Raccontare la verità giudiziaria attraverso la finzione televisiva. Questo il leitmotiv de Il terzo indizio, il programma di Rete 4 condotto da Alessandra Viero con la partecipazione straordinaria di Siria Magri. A lei il compito di introdurre e commentare una serie di docufiction (due per puntata) che ricostruiscono alcuni dei delitti più efferati ed eclatanti della storia processuale italiana. Lo schema del racconto è il solito: da una parte, indagini che sembrano presto risolte e poche prove per individuare i colpevoli; dall’altra, il fiuto di magistrati e investigatori. Degne di nota le toccani interviste ai parenti delle vittime, impegnati nella ricerca della giustizia anche a distanza di anni. Il terzo indizio si basa su sentenze passate in giudicato, sentenze definitive e ormai inoppugnabili.
I CASI
Claudia Ornesi e Francesca Benetti: due storie diametralmente opposte, i cui epiloghi convergono in una sola direzione: la morte. Claudia venne uccisa dal marito Maurizio Iori, ex primario del reparto di oculistica e uomo affermato in ambito professionale. Non solo: Iori freddò anche la figlia Livia, inscenando un tragico omicidio-suicidio ad opera della moglie. Ancor più subdolo il comportamento di Antonino Bilella: l’uomo, un settantunenne della provincia di Grosseto, approfittò sessualmente di Francesca per poi ucciderla e far perdere le sue tracce. “Ora ci dica dove è il corpo di nostra madre” è l’appello dei figli della donna diramato tramite l’avvocato Alessandro Risaliti. “Ora che anche la corte di assise di appello ha confermato la condanna all’ergastolo, vorremmo che Antonino Bilella avesse un momento di resipiscenza”. Il legale ha aggiunto: “I figli si sono commossi ascoltando la lettura della sentenza, ma il sapere che Bilella è l’assassino è solo la minima consolzione per la morte e la scomparsa della madre di cui non è stato mai ritrovato il corpo”.