NESSUN AMORE DOPO LA MORTE DI FABRIZIO

Dori Ghezzi ha smesso di cantare nel 1990 a causa di un problema alle corde vocali e da allora si è dedicata completamente alla sua famiglia: prima al marito Fabrizio De Andrè, morto nel 1999, e successivamente alla figlia Luisa Vittoria che da qualche anno ha dato a Dori un bel nipotino. Ma per la cantante, famosa soprattutto per la sua hit ‘Un corpo e un anima’ non c’è più stato posto per l’amore. Lei stesso lo ha dichiarato in un’intervista rilasciata qualche tempo fa a Vanity Fair nella quale ha spiegato di non essere più riuscita a provare un simile sentimento dopo la morte di Fabrizio: “Non riesco più a provare interesse. Non è così semplice ricominciare, è più facile per una ragazza vergine che per una donna che ha avuto un amore così grande. Mi sono tolta qualcosa, a non cercare altro? Me lo chiedo a volte, forse dovrei domandarlo a un professionista ma ormai è tardi.” Negli ultimi anni è proprio Dori Ghezzi ad occuparsi in prima persona del patrimonio musicale del marito e della Fondazione De Andrè a lui dedicata.



LA NUOVA AVVENTURA NEI PANNI DI NONNA

Recentemente, Dori Ghezzi ha festeggiato 71 anni, ma in una intervista rilasciata per festeggiare i suoi 70, aveva raccontato di non celebrare più i compleanni con una certa enfasi da quando ne ha compiuti 60. Questo perché secondo Dori Ghezzi l’invecchiamento ha i suoi tempi e i suoi riti, e soprattutto può essere metabolizzato meglio se arriva senza clamore. Ed è proprio una vita semplice, fatta accontentandosi delle piccole cose, a costituire per lei la felicità. Gli anni della grande passione con Fabrizio De André sono indimenticabili, ma Dori Ghezzi ora ha un grande avventura da vivere, quella come nonna. Il nipotino Demetrio non ha ancora tre anni ma la fa divertire molto, soprattutto facendole riscoprire il rapporto con un bimbo piccolo che da nonni ha un sapore diverso e affascinante rispetto a quello che pure si ha già avuto con i figli. Una vita da cantante, una vita con De André e ora una vita da nonna: per Dori Ghezzi, ogni età nasconde una magia da vivere fino in fondo. (agg. di Fabio Belli)



LA MORTE DEL MARITO

Sono passati diciott’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André. Eppure, il ricordo dei giorni della malattia è ancora vivido in Dori. “Se l’è portato via in pochissimi mesi”, racconta in un’intervista a Famiglia Cristiana. “Fino all’ultimo lui ha sperato tanto di farcela”. La voglia di vivere di De André è leggibile nelle ultime pagine dei suoi Diari: “Dicono colpisca anche le persone buone. Chi è buono? È buono solo il cancro che non fa distinzioni e non si lascia corrompere perché conosce il teatro e gli attori e soprattutto sa che questo mondo non è stato fatto per gli uomini. Il cancro qui lo esorcizzano e poi lo seppelliscono. Io sarei rimasto volentieri”. Poi ironizza: “Non vorrei che qualcuno dicesse di me: ‘Ecco, la sua morte è arrivata al momento giusto'”. [agg. di Rossella Pastore]



IL RAPIMENTO

“I primi giorni non ci facevano togliere la maschera neppure per mangiare, e così ci tagliavano il cibo a pezzettini e ci imboccavano”. Inizia così il tragico racconto del rapimento di Fabrizio De André e Dori Ghezzi per bocca degli stessi protagonisti. “È stata un’esperienza tremenda che tuttavia ha lasciato anche segni positivi, come la riscoperta di certi affetti nascosti. Nei confronti di mio fratello Mauro, ad esempio. È stato lui a trattare coi rapitori e non dimenticherò mai il nostro abbraccio appena tornati a casa”. Quanto al loro stato: “Si cercava di far passare il tempo, ci inventavamo dei giochi stupidi pur di distrarci. Visto che procuravano le sigarette e i cerini per Fabrizio, lui era riuscito a creare delle carte da gioco. Abbiamo avuto paura, ma ci siamo preoccupati anche molto per gli altri che non sapevano se eravamo ancora vivi. Con dei cappucci in testa è difficile comunicare, dialogare, ce li toglievano solo per alcune ore. Fermo restando che ci avevano privato della nostra libertà, i nostri carcerieri si sono comportati in modo tutto sommato umano”. [agg. di Rossella Pastore]

DORI GHEZZI A TECHETECHETÈ

Techetechete’, il programma di Rai1 che riporta indietro nel tempo, dedicherà una puntata speciale a Fabrizio de André e a sua moglie, Dori Ghezzi. Tra i due c’è stato un grande amore, vissuto inizialmente lontano dai riflettori, e poi reso pubblico, culminato con il matrimonio nel 1989, tra la gioia dei fan. I due hanno una figlia assieme, e hanno vissuto anche momenti drammatici nella loro vita, come quello in cui, nella loro casa in Sardegna, furono rapiti da una banda di rapitori sardi, e rimasero in ostaggio per 4 mesi, fino a che non fu pagato un lauto riscatto. Dori è rimasta accanto al marito fino alla sua morte, avvenuta nel 1999 per colpa di un brutto male, e oggi ne gestisce il patrimonio artistico ed è a capo di una fondazione col suo nome, che si occupa di organizzare eventi in suo ricordo, e ancora oggi lo ricorda sempre col sorriso sulle labbra. Già in passato Techetechete’ aveva dedicato puntate ai due cantanti e ai due sposi, e ora si avrà di nuovo l’occasione di rivivere momenti indimenticabili, come le immagini del loro matrimonio, momenti angoscianti, come la storia del loro rapimento, e momenti di alto livello artistico, come il duetto proprio di Dori con Wess, una coppia artistica molto affiatata.

LA VITA

Dori Ghezzi, che oggi ha poco più di settant’anni, non ha mai voluto nessun altro uomo vicino a lei, ed è anche lei un’artista, che saputo raggiungere un discreto successo da solista e un grande successo in coppia con Wess, con cui cantò “Un corpo e un’anima”, canzone capace di resistere agli anni e alle generazioni e arrivare fino ai nostri giorni sempre amata. Il successo iniziò proprio da questo brano, e anche grazie alla versione italiana di United We Stand, che le fecero raggiungere una certa notorietà. Notorietà che aumentò ancora di più quando conobbe Fabrizio, grande cantautore italiano, definito da molti “il migliore di tutti i tempi della musica italiana” o “il poeta”, con cui iniziò un’appassionata storia d’amore. Fabrizio grazie a Dori riuscì a mettere la testa apposto, dopo aver avuto parecchi problemi in gioventù legati all’alcool e alla vita sregolata. Dori Ghezzi dovette abbandonare la musica nel 1990, per via di un problema alle corde vocali, e concluse quindi la sua carriera musicale con 13 album pubblicati e alcuni risultati illustri, quali il secondo posto al Festival di Sanremo nel 1976 e il terzo posto all’Eurovision Song Contest nel 1975 in coppia con Wess, che la fece conoscere anche all’estero. Ultima canzone con cui si è presentata al Festival di Sanremo prima del ritiro fu “Il cuore delle donne”.