“It” fa paura… e discutere. Da quando il film è uscito nelle sale sono scoppiate diverse polemiche: da quelle dei pagliacci di professione alle proteste della divisione russa di Burger King. La nota catena di fast-food ha infatti presentato un reclamo presso l’authority anti-monopolio Fas chiedendo che “It” fosse bandito dalla Russia per concorrenza sleale. La tesi è che Pennywise, il demoniaco pagliaccio interpretato da Bill Skarsgard, sia l’esatta copia di Ronald McDonald, la mascotte della catena di fast-food rivale. Il quotidiano economico russo Vedemosti ha riportato la denuncia di Burger King Russia, secondo cui la somiglianza è evidente dalla gamma di colori ai palloncini con cui seduce i bambini. E in effetti non ha tutti i torti, perché la somiglianza c’è, non a caso su YouTube è comparsa una videoparodia “It – McDonald’s Edition” con la mascotte nei panni di Pennywise in alcune scene della pellicola. Il reclamo è stato preso sul serio dal consiglio d’amministrazione dell’authority russa: ha fatto sapere infatti che esaminerà “It”.
GUERRA TRA FAST-FOOD PER PENNYWISE
«Non ci interessa il contenuto del film, perché lo scrittore e il regista hanno la loro personale visione creativa di ogni personaggio, ma vogliamo solo determinare se c’è davvero pubblicità occulta in violazione della legislazione russa», il commento di Andrej Kashevarov, vicecapo di Fas, ai microfoni di Ria Novosti. Burger King Russia dunque aspetta una decisione in merito al reclamo contro “It”, ma non è la sola ad aver protestato contro il film. Komik-Trest, una troupe teatrale di clown di San Pietroburgo aveva chiesto il divieto prima dell’uscita nelle sale, perché Pennywise denigrerebbe la loro professione. E, come riportato da Repubblica, anche Anatolij Marchensky – deputato regionale di Sverdlovsk e direttore del Circo di Ekaterinburg – aveva protestato, arrivando a chiedere di non usare «una figura sacra come quella del pagliaccio» per «commettere crimini contro i bambini». La replica del regista russo Aleksej Fedorcenko ha infiammato le polemiche: ha ironicamente suggerito di censurare “Saw” e “Non aprite quella porta” perché infangano i boscaioli.