Non solo Paolo Virzì nella carriera di Micaela Ramazzotti, dunque, che dopo l’incontro con il regista divenuto suo marito, ha comunque partecipato a diversi progetti artistici sotto la guida e la supervisione di diversi importanti registi. Lo stesso è accaduto durante la realizzazione di “Una famiglia”, con Paolo Virzì regolarmente in platea ad applaudire la moglie, ma la scena se l’è presa solamente la bella Micaela, che aveva già lavorato nel 2014 ad un progetto di Sebastiano Riso, regista di “Una famiglia” che tre anni fa aveva realizzato il suo precedente film, “Più buio di mezzanotte”. In questo 2017 invece l’attrice romana aveva partecipato al film di Gianni Amelio, “La tenerezza”. Insomma, un talento poliedrico legato anche ad altri registi di grande talento del cinema italiano come Daniele Luchetti, Francesca Archibugi e Cristina Comencini: c’è la possibilità che nel prossimo film la coppia, anche sul set, con Virzì torni a ricomporsi. (agg. di Fabio Belli)
“UNA FAMIGLIA” ISPIRATO A STORIE VERE
Micaela Ramazzotti è la protagonista del film “Una famiglia”, che uscirà nelle sale il 28 settembre, una pellicola molto impegnativa che tocca un argomento delicato, quello del mercato nero dei neonati e del quale si parlerà nel corso della nuova edizione del Festival di Venezia. Il regista è Sebastiano Riso, accolto tiepidamente dalla stampa che ha visto in anteprima la proiezione. Maria, il nome di Micaela Ramazzotti, è praticamente prigioniera in un appartamento di Roma e si fa sfruttare da Vincent (Patrick Bruel), che la costringe a gravidanze finalizzate poi subito alla vendita clandestina del bambino. Sebastiano Riso ci spiega come è nata l’idea di questo film attraverso Vanity Fair: “Siamo partiti da intercettazioni telefoniche reali sul traffico illecito di neonati nella Capitale”.
L’ATTRICE PROTAGONISTA AL FESTIVAL DI VENEZIA CON “UNA FAMIGLIA”
Mentre la protagonista, Micaela Ramazzotti, ci spiega: “Questa madre l’ho rincorsa, scelta, voluta. Più sono disperate, queste donne, più sono disgraziate, più vengono da mondi subalterni e più le voglio fare, mi sento loro portavoce, ho voglia di approfondirle, difenderle. Maria è una madre-bambina, a malapena riesce a esserlo di se stessa. Va in giro con giubottino di lana rosa e si abbraccia per provare a volersi bene, a tenere in grembo quel bambino che non ha mai avuto e che forse mai avrà”. La protagonista racconta anche di aver ritrovato il suo lato primitivo attraverso Maria che riuscirà a ribellarsi con il tempo ad una situazione davvero pesante. Nonostante l’amore malato per Vincent il lato di giustizia e ribellione riuscirà ad avere la meglio. Un film quindi davvero forte che racconta una realtà purtroppo attuale. Vedremo il pubblico come risponderà all’uscita nelle sale.