Su Iris vivremo una serata intrigante con il noir L’ultima missione del 2008 scritto, pensato e diretto da Olivier Marchal. Cristina Borsatti su Film Tv definisce il regista Daniel Auteuil come ”ancora una volta magnifico” e giudica il film ”la chiusura del cerchio di un’affascinante trilogia”. C’è nel film anche una stretta analisi che ritorna al passato, con uno sguardo alla memoria come testimone dei fatti. Sicuramente c’è grande lavoro da parte della regia che ha creato un film dinamico e pieno di colpi di scena. Su Imdb (Internet Movie Database) il pubblico lo premia con un 6.7 su 10 a fronte di circa cinquemila votazioni. Purtroppo non c’è un trailer online che ci dia delle anticipazioni della pellicola, questo aumenta la voglia di guardarlo stasera. L’ultima missione viene trasmesso dalle ore 21.00 su Iris e anche in diretta streaming, grazie al portale di Mediaset, sui nostri dispositivi mobili cliccando qui. (agg. di Matteo Fantozzi) 



LE CURIOSITÀ

Nella pellicola dal titolo “L’Ultima missione” è presente un errore abbastanza marchiano, quello relativo alla scena in cui viene ripreso il corpo nudo di Vera Rosenberg, che è stata assassinata dopo aver subito violenza carnale. Il cadavere è inginocchiato sul letto, con un nastro di plastica nero a legare le mani dietro la schiena, mentre le spalle e la testa vanno a poggiare su un cuscino. Sopra le mani della donna, si nota chiaramente un ricciolo di plastica, ancora nera, molto sottile e rivolto verso l’alto. Dopo uno stacco e un paio di scene, la macchina da presa torna ad occuparsi del corpo, ma nel frattempo il ricciolo di plastica è letteralmente scomparso. Fra le curiosità, invece, segnaliamo che nella pellicola, il protagonista guida una volvo Amazon P120 risalente agli anni ’60 in ottime condizioni e dotata di volante sportivo. Secondo gli esperti, però, questa scelta contrasta con la figura di Schneider, un personaggio inquieto e dimesso.



IL FILM DIRETTO DA OLIVIER MARCHAL

Il 20 agosto, alle ore 21, Iris trasmetterà L’ultima missione, una pellicola thriller diretta da Olivier Marchal nel 2008. Il protagonista della pellicola è Daniel Auteuil, uno dei più noti attori francesi, rivelatosi nel 1986 con il film Jean de Florette, al fianco di Gerard Depardieu e Yves Montand, grazie al quale ottenne il Césars in qualità di miglior attore protagonista. Tra i film che gli hanno consentito di guadagnarsi una solida reputazione, vanno ricordati anche Un cuore in inverno (1992), La Regina Margot (1994), N – Io e Napoleone (2006) e Le confessioni (2016). L’ultima prova da lui offerta è quella che lo ha visto protagonista di In nome di mia figlia, in cui interpreta un commercialista che dopo aver visto la figlia morire per le negligenze di un medico, decide di ottenere giustizia. Il regista è invece Olivier Marchal, con il quale proprio Auteuil aveva già collaborato in 36 Quai des Orfèvres, il suo film più noto, per il quale aveva ottenuto tre nomination al Césars per miglior film, regia e sceneggiatura, nell’edizione del 2005. L’ultima pellicola da lui diretta è Diamond 13, nel 2009.



LA TRAMA

La narrazione vede protagonista Louis Schneider (Daniel Auteuil ), un poliziotto di Marsiglia che ha visto la figlia morire e la moglie riportare ferite tali da paralizzarla, nel corso di un incidente. Un trauma che non è mai riuscito a dimenticare, tanto da spingerlo a rifugiarsi nell’alcool. Ormai incapace di ragionare in maniera logica, l’uomo sta seguendo il caso relativo ad un serial killer, ma l’impossibilità di rimanere lontano da una bottiglia lo sta rapidamente spingendo verso il burrone. Quando totalmente ubriaco dirotta un autobus per farsi portare a casa con la pistola in mano, i superiori decidono che è arrivato il momento di intervenire per cercare di aiutarlo. Schneider non viene denunciato proprio in forza di uno stato di servizio inappuntabile, ma allo stesso tempo si vede revocare l’incarico e togliere l’arma d’ordinanza, a scopo precauzionale. Il poliziotto non ha però recuperato lucidità e non si rassegna alla perdita del caso, continuando le indagini per conto suo, vedendo evidentemente nella sua risoluzione una sorta di compensazione per il dramma familiare vissuto.

Le sue indagini, portate avanti nonostante le incomprensioni coi colleghi, portano infine alla soluzione del caso, ma anche all’uccisione del poliziotto cui aveva chiesto aiuto per assicurare il colpevole alla giustizia. Quando però i vertici cercano di insabbiare il caso, in modo da evitare conseguenze sul padre del serial killer, a sua volta nel pieno della carriera nell’intelligence francese, Schneider viene nuovamente colto da una sorta di black-out mentale. Dopo aver chiesto l’aiuto di Marie Angéli (Catherine Marchal), con la quale ha avuto in precedenza una relazione, si mette all’opera per dare vita a prove false tese a fare completa luce sulla questione. Il suo tentativo viene però stoppato da Kowalski (Francis Renaud), da sempre ostile a lui e compagno attuale di Marie. Quando vede compromesso il suo tentativo, Schneider non regge la pressione dal punto di vista nervoso e viene inviato in un istituto psichiatrico.

Alla sua uscita trova ad attenderlo Justine Maxence (Olivia Bonamy), una ragazza che è rimasta sconvolta dopo aver visto l’uccisione dei suoi genitori ad opera di un serial killer, ben 25 anni prima. Proprio Schneider era tra i poliziotti che avevano proceduto all’arresto dell’assassino e ora la ragazza, in attesa di un figlio, gli chiede di eliminare il killer, che è stato nel frattempo liberato. Per espletarla, però, Schneider decide di eliminare Kowalski e di procurarsi la pistola d’ordinanza del collega che era stato ucciso nel corso del caso che lo aveva portato in ospedale psichiatrico. Dopo essersi procurato l’indirizzo dell’assassino, che nel frattempo ha cercato di far intendere un suo ravvedimento, lo uccide e poi si reca a far visita alla moglie, le cui condizioni sono intanto peggiorate. Dopo averla uccisa, per risparmiarle ulteriori sofferenze, si suicida a sua volta.