“Je suis comme je suis”. Esordisce così Mauro “Plati” Coruzzi nella sua ultima intervista ai microfoni de La Verità. Cita Jacques Prevert, e nessuno meglio di lui ne è portavoce: “Sono come sono, e tanto vi basti”. Primo argomento di discussione, le unioni civili: “Sembra che non si possa prescindere dal conformistico unanimismo che ci deve far dire che la legge Cirinnà sulle unioni civili è una conquista. Ma quando mai? Io respingo questo desiderio di essere come loro, gli eterosessuali, con le loro convenzioni farisaiche, a cominciare dal matrimonio che altro non è che un contratto. L’emulazione della famiglia etero, quella brama di normalizzazione: quelle horreur! Non per citare il solito Pier Paolo Pasolini e la sua analisi dell’omologazione, ma mi rifiuto di inchinarmi a questa logica per cui poi si arriva alla corsa per il figlio di Elton John e Nichi Vendola, che altro non è che il soddisfacimento di un desiderio egoistico”. Quanto alla politica, Coruzzi ha le idee chiare. Discesa in campo in vista? “Ci avevo fatto un pensierino per le amministrative. In precedenza mi ero scontrato con Federico Pizzarotti, un onesto nerd che si vanta di aver rimesso in ordine i conti con il prosciutto e i formaggi. Ma io mi domando: e la cultura? Pensa solo alla dinasty dei Bertolucci, Attilio, Bernardo, Giuseppe, o ad Alberto Bevilacqua. Oppure alla moda con le sorelle Fontana. Invece ci siamo vantati di aver ingaggiato il regista Peter Greenway, con quell’ sterofilia tipica dei provinciali nel senso deteriore del termine, o Giorgio Moroder per il capodanno in piazza, cachet di 100 mila euro, con il sindaco che si è difeso dichiarando che era stato pagato dagli sponsor“.
LA CRITICA AI TALENT
Platinette ne ha anche per i media. “La televisione? La guardo senza appassionarmi. Perché non c’è sorpresa, non c’è spiazzamento. Il che non significa che non mi diverta a guardare, che so, Temptation Island, prodotto del genio Maria De Filippi. In ogni caso, chapeau. Detto questo, è un teatrino un po’ stucchevole in cui impera il déjà-vu. Aggiungi che non ci sono figure di spicco neanche tra le giovani leve dei conduttori dei talent, tipo Alessandro Cattelan o Federico Russo, due bravi figli cui manca il pregresso, il background, per età, per formazione, per carattere, e il quadro è completo”. E i programmi che conducono? “The Voice l’hanno chiuso, e X Factor si nutre di personalità del calibro di Manuel Agnelli e di Levante: del primo non si sa quanti dischi abbia venduto in carriera, dell’altra non si ricorda altro che il ritornello di una sua canzone: ‘Tu sei un pezzo di m…’. Più che altro, io direi che è il brano a essere un pezzo di m…”.
PROGETTI FUTURI
Qualche giorno fa si vociferava circa una sua presunta partecipazione a Tale e Quale: «Per ora sono stato solo provinato, ho eseguito brani tipo Una lunga storia d’amore di Gino Paoli, ma lì non andrei a esibirmi come un travestito al circo. Poi rifarò per La5 La mia grossa grassa cucina, un programma di ricette alla portata di tutti senza quelle insopportabili chef-star. Ah, e mi piacerebbe portare in tv il primo talent per drag queen”. Progetti ambiziosi: “La verità è che io ho il problema della noia di me stesso. Allora devo riempirmi di cose da fare”.