QUEL PROVINO CON EDUARDO
“La verità è che cantavo. Ho sempre cantato. Andavo al cinema, tornavo a casa e mi mettevo davanti allo specchio a ripetere le scene che avevo visto. Così a 14 anni partecipai alla Piedigrotta Bideri con la canzone Zì Carmilì”, prosegue Angela Luce, svelando la sua passione per la musica. “Poi mi misi in testa che dovevo recitare. Ed essendo un po’ la principessa di casa, ultima dopo due fratelli, papà mi accontentò. Conosceva Ugo D’Alessio, un bravissimo attore della compagnia di Eduardo. Fu lui che mi accompagnò al San Ferdinando. Quel giorno il direttore doveva provinare quindici ragazze, ma noi lo incontrammo nel corridoio. Ugo mi presentò e lui mi chiese se avessi preparato qualcosa. ‘Sì, direttore. Una poesia di Salvatore Di Giacomo e una di Garcia Lorca’. Ma nel dire Garcia mi ricordai di mettere la lingua tra i denti come avevo visto fare. Eduardo scoppiò a ridere: ‘D’Ale’, questa non ave bisogno di provini, è una forza della natura. Andate direttamente dall’amministratore e firmate il contratto’. Rimasi con lui quattro anni. Ricordo che disse: ‘La vedi questa? È polvere sì, ma è sacra, perché è la polvere del palcoscenico’. [agg. di Rossella Pastore]
IL DOPPIO “SMACK” DI TOTÒ
In un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, Angela Luce racconta “quella” scena hot sul set di Signori si nasce: “Dovetti darmi un pizzicotto per non ridere. Totò nel ruolo di Ottone Spinelli degli Ulivi detto Zazà fingeva la vedovanza. Io mi avvicinai e dissi la mia battuta: ‘Condoglianze signo”. E lui: ‘Grazie, pure a te figlia mia’. A questo punto avrebbe dovuto baciarmi le guance. Fatto sta che, essendo più basso di me, si trovò giusto all’altezza del decolleté e inventò lì per lì: smack smack, seno destro e seno sinistro. Per fortuna a quel punto era previsto che uscissi di scena: quelli della troupe ridevano tutti. Ovviamente non dissi nulla, anche se pensai che fosse forse un errore da correggere. Così, un po’ preoccupata, andai da Mattoli e gli chiesi: ‘Maestro, forse bisognerebbe rigirarla quella scena dei baci…’. E lui quasi inalberato: ‘Ma se è venuta benissimo, è un capolavoro! Vedrai, entrerà nella storia del cinema’. Io zitta, incassai. Ovviamente aveva ragione lui”. [agg. di Rossella Pastore]
LA PARTECIPAZIONE NEL FILM ‘SIGNORI SI NASCE’
L’attrice napoletana Angela Luce è tra i protagonisti di questa puntata della trasmissione Techetechetè in onda su Rai 1. La Luce è un’artista di grande spessore molto apprezzata dal pubblico italiano e non solo soprattutto tra gli anni sessanta ed ottanta. Uno dei primi film a cui ha preso parte è stato ‘Signori si nasce’ dove ha potuto recitare al fianco di straordinari artisti come Totò e Peppino De Filippo. Su come venne scritturata la Luce ne ha parlato nel corso di un’intervista al quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno evidenziando: “Provino? No, nessun provino. Avevo ventitré anni ed ero nella compagnia di un altro grande, Nino Taranto. Il mio agente mi propose e fui presa sulla carta per ben tre film. Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi diretto da Mattoli come Signori si nasce , e Letto a tre piazze con la regia di Steno. Totò lo incontrai direttamente sul set. ‘Principe piacere, Angela Luce’. E lui che già non ci vedeva bene: ‘Piacere’. Poi si rivolse all’aiuto regista Michele Lupo e gli chiese: ‘Miche’, com’è Angela?’. ‘Una gran bella ragazza…’. ‘Tiene pure una bella voce’ aggiunse Totò. Così alla prima pausa mi chiese: ‘Angela, mi canti una canzone napoletana?’. Divenne una specie di rito che ripetevamo spesso perché, diceva, ‘mi fai sentire l’odore di Napoli’”.
GLI INIZI DI CARRIERA
Angela Luce, nome d’arte di Angela Savino, ha raccontato in una recente intervista rilasciata al quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno, come ebbe inizio la sua carriera nel mondo dello spettacolo. L’attrice nello specifico ha rimarcato: “La verità è che cantavo. Ho sempre cantato. Andavo al cinema, tornavo a casa e mi mettevo davanti allo specchio a ripetere le scene che avevo visto. Così a 14 anni partecipai alla Piedigrotta Bideri con la canzone Zì Carmilì . Poi mi misi in testa che dovevo recitare. Ed essendo un po’ la principessa di casa, ultima dopo due fratelli, papà mi accontentò. Era suo cliente Ugo D’Alessio, un bravissimo attore della compagnia di Eduardo. Fu lui che mi accompagnò al San Ferdinando. Quel giorno il direttore doveva provinare quindici ragazze, ma noi lo incontrammo nel corridoio. Ugo mi presentò e lui mi chiese se avessi preparato qualcosa… Rimasi con lui quattro anni. Ricordo che disse: ‘La vedi questa? È polvere sì, ma è sacra, perché è la polvere del palcoscenico’”.