GLI ASSASSINI DI ANTONELLA E STEFANIA

Beffardo destino per Antonella Alfano, uccisa proprio da chi avrebbe dovuto difenderla. Oltre a essere suo marito, infatti, Salvatore Ruotolo era anche un carabiniere. Antonella fu ritrovata carbonizzata nella periferia di Agrigento, dove Ruotolo l’aveva condotta nel vano tentativo di dissimulare. Arrestato e condannato a 18 anni, l’assassino è stato privato della patria potestà della figlia minorenne. Conto altrettanto salato per Roberto Colombo, condannato a 17 anni dopo l’omicidio della moglie Stefania Cancelliere. Poco dopo il verdetto, l’assassino si difese con un video su YouTube: Non intendo offendere la memoria di Stefania, alla quale sono stato legato da un amore profondo. Ma per la tutela dei minori e l’onore del mio primo figlio non posso esimermi dal ribattere alle bugie dette dal fratello della vittima. Non mi esimo dal fardello della colpa e della pena ma credo che sia obbligatorio evitare che i miei figli pensino a me come un mostro”. (agg. di Rossella Pastore)



IL PROGRAMMA

Raccontare la verità giudiziaria attraverso la finzione televisiva. Questo il leitmotiv de Il terzo indizio, il programma di Rete 4 condotto da Barbara De Rossi con la partecipazione straordinaria di Siria Magri. A lei il compito di introdurre e commentare una serie di docufiction (due per puntata) che ricostruiscono alcuni dei delitti più efferati ed eclatanti della storia processuale italiana. Lo schema del racconto è il solito: da una parte, indagini che sembrano presto risolte e poche prove per individuare i colpevoli; dall’altra, il fiuto di magistrati e investigatori. Degne di nota le toccani interviste ai parenti delle vittime, impegnati nella ricerca della giustizia anche a distanza di anni. Il terzo indizio si basa su sentenze passate in giudicato, pronunce definitive e ormai inoppugnabili.



I CASI DI ISABELLA ALFANO E STEFANIA CANCELLIERE A TERZO INDIZIO

Il 5 febbraio 2011 una Fiat Seicento esce di strada sulla provinciale 80: l’auto è quella di Antonella Alfano, commessa trentaquattrenne con il sogno della moda. Un maledetto incidente; o almeno, questo è quanto viene raccontato il primo giorno. Tre giorni più tardi, il compagno trentottenne Salvatore Rotolo viene indagato per omissione di soccorso: l’uomo sarebbe stato intravisto nei pressi di via Papa Luciani, ad Agrigento, non lontano dal luogo dell’incidente. A riprova delle accuse, il fatto che le cose tra i due non andassero affatto bene. Non diverso l’esito del racconto di Stefania Cancelliere, trentanovenne uccisa nel giugno di quattro anni fa dall’ex marito Roberto Colombo. A condurre gli inquirenti sulla pista dell’omicidio, le memorie della stessa vittima: “Il diario era una sorta di confessionale, e leggendolo abbiamo tutti compreso il dolore vissuto da mia sorella, i suoi patimenti, le umiliazioni a cui è stata costretta negli anni vissuti con Colombo”, ha raccontato il fratello in un’intervista al Giorno. L’incipit del testamento di Stefania recita “In caso di mia morte prematura”: “Mi dica lei perché una ragazza sana, di 38 anni, avrebbe dovuto scrivere un testamento. Era terrorizzata. E se ci penso adesso, mi vengono i brividi”.

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