L’ESIBIZIONE

Dopo le consuete presentazioni, Che fuori tempo che fa ha finalmente inizio con Francesco Gabbani e la sua Pachidermi e Pappagalli. Ottima esibizione, eclettica e visionaria al punto giusto. “Marzullo, hai sentito la canzone?”. “Sì”. Non si prospetta niente di buono. E infatti… solita domandona per Gabbani, che prontamente replica: “La risposta è uguale alla domanda, ma… va letta al contrario”. “Io ho la fortuna di essere arrivato dove sono essendo semplicemente me stesso, il che è davvero una grande cosa”. Orietta Berti si intromette ingiustificatamente: “Io non ho mai vinto Sanremo; in compenso, ho venduto 9 milioni di dischi”. Una serie di clip ripercorre l’estate ‘Tra le granite e le granate’ di Francesco Gabbani. Alla fine, il cantante carrarese ha gli occhi lucidi. Altro omaggio: il vescovo di Catania che canta Amen. Nino Frassica ironizza: “Tra l’altro, ha costretto il chirichetto a vestirsi da scimmia!”. [agg. di Rossella Pastore]



IL TRIONFO ALL’ARENA DI VERONA

Non  sembra arrestarsi il successo di Francesco Gabbani, che dopo aver trionfato nell’ultima edizione del Festival di Sanremo con il brano “Occidentali’s Karma”, è riuscito a conquistare il primo posto anche a Power Hits Estate, l’evento creato da Rtl che ha riunito, in un’Arena di Verona completamente sold out, tutte le hit più amate dell’estate. A fare il pieno di consensi, in questa occasione, è stato il brano “Le granite e le granate”, un successo che ha accompagnato gli italiani per tutta l’estate e che in breve tempo è diventato un vero e proprio tormentone. “Curioso che abbia vinto una canzone che mostra come in molti vivano in maniera forzata la dimensione dell’estate e del divertimento. Qualcuno si è fermato al na na na melodico, altri hanno colto il significato vero e la vena malinconica di quell’eppure non partiamo mai”, ha detto il cantante al Corriere della Sera, rivelando che se avesse potuto esprimere la sua preferenza, avrebbe di certo votato per “Pamplona” di Fabri Fibra. (Agg. di Fabiola Iuliano) 



ANNO DI GRANDI SUCCESSI

Tra gli ospiti della prima puntata della nuova stagione della trasmissione Che tempo che fa, condotta sulle frequenze di Rai 1 da Fabio Fazio, c’è anche il cantante toscano Francesco Gabbani reduce da un anno che lo ha consacrato grande protagonista della musica italiana. Infatti, dopo la vittoria al Festival di Sanremo con Occidentali’s Karma e la partecipazione all’Eurovision Song Contest, ora sta scalando le classifiche con il nuovo singolo Pachidermi e Papagalli. Si tratta di un pezzo nel quale si parla di politica e populismi. Sul brano lo stesso Gabbani nel corso di un’intervista rilasciata a Il Foglio ha rimarcato: “La politica non è il mio mondo, perché i miei interessi sono attualmente concentrati nel fare musica. E la musica, pur risplendendo come un arcobaleno, non ha colori politici. Il mio intento è solo quello di proporre le mie creazioni musicali, abbinandole a testi non sempre canonici e spesso permeati di ironia. Non c’è mai l’intenzione di essere irrispettoso, né tantomeno offensivo. Le mie sono canzoni da cantare con il sorriso sulle labbra e quelle devono rimanere”.



L’AMMIRAZIONE DI FRANCESCO GABBANI PER BATTIATO

Nel corso della medesima intervista Gabbani ha parlato del suo stile definito simile a Battiato e del legame che nutre nei confronti della propria città natale Carrara. Queste le parole di Gabbani: “Battiato è indubbiamente uno degli artisti che ammiro di più. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di aver avuto un invito da parte sua, nella sua Sicilia. Per quanto riguarda la sua ironia, rispondo con un breve aneddoto: quando gli confessai tutta la mia stima e ammirazione, mi guardò e mi disse: Contento tu… Carrara? Sicuramente ho un legame molto forte con la mia terra e appena gli impegni di lavoro me lo permettono, torno a casa. Carrara è una terra sanguigna, spontanea. Ed è quella la spontaneità che io cerco di mantenere sempre. L’affinità con la mia musica la riscontro nella filosofia del cavatore, figura che quotidianamente lavora, suda e fatica per realizzare il proprio lavoro. Insomma, ‘sudore, fiato e cuore’ servono sempre per provare a ottenere qualche risultato, qualsiasi attività si voglia svolgere”.