Addio a Bruno Canfora: il direttore d’orchestra è morto e la sua famiglia ha già celebrato le esequie in forma privata. Il Maestro che ha segnato un’epoca della musica e della tv degli anni ’60, che ha fatto ballare generazioni di italiani e firmato alcuni celebri brani diventati poi immortali, se n’è andato improvvisamente. Sui social gli ha voluto rendere omaggio Rita Pavone, che gli ha dedicato un messaggio. «Con grande dolore, solo stanotte ho saputo della scomparsa del Maestro Bruno Canfora. Devo a lui uno dei mie maggiori successi, Fortissimo», ha scritto la cantante su Twitter. Rita Pavone ha poi evidenziato le doti di «grande compositore» del Maestro Canfora, ricordando che ha firmato «sigle televisive indimenticabili per me e per la grande Mina». Poi il saluto finale della cantante nel suo post: «Ci mancherai, Maestro». Oltre a Fortissimo, per Rita Pavone ha firmato anche “Il ballo del mattone” e “Il geghegè”. (agg. di Silvana Palazzo)



È MORTO IL MAESTRO BRUNO CANFORA: RICORDI, CANZONI E TV

L’IMPROVVISA SCOMPARSA

È morto Bruno Canfora: di colpo, all’improvviso, all’età di 92 anni dopo molto tempo passato lontano dalle scene e quasi finito nel “dimenticatoio” della tv, per uno che invece l’aveva interpretata, vissuta e raccontata attraverso quello che sapeva fare meglio di quasi tutti, la musica. Direttore d’orchestra e compositore, ispiratore e ideatore di canzoni divenute leggenda per i più grandi degli anni Sessanta e Settanta, il vero boom della tv e musica italiana. Canfora se n’è andato nella sua casa in Valnestore, vicino a Tavernelle in provincia di Perugia: il ritiro dalle scene ha portato silenzio e intimità tanto che i funerali si sono già tenuti questa mattina in forma privata, hanno fatto sapere i famigliari alle agenzie di stampa. Con le sue canzoni scritte e dirette ha fatto cantare e fischiettare intere generazioni: ‘Fortissimo’, ‘Il ballo del mattone’, ‘Il geghegè’, ma non solo, visto che inventò il leggendario “Da-da-un-pa” delle gemelle Kessler. E poi ci fu lei, la più grande di tutte per cui scrisse le canzoni tra le più famose, assieme al paroliere Amurri: Bruno Canfora impazziva per Mina, come non capirlo, e spesso dirigeva le sue performance in tv negli spettacoli del sabato sera.



RESE “BRAVA” LA GRANDE MINA

Ecco come Bruno Canfora ricordava Mina in una intervista nel 2008. tra le ultime del grande Maestro e direttore d’orchestra: «La conobbi nel 1959. Tecnica perfetta, e non aveva mai preso una lezione, faceva tutto per istinto. Le giuste sfumature. Sembrava una veterana e aveva 19 anni (…) Io dovevo canticchiarle ogni canzone nuova, per illustrargliela. Brava gliela canticchiai tre volte, stavo per iniziare la quarta e lei mi disse: “Uffa, ancora?”. Aveva già imparato tutto, anche il testo», si leggeva ormai 9 anni fa su Repubblica. Parole però immortali che rendono l’idea del rapporto umano e artistico tra Bruno Canfora e la leggendaria Mina (Anna Mazzini). Scrisse musica e canzoni, tra le altre, come ‘Mi sei scoppiato dentro il cuore’, ‘Due note’, ‘Sono come tu mi vuoi’, ‘Vorrei che fosse amore’, ‘Zum zum zum’. Ma fu con “Brava” che raccolse tutta la bravura possibile per “costruire” una canzone sulle qualità e le eccezionali doti canore della Tigre di Cremona. Qui Canfora scrisse anche le parole, oltre a disegnare musica come in pochi erano in grado negli Anni Sessanta e Settanta. Un grande scomparso che lascia un vuoto nella memoria di un tv e una musica che non ci sono più.