Nonostante sia scomparso nel 1990, l’ultima apparizione televisiva di Aldo Fabrizi risale a tre anni prima, ovvero nel 1987 e precisamente nel corso di una trasmissione che forse non tutti ricordano ma che, rivista oggi, sa un po’ di passaggio di consegne per quanto riguarda il piccolo schermo. In quell’occasione infatti l’attore romano, oramai 82enne, fu ospite del GB Show, il varietà che Gino Bramieri condusse fino al 1988 sulla rete ammiraglia della Rai, sfoderando alcuni dei suoi cavalli di battaglia e scherzando anche sull’età oramai avanzata (“Non perdiamo tempo che ho i minuti contati”). In uno dei video dell’epoca si vede Aldo Fabrizi cantare Buongiorno tristezza, il cui titolo viene ironicamente stravolto e diventare così un irresistibile “Buongiorno monnezza!”: al termine dell’esibizione, inoltre, l’immagine più forte che resta è quella dell’istrionico interprete che, seduto su di una sedia e fingendo di piangere con la sua tipica parlata biascicata, si accomiata dicendo “Ve ringrazio tanto!” ai telespettatori. (agg. di R. G. Flore)



LO SKETCH CON NINO TARANTO NE “I PREPOTENTI”

Uno degli sketch più noti di Aldo Fabrizi, e nel quale non solo emerge il suo talento comico ma anche lo stretto legame che ebbe con un altro celebre collega, è certamente quello che chiude il film I prepotenti, diretto nel 1958 da Mario Amendola. Qui l’attore romano è protagonista di un’indimenticabile scenetta assieme al partenopeo Nino Taranto, col quale diede vita a un affiatato sodalizio non solo artistico dato che i due erano grandi amici anche lontano dalle scene. Nel suddetto sketch viene fuori infatti la rivalità e il campanilismo fra le città di Roma e Napoli a suon di performance canore: Cesare Pinelli (Fabrizi) e Mimì Esposito (Taranto), nel corso di un pranzo, cercano di stabilire quale delle due tradizioni musicali sia la migliore, punzecchiandosi a vicenda (“Le vostre sono solo canzonette!”) durante l’esibizione che, pian piano, sfuma nella scena finale con una bellissima panoramica della Capitale. Va ricordato che la “scenetta” diventò proprio lo spunto per realizzare un seguito, Prepotenti più di prima, arrivato nelle sale cinematografiche solo l’anno dopo e che vide però alla regia Mario Mattoli. (agg. di R. G. Flore)

A SUO AGIO TRA RUOLI COMICI E TRAGICI

Aldo Fabrizi, stasera tra i protagonisti di Techetecheté, rimane nella storia del piccolo e grande schermo italiano come uno dei maggiori attori del 1900. Versatile, in grado di assumere ruoli tragici che comici, Aldo Fabrizi è stato non solo un attore, ma anche poeta, produttore e regista. Assieme ad Anna Magnani e Alberto Sordi, oltre che della sorella Elena Fabrizi, è stato una delle icone che ha portato la romanità in televisione. Dopo una carriera di successo ed un matrimonio con la cantante Beatrice Rocchi, conosciuta come Reginella, l’attore ha vissuto a Roma gli ultimi anni di vita, per poi morire di insufficienza cardiaca nel 1990. Aldo Fabrizi verrà omaggiato questa sera, venerdì 18 agosto 2017, grazie ad una nuova puntata di Techetechetè. Potremo rivedere così alcuni dei suoi più celebri sketch, sia in solitaria che al fianco di Totò. Sono stati diversi infatti i film in cui hanno lavorato insieme, quasi sempre in ruoli contrastanti. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti, fra cui il David alla Carriera (1988) e la nomina di Cavaliere della Repubblica Italiana (1977).

LA CARRIERA

Di umili origini e di famiglia numerosa, Aldo Fabrizi nasce nel 1905 a Roma e rimane orfano ad appena undici anni, a causa di una malattia fulminea che colpì il padre. Rimane così da solo con la madre e le cinque sorelle ed abbandona gli studi per poter far fronte alle spese. Anche se fra infiniti ostacoli, Aldo Fabrizi trova il modo di proseguire le sue passioni, pubblicando nel 1928 una raccolta di poesie romanesche, per poi approdare in teatro. Il successo non tarda ad arrivare e già nel 1931 lo vediamo in diversi teatri di Roma ed in giro per l’Italia, dove si propone come comico e fa la caricatura di diverse personalità tipiche del mondo capitolino, dal vetturino, mestiere del padre, fino al conducente di tram. Il debutto sul grande schermo avviene dieci anni più tardi, grazie ad Avanti c’è posto, diretto da Mario Bonnard.