Per Epifania è l’inizio di una sfida, cui si accosta trovando impiego in un panificio. Una volta assunta riesce a farsi affidare la gestione dell’esercizio commerciale e a renderla sempre più fiorente. Mentre lei vince la sua sfida, però, Kabir perde la sua, non riuscendo a trasformare le 500 sterline iniziali in 15mila. La risposta di Epifania è estremamente decisa: offesa per quanto successo, afferma di non volere più sposarsi e di voler andare a vivere in un monastero tibetano, non senza prima averne scacciato gli occupanti. Ancora una volta sarà Sagamore, preoccupato per l’imminente perdita del posto di lavoro a prendere in mano la situazione. Recatosi alla clinica di Kabir e messo al corrente della sfida lanciata dal padre di Epifania, acquista 15mila sterline di ricette mediche, consentendo in tal modo al medico e all’ereditiera di coronare il loro sogno d’amore.