Operazione nostalgia per Rai 1, e non solo perché si tratta di una replica (l’ennesima) di uno show andato in onda nel 2016. Sogno e son desto 3 odora di vecchio, quasi di stantio. Eppure, sotto una fitta patina di muffa, è ancora distinguibile il marchio durevole della qualità. Perché quello di Massimo Ranieri è un varietà fuori tempo, ma mai estemporaneo. Nulla è lasciato al caso: dall’assolo sulle note di Anema e core al duetto con Venditti, lo spettacolo è messo in piedi con dovizia quasi teatrale. Dinamiche plateali anche nel caso degli ospiti, che il padrone di casa annuncia seguendo un copione/cerimoniale ben preciso. Da buon anfitrione, Ranieri li invita ad accomodarsi “giusto il tempo di una canzone… o di un caffè”.
MASSIMO RANIERI, CONVINCE ANCORA: LE PAGELLE
Promosso a pieni voti Massimo Lopez. Quanto orgoglio campanilistico, nel suo siparietto L’erba di casa mia. Poco importa che le sue gag siano ormai viste e riviste: è la (re)interpretazione, a fare la differenza. Brignano non può nulla dinanzi alla sua magistrale performance dei dialetti, che a un certo punto sconfina nel politico. A Lopez scappa un “emiliano” Prodi di troppo, e per una questione di equilibrio bipartisan chiama in causa anche il “lombardo” Berlusconi. Gli basta un passo a destra o a sinistra per cambiare intonazione. È così che si allontana troppo, sino ad arrivare all'”estrema” sinistra, e si ammutolisce. Perché? “Be’, non c’è rimasto più nessuno…”. Degno di nota anche Vincenzo Salemme, che si riconferma un ottimo caratterista. Leggermente sottotono il Ranieri cantante: La notte è un brano che poco gli si addice, e Arisa gli viene ben presto in soccorso. Apprezzabile, per gli amanti del genere, il momento di reflection tv targato Don Rigoldi. Il sacerdote è lì per presentare Non amate troppo Dio, un saggio dal titolo singolare, specie per un sacerdote. E così via, divisi tra allegrie e malinconie di una tv d’altri tempi.