Tra i ricordi che si stanno moltiplicando intorno alla figura di Gastone Moschin, c’è anche quello relativo all’ultima intervista ufficiale rilasciata dall’autore, a Il Fatto Quotidiano del 10 luglio 2016. Una lunga chiacchierata in cui Gastone Moschin ha raccontato la sua esperienza d’attore a 360 gradi, in un mondo e una società che spesso non lo rispecchiavano più. Raccontò Moschin: “Ho interpretato tante vite, tanti personaggi, tante esistenze e tante maschere che non sarebbero mai state davvero mie neanche se avessi vissuto tre secoli. Negli anni dell’Accademia, quando sognavo esattamente questo, non credevo che avrei recitato così tanto.” Dai ricordi con Francis Ford Coppola, definito uomo di grande semplicità contrapposto alla complessità della macchina hollywoodiana, a quelli con Mario Monicelli nel grande successo di Amici Miei: “Almeno un paio di volte e non c’è occasione in cui non mi sia sembrato un film più malinconico che ilare. Si respira questa incombente sensazione di addio, di tempo che svanisce, di un mondo che si allontana e non promette ritorni: fin dal titolo. Amici miei è già un congedo. C’è il domani con le sue incognite e nessuno che sappia dire come sarà davvero. (agg. di Fabio Belli)



“PURTROPPO NON E’ UNO SCHERZO”

Oggi l’ultimo saluto all’attore Gastone Moschin, morto lunedì all’ospedale di Terni. Questa mattina i funerali: chiesa gremita al santuario della Madonna del Ponte, a Narni Scalo. La bara, con sopra un cuscino di rose rosse, è stata scortata dalla figlia Emanuela e dalla moglie Marzia Ubaldi. Don Roberto Bizzarri, il parroco di Capitone, la frazione di Narni dove Moschin viveva con la sua famiglia dagli anni ’90, come riportato dall’Ansa ha dichiarato all’inizio della cerimonia: «Tutti vorremo che questa fosse una scena di Amici miei. Ma non è uno scherzo, è la realtà». A Narni l’attore aveva aperto a una scuola di recitazione e un centro di ippoterapia. Celebre per il suo ruolo in Amici miei, l’attore resterà per sempre nella memoria dei cinefili. Era anche l’ultimo ancora in vita dopo le morti di Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Duilio Del Prete, Philippe Noiret e Renzo Montagnani. (agg. di Silvana Palazzo)



L’ULTIMO ABBRACCIO DELLA MOGLIE MARZIA UBALDI

Stanno per cominciare i funerali del grande Gastone Moschin a Narni Scalo, dove tra tutti l’abbraccio più sentito e più commosso sarà certamente quello della moglie inseparabile, Marzia Ubaldi. Per una tragica ironia del destino dopo una vita passato a fianco del grande attore con cui ha condiviso anche parecchi progetti teatrali e professionali, nel momento esatto della morte sono rimasti lontani: come spiega Il Resto del Carlino questa mattina, l’attrice era in vacanza come ogni anno faceva anche assieme a Moschin in quel di Pesaro all’Hotel Imperial Sport. Quest’anno però, per motivi di salute, il grande Melandri non l’ha seguita ed è rimasto a Terni. Ma appena saputo della morte del consorte, che non stava bene da molto tempo purtroppo, Marzia è partita subito per rimanere vicino nell’ultimo addio e abbraccio stretto. Non solo moglie, ma anche attrice, doppiatrice di successo e perfino cantante: forse in pochi sanno che la prima versione de La ballata dell’amore cieco di Fabrizio De Andrè è stata scritta proprio per la Ubaldi, che ha cantato negli anni Sessanta quello che è divenuto poi un successo importante dell’allora giovane Faber.



I FUNERALI A NARNI SCALO

Gastone Moschin oggi avrà il suo ultimo addio sulla Terra nei funerali religiosi a Narni Scalo, dove viveva con la sua famiglia dagli Anni Novanta: un addio triste per un grandissimo del cinema e teatro italiano che lascia ormai orfani tutti gli amanti di Amici Miei, essendo stato lui l’ultimo attore ancora in vita di quel clamoroso successo che fu il capolavoro di Monicelli. «La salma di Moschin si trova ora nell’obitorio del Santa Maria: sarà trasferito poi alle ore 10 presso la Chiesa per i funerali»: l’Ansa spiega come il luogo delle celebrazioni sarà la chiesa della Madonna del Ponte a Narni Scalo, in provincia di Terni. La famiglia, gli amici e i tantissimi studenti/fan del maestro Moschin saranno tutti riuniti tra qualche ora nella Chiesa di Narni per l’ultimo grande saluto e abbraccio. Ricordiamo infatti che proprio a Terni Moschin, assieme alla moglie Marzia Ubaldi, aveva trasmesso e insegnato la propria grande caratura di attore teatrale e cinematografico.

LA BATTUTA STORICA DEL MELANDRI

Credo che tutti, o quasi, si ricordino quella battuta fulminante che Melandri-Gastone Moschin osava dire nell’apice di ironia del capolavoro di Monicelli: «Ragazzi, come si sta bene tra noi, tra uomini, ma perché non siamo nati tutti finocchi?». Poche parole, un’immagine di sottofondo perfetta nel sottopassaggi della stazione ferroviaria subito dopo la scena forse più cult dell’intero film: avevano appena preso a schiaffi tutti passeggeri in partenza affacciati dal finestrino, una scena che è passata alla storia e di cui Moschin era uno dei fortunati protagonisti. Ecco, quella frase legata all’euforia e benevolenza di quell’amicizia così pazza e così stretta, racchiude tutto il senso di un’ironia acuta, perfetta e perfino “politically uncorrect” per l’epoca di oggi sicuramente, ma anche all’epoca fece il suo discreto scalpore. Il Melandri aiutò una generazione con quella battuta, lontana anni luce dalla corrente LGBTQ, facendo ridere e commuovere tutte quelle compagnie che nella “zingarata” alla stazione ne fecero un’icona di stile prima ancora che un film di culto.