CHRIS HEMSWORTH VS JAMES HUNT
In un’intervista rilasciata a Io Donna, Chris Hemsworth ha confessato di non amare molto la Formula 1: “Più che altro sono un appassionato di Ron Howard. E lui voleva qualcuno che incarnasse la personalità di James. O almeno lo apprezzasse”. E lui lo apprezzava: “Mi piace il suo approccio alla vita, cento per cento impegnato, niente a metà, fedele a se stesso. Onesto, anche se un po’ sopra le righe. Un tipo ‘prendere o lasciare’, così sono anch’io. Però: “Non condivido tutte le sue scelte, ma quando si è circondati dalla leggenda è difficile stabilire la verità. Ho parlato con chi lo conosceva, piloti, meccanici, e ognuno aveva qualcosa di diverso da dire su di lui: c’è la versione esagerata dai tabloid e il dietro le quinte, anche se la mia impressione è che nessuno lo conoscesse davvero. Dietro a un atteggiamento presuntuoso, un po’ insolente, si intravedeva un senso di frustrazione, dietro alle risate l’insicurezza. Come se gli mancasse qualcosa”. Hunt è famoso per aver avuto moltissime donne, un po’ come l’attore che lo interpreta… “Assolutamente no! Credo che nessuno abbia raggiunto quella cifra, cinquemila, narra la leggenda”. [agg. di Rossella Pastore]
VITA PRIVATA
James Hunt conobbe la sua prima moglie nel 1974, sposandosi il 18 ottobre dello stesso anno. Poco dopo divorziò, e nel 1982 si trasferì a Wimbledon dove conobbe Sarah, destinata a diventare la sua seconda moglie. Durante una visita a Doncaster, Hunt venne arrestato per aver aggredito due agenti di polizia. Il suo comportamento violento contribuì ad accrescere il clima di tensione tra i novelli sposi, a tal punto che, nel 1989, la moglie chiese il divorzio. Poco tempo dopo, Hunt conobbe la diciottenne Helen Dyson in un ristorante di Wimbledon. La relazione era vista di cattivo occhio dai genitori di lei, che tentarono di ostacolarli. Il rapporto, tuttavia, durò fino alla morte del pilota, sebbene i due non fossero propensi ad apparire assieme in pubblico. A quel tempo, la situazione finanziaria di Hunt non era delle migliori: la vendita dei beni rimastigli gli valse poche migliaia di dollari, non sufficienti comunque a ripagare i crescenti debiti con lo Stato. [agg. di Rossella Pastore]
JAMES HUNT E NIKI LAUDA
Una delle rivalità più accese non solo per quanto riguarda la Formula 1, ma anche l’intera storia dello sport, è quella che negli Anni Settanta coinvolse Niki Lauda e James Hunt, due personaggi agli antipodi (non solo per via della stereotipica contrapposizione tra spirito mitteleuropeo e Inghilterra, ma anche per caratteri e stili di guida) e grazie ai quali le quattro ruote cominciarono a diventare anche un fenomeno di costume e non solo riservato a pochi appassionati. L’alone di leggenda attorno a questo duello durato alcune stagioni è stato portato sullo schermo nel 2013 da Ron Howard in Rush, contribuendo così a far luce su Hunt, scomparso prematuramente nel 1993 e meno conosciuto rispetto a Lauda. A differenza dell’austriaco, la notorietà di James “The Shunt” (in italiano: lo schianto) Hunt è dovuta alla conquista di un solo titolo iridato (1976), al termine di quell’appassionante testa a testa raccontato in Rush e che rappresentò per il pilota londinese l’apice della carriera: infatti, tre anni dopo, nel 1979, Hunt si ritirò per diventare commentatore sportivo per la BBC, prima di spegnersi a soli 45 anni per un infarto, secondo alcuni causato dagli eccessi legati all’alcool e al fumo.
LE DIFFERENZE RISPETTO A LAUDA
A differenza del rivale Lauda (con cui, contrariamente a quanto si pensa, mantenne rapporti cordiali, condividendo agli esordi anche un appartamento a Londra), per James Hunt la Formula 1 non fu mai una ossessione, nonostante in lui sia stata sempre presente l’ambizione di laurearsi campione del mondo. Al di là di qualche esagerazione di sceneggiatura per esigenze di caratterizzazione dei protagonisti, Hunt fu davvero un donnaiolo impenitente, capace di anteporre feste e bagordi alle nottate passate da Lauda a “settare” la monoposto. A proposito della sua carriera, è interessante notare che il titolo arrivò nel 1976, al termine di un anno passato a rincorrere il rivale, risultando in testa alla classifica una sola volta, al termine del GP finale in Giappone. In seguito, demotivato dagli scarsi risultati e in polemica con una Formula 1 oramai spersonalizzata e nella quale, a suo dire, “l’uomo non conta più nulla”, decise di ritirarsi ma non smise di esprimere giudizi contrastanti sui suoi ex colleghi, coi quali diede vita ad alcune diatribe a mezzo stampa.
UN RUOLO DA PROTAGONISTA IN “RUSH”
In Rush il ruolo di protagonista nella sceneggiatura scritta da Peter Morgan è affidato proprio ad Hunt: a impersonare lo spavaldo e un po’ guascone pilota è l’attore australiano Chris Hemsworth che, nel corso delle presentazioni alla stampa del film, ha avuto modo di spiegare come il suo approccio sia stato “viscerale e di pancia”. Infatti, approcciandosi al personaggio, Hemsworth ha cercato di portare in scena il modo in cui Hunt affrontava le gare “esorcizzando la morte attraverso gli eccessi, mentre Lauda lo faceva mediante il calcolo”. Ad ogni modo, al pari di Daniel Brühl, anche il 34enne originario di Melbourne era molto dubbioso al primo impatto con la sceneggiatura: Hemsworth ha rivelato di non essere mai stato un appassionato di motori, tanto da aver cominciato a fare delle ricerche in proposito “dopo aver saputo che avrei fatto parte del cast”, scoprendo un mondo che fino ad allora gli era completamente sconosciuto, specialmente quel periodo pionieristico della Formula 1 nei primi Anni Settanta.