LA DENUNCIA SUL BECCARIA DI MILANO
Alla fine dello scorso mese di maggio, Don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile di Milano, ha voluto denunciare con enfasi il degrado di una struttura ormai vecchia e fatiscente. Don Gino, come riportato da Il Corriere della Sera, ha fatto presente quelle che sono le impellenze da risolvere nel più breve lasso di tempo possibile: “Abbiamo una buona scuola, progetti di formazione professionale, ma poche, pochissime risorse per il reinserimento sociale. Reinserimento sociale che è fondamentale perché da noi ci sono soltanto ragazzi provenienti da classi sociali povere, spesso al limite dell’indigenza. Il sindaco Sala ci ha assicurato la presenza generosa della città, ci contiamo. Urge la nomina di un direttore stabile con competenza ed esperienza di comando, e l’adeguamento del numero di agenti… Il Beccaria rischia di fare la fine della rana bollita: messa in pentola in acqua fredda, mano a mano che la temperatura sale non se ne accorge, fino a che è troppo tardi per spegnere il fuoco”.
LA SUA ESPERIENZA E LA FEDE
Nella replica di Sogno o son desto 3 condotto da Massimo Ranieri, avremo modo di assistere anche alla sua intervista a don Gino Rigoldi, introdotta da un’aneddoto dello stesso cantate. Ranieri, infatti, ha ammesso di essere rimasto colpito dall’Estasi di Santa Teresa, contenuta in una delle più celebri chiese di Roma. Proprio davanti alla raffigurazione di questa statua, si è svolta l’intervista al cappellano del carcere minorile Beccaria. L’intervista si è concentrata sulla fede, sull’estasi che è una forma di amore in tutti i sensi. Nella trasmissione, il prelato ha presentato il libro Non amate troppo Dio, parlando di come sia molto importante che l’amore venga coltivato e che dobbiamo imparare a volerci bene. “Io devo capire la parte buona dei giovani da dove ripartire” ha detto l’uomo. Don Rigoldi vive in una casa con dodici ragazzi e si prende cura di loro. “Non posso vivere da solo, io ricevo qualcosa da loro e non posso farne a meno”. L’uomo ha parlato della sua vocazione e di come sia importante la via del perdono e aiutare i giovani a ripartire e a camminare in avanti.
DON GINO RIGOLDI, LE SUE PAROLE A “FUTURA”
Don Gino Rigoldi, proprio alcune settimane fa, ha mandato una lettera a Futura,la newsletter del Corriere della Sera, parlando dei grandi passi avanti fatti nel carcere minorile Beccaria. Infatti, è stato realizzato un campo da calcio con erba sintetica e l’uomo di è detto felice di questo passato dato che nel calcio, come negli altri sport di squadra, il rispetto delle regole è importante sia per il gruppo che per l’individuo. Nella nota, si legge, Rigoldi parla di questi giovani considerandoli la sua umanità, in grado di dare a lui stesso ispirazione. “I giovani hanno bisogno di qualcuno che ne riconosca l’esistenza. Con il mio lavoro ho da sempre cercato di cambiare quello che sembra essere un esito inevitabile. Di aiutarli non solo a cercare, ma a creare sé stessi partendo dai bisogni concreti della vita reale: una casa, un lavoro, dei soldi per vivere e per studiare” ha concluso l’uomo. Alcuni mesi fa, il curato si era anche espresso contro la droga, dicendo come a volte sia importante una scuola per genitori per capire questa problematica, riferendosi al suicidio di un giovane di Lavagna dopo aver subito una perquisizione voluta proprio dalla madre.