LE CURIOSITÀ

El Alamein – La linea del fuoco si è rivelato un vero successo per la critica, facendo incetta di numerosi premi importanti in Italia e non. Su tutti spiccano i 3 David di Donatello su 5 nomination ottenuti per il miglior montaggio, il miglior sonoro in presa diretta e la miglior fotografia a Daniele Nannuzzi. Il film segna anche la prima importante consacrazione per l’attore romano Pierfrancesco Favino, che ottenne una nomination ai David come miglior attore non protagonista. Enzo Monteleone, già sceneggiatore per il film Premio Oscar del 1991 Mediterraneo, ottiene un ulteriore riconoscimento ad una carriera importante. Nonostante i premi, la critica più attenta ha ravvisato alcuni errori ed inesattezze in fase di produzione, l’episodio del cavallo di Mussolini, ad esempio, che viene citato nel film, si riferiva in realtà alla prima Battaglia di El Alamein, e non alla seconda (periodo in cui è ambientato il film). In alcune scene, inoltre, nonostante i tentativi di mascherare i mezzi, i carri armati in scena sono in realtà modelli avanzati e molto più moderni rispetto a quelli in dotazione agli eserciti durante la II Guerra Mondiale.



PAOLO BRIGUGLIA NEL CAST NEI PANNI DI UN SOLDATO

El Alamein – La linea del fuoco, il film in onda su Rete 4 oggi, sabato 5 agosto 2017 alle ore 23.25. Una pellicola di guerra del 2002 che è stata diretto da Enzo Monteleone mentre nel cast sono presenti Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi, Pierfrancesco Favino e Silvio Orlando. Il film è ispirato all’omonima battaglia che ha avuto luogo durante la II Guerra Mondiale tra l’esercito alleato (in particolare l’Inghilterra) e quello nazifascista (in particolare l’Italia). Si tratta del terzo film girato in Italia e direttamente ispirato alle vicende di El Alamein, a distanza di 33 anni da La Battaglia di El Alamein di Giorgio Ferroni. Ma ecco nel dettaglio la trama del film.



EL ALAMEIN – LA LINEA DEL FUOCO, LA TRAMA DEL FILM

Siamo a El Alamein, in Egitto, nell’ottobre del 1942. La città, che si trova a 120 km a ovest di Alessandria, è un crocevia importante per la cosiddetta campagna del deserto filonazista, che mira alla sottomissione completa dell’Egitto ai danni dell’Inghilterra. Il fante Serra, studente all’università di Palermo, si arruola volontario nel X Corpo d’Armata e viene assegnato al 28esimo Reggimento Pavia. Con grande ambizione e spirito patriottico, Serra è fiducioso di una vittoria immediata e schiacciante, ma quando arriva al fronte si ritrova presto in una realtà ben lontana dal suo immaginario.



Il giovane volontario siciliano, infatti, trova i suoi compagni sfiniti dal caldo del deserto e da malattie come la dissenteria, oltre a ciò, con l’arrivo dei primi pesanti bombardamenti britannici deve convivere con il sentimento generalizzato di sfiducia dei suoi compagni e con un’organizzazione difensiva pessima.

La disillusione maturata nell’animo di Serra si accresce quando incontra il sergente Rizzo, un veterano veneto da due anni al fronte, il quale mostra sul volto e sul corpo i segni delle fatiche e delle sofferenze di varie battaglie e dell’esperienza in un campo di prigionia. Nonostante questo, Rizzo riesce a prendere in simpatia Serra, e, con la morte di alcuni camerati e soldati vicini al gruppo del siciliano, i due formano una sorta di squadra insieme al tenente Fiore, che sopravvive a lungo prima di essere sfinito dalla fatica e dalle ferite. Con l’inizio della battaglia il 23 ottobre, la situazione precipita, e Serra sembra essere tutt’altra persona ormai rispetto a quella che era partita volontaria da Palermo, alla fine, dopo essere sfuggiti alla cattura durante un’incursione inglese notturna nel loro campo, Serra, Fiore e Rizzo si incamminano nel deserto per cercare di ricongiungersi alle unità italo-tedesche, ma le distanze nel deserto sono proibitive. Fiore, debilitato per una vecchia ferita, crolla dopo breve cammino e viene assistito da Rizzo, che promette di non lasciarlo fino alla fine. Serra, invece, su ordine dei suoi due superiori, sale su una moto recuperata nella sabbia e cerca di raggiungere il campo più vicino per richiedere soccorsi.