The Circle è il film uscito quest’anno tratto dal romanzo di Dave Eggers. Il libro mostra come il lavoro e il mondo stesso siano stati stravolti grazie alle nuove tecnologie. Sono passati ormai quattro anni dalla sua pubblicazione, un periodo enorme in un’epoca di così repentini cambiamenti, e nonostante questo rimane ancora attuale e coinvolgente fino all’ultima pagina.



Nel film il regista James Ponsoldt ha chiamato sul set due attori di grosso calibro: Tom Hanks ed Emma Watson. Il primo interpreta Bailey, il grande visionario fondatore di The Circle, un’azienda supertecnologica che unisce al suo interno le funzioni di Facebook, Google, Amazon e altro ancora. La sua idea è che la tecnologia può migliorare qualunque aspetto della vita a patto che ciascuna persona sia disposta a mettere in comune tutte le informazioni che la riguardano, dai suoi dati medici a cosa fa durante l’orario di lavoro fino al tempo libero. Trova come inaspettato alleato e testimonial di questo nuovo modo di concepire la tecnologia Karen Gillan (Emma Watson), una stagista di The Circle che arriva da una povera famiglia che vive in periferia. La giovane ragazza è stata salvata grazie a un nuovo prodotto della società: si tratta di “telecamerine” piazzate in tutto il globo per poter meglio osservare il mondo e intervenire in caso di necessità. Proprio grazie a questo nuovo prodotto, un elicottero della guardia costiera riesce a salvare Karen che era caduta dal kayak durante una sua gita in mare aperto.



La giovane stagista viene fatta diventare quindi l’icona dell’intera azienda e sposa in toto la filosofia dell’essere trasparenti e quindi inizia ad andare sempre in giro con una telecamera addosso per mostrare al mondo dove si trova e cosa sta facendo. Karen è convinta di lavorare nell’azienda migliore del mondo, dove grazie ai servizi di assistenza medica ha potuto trovare le risorse per far curare suo padre malato e dove si fa ricerca per poter avere sempre più informazioni per poter meglio assistere il cliente. 

Peccato solo che questo sia solo un lato della medaglia. L’azienda, infatti, sta continuando a prelevare miliardi di dati sensibili dalle persone di tutto il mondo e tutto questo senza chiedere loro il consenso e con lo scopo di potergli vendere prodotti di cui The Circle sa che hanno bisogno. Anche se nel film non viene mai nominato, il tema principe è quello dei big data, quindi le informazioni e la loro lettura e decifrazione che possono portare a diversi utilizzi. 



The Circle non fa altro che descrivere ciò che fanno ogni giorno con noi multinazionali come Amazon, Facebook e altre piattaforme da cui continuiamo a ricevere offerte sempre più mirate ed efficaci. Tutte queste aziende sono arrivate al successo grazie alla loro continua possibilità di avere dati sulle persone, poterne decifrare le abitudini e quindi inserirsi dentro aggiungendo i loro prodotti. Il lavoro delle aziende è sempre più quello di decifrare i clienti e grazie ai big data e alle scoperte nel campo delle neuroscienze sono in grado di ottenere un’invasione della nostra vita privata prima inimmaginabile. Il problema è che nessuno in realtà ha dato il permesso a queste società di prendersi i nostri dati e quel che è peggio è che non sappiamo bene per cosa li useranno. Non è un caso che Bailey spinga The Circle a modificare la politica americana e il fondatore di Facebook sia sempre più chiacchierato come il futuro candidato alla Casa Bianca. In fondo una volta che si sanno i gusti di tutti è più facile vincere no?

Il film quindi affronta problematiche attuali e di portata globale, ma nel procedere della narrazione si mostra claudicante. Da una parte a causa della trama stessa che lascia troppe zone griglie e fa virare i sentimenti dei protagonisti in maniera troppo brusca e meccanica; dall’altra è la stessa recitazione di Emma Watson che non convince fino in fondo, perché oscilla dall’interpretare la ragazza che non crede all’ideologia di The Circle alla ragazza immagine in un altalenarsi di stati non molto convincente per lo spettatore.

Rimane in ogni caso grandioso vedere che tipo di possibilità enormi hanno (già) introdotto certe innovazioni tecnologiche, però rimane aperta la questione di come e chi utilizzerà i big data recuperati nel mondo del lavoro. Questo tema sarà sempre più importante nei prossimi anni e il fatto che non si sia una legislazione chiara a tal proposito lascia troppo spazio di manovra a persone che magari si presentano come salvatori dell’umanità, ma che forse hanno intenzioni molto poco benevole come il personaggio di Tom Hanks.