Cos’è e come si cura il disturbo di cui soffre Kate Middleton? La duchessa di Cambridge è incinta del terzo figlio e oltre alla gioia, deve convivere anche con una fastidiosa problematica che si chiama: iperemesi gravidica. Ecco, nello specifico, un’attenta analisi della sua patologia. A confermare questa “indiscrezioni”, la nota ufficiale di Kensington Palace diffusa su Twitter. “Questo disturbo- spiega la dottoressa Stefania Piloni su VanityFair, medico chirurgo specialista in ginecologia e ostetrici a- si manifesta con nausea e vomito intensi che impediscono di svolgere le normali attività quotidiane. È molto frequente che chi ne abbia già sofferto in una precedente gravidanza, ne soffra anche in quelle successive”. La dottoressa poi continua e specifica cosa è il disturbo e come può manifestarsi. Durante i primi tre mesi di gestazione, la nausea al mattino è qualcosa di molto comune tra le donne in dolce attesa. “L’iperemesi gravidica (o Hyperemesis gravida rum) invece è un disturbo più raro. Si stima che colpisca 1 donna su 5. Quando si soffre di questo disturbo la sensazione di nausea perdura per tutto il giorno e si vomita in continuazione”, ha specificato.
Iperemesi gravidica, la patologia di cui soffre Kate Middleton
La specialista poi chiarisce che non si tratta di nausea comune, ma di una ben più grave patologia che impedisce all’organismo di trattenere cibo e liquidi, generando non solo il vomito ma anche una importante perdita di peso. Ma quali sono le cause dell’iperemesi gravidica? “Ancora oggi le cause di questo disturbo sono sconosciute. La casistica ci dice che è più frequente nelle donne che già a una precedente gravidanza ne abbiano sofferto”. Il problema principale poi, risiede nella sua lunga durata. Mentre le comuni nausee variano tra le 12 e 14 settimane: “l’iperemesi gravidica può durare anche tutto il periodo della gravidanza”. Come fare per poterla curare: “È fondamentale rivolgersi al proprio ginecologo che potrà indicare dei farmaci che migliorano i sintomi del disturbo, come ad esempio quelli antiemetici che sono in grado di prevenire e reprimere il vomito. Nei casi più gravi, per fortuna rari, è necessario il ricovero in ospedale e sottoporsi a trattamenti farmacologici e alimentari tramite flebo”, conclude il medico chirurgo.