“Un, due, tre… Fiorella” ha segnato il debutto alla conduzione da parte della Mannoia. Per lei, solo complimenti, specie dalle tante colleghe e amiche intervenute nel corso delle due puntate andate in onda al sabato sera dell’ammiraglia di Casa Rai. Ed intanto, la replica streaming del programma può essere già visionata su Personal Computer e dispositivi mobili. Per quanto riguarda la prima ipotesi, non dovrete fare altro che collegarvi sul portale di RaiPlay e selezionare data e orario di messa in onda per rivedere la puntata. Se avete scelto di visionare Fiorella e le sue amiche in mobilità invece, dovrete prima scaricare l’applicazione ufficiale dagli Store di iOS, Android e Windows Phone. In questo modo però, potrete vedere le varie esibizioni assolute dove volete. “Ho avuto una squadra fantastica e la ringrazio per il supporto che mi ha dato. È stata un’esperienza bellissima. Grazie di cuore a tutti. Alle 14 su Rai1 potete vedere (se volete) il “meglio di…” #123Fiorella”, ha scritto l’artista su Facebook. E quindi, vi ha offerto anche il terzo modo per potere recuperare in replica la puntata finale del suo show. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
Ascolti al top
Ieri sera è andata in onda la seconda e ultima puntata dello show di Fiorella Mannoia dal titolo “Un, due, tre… Fiorella!”. La rete ammiraglia di Casa Rai ha accolto l’artista insieme a tanti volti musicali e l’intervento dell’attore Edoardo Leo. Come sono andati gli ascolti del programma? La prima serata è stata vinta proprio da Fiorella Mannoia che si è portata a casa 3.768.000 spettatori (con share pari al 20,57%). La cantante dai capelli rossi ha battuto il film di Canale 5, “Che bella giornata” con (e di) Checco Zalone che ha concluso con 2.226.000 (11,26%). Ed intanto, tra i momenti belli dello show, l’artista ha duettato con Clementino sulle note di “Napule è”, di Pino Daniele. Non nascondendo la commozione ha annunciato anche un grande concerto a Napoli, proprio in suo onore: “Possiamo annunciare che a giugno dell’anno prossimo a Fuorigrotta ci sarà un grande evento con tutti gli amici e coloro che lo hanno amato. Vi aspettiamo tutti”, ha fatto sapere l’artista. Se volete rivedere l’esibizione e anche l’intera puntata, vi basterà cliccare qui. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
I memorabili duetti della serata
Fiorella Mannoia con il suo show, si è “alleggerita” dalla sua vecchia etichetta che, per forza di cose, la portava ad essere, per l’immaginario collettivo, una personalità ben più drammatica. Fiorella invece, ride tanto, sa fare dell’ironia, si prende gioco di se stessa ed anche degli ospiti e crea delle belle interazioni. L’ultima puntata di “Un, due, tre… Fiorella!”, ha regalato al pubblico le migliori cantanti del panorama musicale italiano: da Ornella Vanoni ad Elisa, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Loredana Bertè, Gianna Nannini e Paola Turci (ma anche tanti altri). Uno spaccato televisivo degno di nota che ha permesso alla cantante romana di essere più serena e spigliata. Bravissimo come sempre, Edoardo Leo che con il suo monologo, rimette in piazza Luca Goldoni, presentando uno stile anni ’70 che resta comunque – fortemente – attuale (e fa venire anche la pelle d’oca, diciamocelo…). Clementino invece, nonostante la sua simpatia, continua a non convincere appieno e ripensandoci, anche con la sua assenza, si sarebbe andati avanti in maniera egregia. Ottima musica ma ancora traballante la parte autorale così come il montaggio, con degli stacchi troppo “brutali”. Spettacolo promosso in musica ma rimandato per alcuni punti di vista. In sintesi, essendo una cantante, Fiorella Mannoia non doveva anche sapere presentare ed intrattenere il pubblico ed invece, ci è riuscita alla grande. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
Le pagelle della seconda puntata
Fiorella Mannoia: come (non) si cambia. Altro che giochi da bambini e manierismi di sorta. Un, due, tre… Fiorella! non è affatto quel programma allegro e scanzonato di cui si era parlato nei giorni scorsi. La Mannoia non è nemmeno la Mina 2.0, come qualcuno aveva osato apostrofarla in una poco ragionevole analisi a priori. Niente da fare: Fiorella rimane incastrata nel suo perenne ruolo di poetessa truce e malinconica, e a nulla valgono le simpatiche incursioni di amici e colleghi che – a ragione – prendono in giro il suo essere fin troppo posata. Memorabile il duetto con Loredana Bertè sulle note di Dedicato: per l’occasione, la Mannoia si atteggia da poser coi vestiti della collega. Ma Loredana si rivela una pessima stylist, e Fiorella vira su qualcosa di più classico. È la volta di Ornella Vanoni, con il vintage de La voglia, la pazzia. Tutto secondo copione per Emma ed Elisa, prima di Niccolò Fabi che porta sul palco una ventata di funk. Arriva Carlo Conti. Telepromozione: “Ma sai che sei proprio identica a Fiorella Mannoia? Complimenti a truccatori e parrucchieri!”. Alessandra Amoroso, dal canto suo, predilige un look acqua e sapone. Fiorella ricicla l’intro della serata Amiche in Arena: “Per una sera [la seconda, N.d.R.], il mio non sarà un monologo, ma un dialogo”.
Mediocre la performance di Edoardo Leo: la sua nazionalpopolarità non gli consente di fuoriuscire dai canoni del bell’attore… e basta. Monologo sull’infanzia per lui, portato a conclusione da Paola Turci che profana la memoria di Giorgio Gaber. Evitabile la cover di Non insegnate ai bambini, che a dispetto dell’interpretazione rimane il momento più alto della serata. Conclusione a dir poco prevedibile: Fiorella Mannoia chiama sul palco le sue compagne di viaggio, per un Amiche in Arena Rai 1 edition. “Ci rivedrete ancora”, promette la Mannoia. Non ne dubitavamo. Onore al merito: le sei donne della musica italiana sono davvero affiatate, e insieme danno il meglio di loro. “Meglio” per i loro standard, s’intende. Ma de gustibus. L’epilogo è meno scontato del previsto: non è il caso di bissare Quello che le donne non dicono, perciò la Mannoia ripiega su Ho imparato a sognare. Il degno finale di un doblete all’insegna della retorica. Ma aspettate, non è ancora detta l’ultima parola: ecco svelata l’utilità di Clementino. È lui a stemperare quell’atmosfera smodatamente buonista che aleggia come un’aureola intorno alla chioma rossa della Mannoia, che finalmente si lascia andare a un rap irriverente e ritmato che è sinonimo di contemporaneità.