LA TRISTE DIPARTITA NEL 2004
L’Italia e il mondo hanno perso Nino Manfredi nel 2004 e stasera probabilmente si parlerà anche di questo a Techetechete su Rai Uno. Il famosissimo attore infatti fu colpito da un ictus nella sua casa a Roma dopo la fine delle riprese. Era il luglio del 2003 e da quel momento Nino Manfredi iniziò una lotta, combattuta con grandissima forza. Ricoverato al Santo Spirito nel settembre dello stesso anno riuscì a tornare a casa per essere però colpito poi da un’emorragia cerebrale a dicembre. Ricoverato al Nuova Regina Margherita non riuscì a superare questo secondo duro colpo. La morte arrivò il 4 giugno dopo mesi di lotta, attimi difficili e altri in cui si sperava in una ripresa. Fu celebrato un funerale religioso nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma nonostante questi avesse sempre dichiarato di essere ateo. Erano presenti circa 2000 persone tra cui anche persone comuni oltre che molti volti noti. Ora riposa al Verano. (agg. di Matteo Fantozzi)
L’OMAGGIO DI ELIO GERMANO
“Gli attori una volta erano un po’ come i calciatori oggi”, racconta Elio Germano a TvZap con un pizzico di malinconia. “Il cinema era una cosa molto diffusa e, per un periodo storico, siamo stati la prima cinematografia nel mondo. Questi grandi artisti erano percepiti dal pubblico quasi come delle persone di casa, perché erano uno specchio della nostra società. Quello era un cinema che aveva come obiettivo raccontare il nostro Paese. Non si era per ossessionati dall’incasso e dal profitto, da queste logiche che oggi sono dominanti. Fare l’attore era come tutti gli altri mestieri, ci si identificava con il proprio lavoro: era un’epoca diversa”. Il pretesto è l’imminente messa in onda di In arte Nino, il film tv che lo vede protagonista nei panni del grande Nino Manfredi. (agg. di Rossella Pastore)
UN FILM TV DEDICATO A LUI
Elio Germano è Nino Manfredi nel film tv In arte Nino presentato lo scorso inverno al Roma Fiction Fest. Il film andrà in onda su Rai 1 a ottobre: “Con questo film abbiamo cercato di fare anche questo: rendere omaggio a un’epoca, fatta non solo di attori, ma anche di spazzini, idraulici, muratori, di persone che si identificavano di più con il proprio lavoro, perché c’era ancora un’idea di collettività molto forte, che forse derivava dal nostro mondo contadino. Questo garantiva alle persone di trarre soddisfazione dal proprio mestiere più che dallo stipendio che ne derivava: nel lavoro c’era umanità, anche nel cinema. Questi attori, che poi erano anche dei grandi professionisti, con tutta una serie di trucchi nel proprio bagaglio personale, come dei mestieranti, traboccavano di umanità e questo li rendeva unici e vicini al pubblico, che li percepiva quasi come persone di famiglia. Questo li ha resi speciali ed è il motivo per cui li ricordiamo ancora oggi”. (agg. di Rossella Pastore)
IL FORTE LEGAME CON ALBERTO SORDI
Il 2 agosto 2017 andrà in onda una nuova puntata di Techetechetè la quale vedrà protagonisti, tra i tanti ospiti, le performance di un grande della televisione degli anni d’oro italiani Nino Manfredi E’ stato un grande attore italiano che ha ottenuto diversi ruoli non solo al cinema, ma anche al teatro, facendosi conoscere per il suo indiscutibile talento. Insieme ad un altro grande attore e regista, Alberto Sordi, hanno scritto pagine d’oro del cinema nostrano, importando quest’ultimo in tutto il mondo. Il loro legame non era solo professionale ma erano uniti da un’amicizia sincera che ha portato Nino a pronunciare parole importanti dopo la morte di Sordi. In particolare Manfredi ha salutato il celebre attore affermando come quest’ultimo lo abbia lasciato solo ed implorandolo di conservare a lui un posto in paradiso, dato che stando solo sicuramente si sarebbe annoiato. Un modo simpatico di salutare il grande compagno di tante avventure e commedie e, da un tipo particolare come Nino Manfredi, non ci si poteva aspettare nient’altro. Al momento della morte di Manfredi il grande Dino Risi affermava che, se svolgeva bene la sua professione, lo doveva alla sua attenzione ed alla sua estrema pignoleria. Non dovrebbe sorprendere, infatti, il fatto che venisse chiamato l’orologiaio. Sempre Dino Risi ribadì il legame dell’attore con la famiglia ed il fatto che lui fosse l’ultimo dei tre moschettieri ed insieme a lui se ne andava un po’ della romanità che alloggia in ognuno di noi.
NINO MANFREDI, I SUOI FILM
Nino Manfredi nasce il 22 marzo 1921 a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone. Conclude gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza a Roma per poi iscriversi all’Accademia d’Arte drammatica. La sua carriera teatrale inizia nel 1945 a fianco di Eduardo De Filippo ed Orazio Costa, riuscendo sempre a fare di tutto: ha lavorato in radio, in televisione, era protagonista di diversi varietà e lavorò persino come doppiatore. Dopo qualche parte che non ha riscosso molto successo, fu negli anni ’50 che Nino Manfredi ottiene grandi riscontri. Esso interpretò personaggi dilaniati da vizi, ma anche virtù, che rappresentavano l’italiano tipico del boom economico. Alcuni esempi possono benissimo essere rappresentati dal noioso burocrate tutto casa ed ufficio de L’impiegato, al tipico italiano dedito all’inganno del prossimo del film intitolato Io la conoscevo bene. Collaborò con registi del calibro di Nanni Loy in Il Padre di famiglia e Cafè Express, Luigi Comencini, Luigi Zampa con Anni ruggenti, Dino Risi con Straziami ma di baci saziami e Luigi Magni con Nell’anno del signore.
L’incontro con il regista Ettore Scola fu il più felice di tutti: fu proprio lui ad affidarli il ruolo di un portantino comunista, molto dedito al sentimento dell’amicizia nel film C’eravamo tanto amati. L’attore è morto a Roma il 4 giugno 2004.