“MI SENTO ICONA DI QUESTA GENERAZIONE”

Questa sera, sabato 26 agosto, va in onda su Rai 1 l’attesa finale del Festival di Castrocaro Terme dedicato alle Voci Nuove. Una storica kermesse ormai giunta alla sua sessantesima edizione, capace nel corso dei decenni di lanciare tantissimi artisti di livello internazionale come nel caso di Eros Ramazzotti e Laura Pausini. Anche nella giuria che deciderà il vincitore ci saranno tanti cantanti ed artisti di rilievo come nel caso di Silvia Mezzanotte, ritornata prepotentemente protagonista nell’ultimo anno con la vittoria a Tale e quale e show e soprattutto con un nuovo interessante lavoro discografico. In una recentissima intervista rilasciata a TgCom 24, la Mezzanotte ha parlato del suo ritorno sulle scene e di come abbia dato un cambio netto alla propria immagine pubblica: “Come la donna che canto in ‘Lasciarmi andare’. Quel brano è la mia fotografia più efficace. Sono in una fase in cui voglio che le canzoni siano come un abito cucito su misura. Mi sento una donna con una maturità consapevole, figlia del percorso fatto fin qui, e che si vuole raccontare senza filtri. Questo è un brano senza Photoshop. Sono orgogliosa. A 50 anni mi sento un’icona di questa generazione. Non a caso quel 50 nel titolo dell’album è diventato un 5.0”.



L’ESPERIENZA CON I MATIA BAZAR

Silvia Mezzanotte è stata anche voce storica dei Matia Bazar. Durante la stessa intervista ha parlato anche del suo modo di essere e di alcune sfumature della sua esperienza in un gruppo così importante della storia musicale italiana. Queste le parole delle Mezzanotte: “Ho sempre cercato di stare al passo con i tempi, almeno nel mio lavoro solista perché con i Matia Bazar era più difficile. Quando sei la voce di un gruppo con 40 anni di storia c’è poco da sperimentare, “Vacanze romane” va cantata in quel modo lì e solo quello. In questo caso durante il mix sono usati degli autotune non per intonare la voce, cosa di cui non avevo bisogno, ma anzi per renderla più sporca. Matia Bazar gabbia stilistica per me? No, sarebbe ingeneroso e ingrato da parte mia dire una cosa del genere, ma la mia volontà di ricerca avrebbe voluto esprimersi anche fuori. Nella prima fase della nostra collaborazione non è stato possibile, nella seconda già di più. E’ ovvio che nel complesso non potevo derogare a certe regole. Ma faceva parte del gioco”.

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