TRA IL SET E LA FIGLIA RANIA
Tra i componenti della giuria che questa sera deciderà chi potrà fregiarsi del titolo di Miss Italia 2017, figura anche il nome della bella attrice Francesca Chillemi che nel 2003 a 18 anni è stata eletta Miss Italia. Dunque decisamente una giurata competente, in grado di svolgere a pieno il delicato compito assegnatole. Nell’ultimo periodo la Chillemi non solo ha fatto parte di un paio di fiction di grande successo come Braccialetti rossi e Che Dio ci aiuti, ma ha anche conciliato i nuovi e felici avvenimenti che hanno caratterizzato la sua vita sentimentale. Nello specifico l’attrice ha consolidato in maniera importante il rapporto d’amore che lo lega all’imprenditore e manager Stefano Rosso grazie alla nascita della loro prima figlia Rania avvenuta il 22 febbraio del 2016. Insomma, per la Chillemi ci sono state impellenze familiari di cui occuparsi tra un set e l’altro.
IL RAPPORTO CON STEFANO
Quella tra Francesca Chillemi e Stefano Rosso è una bellissima storia d’amore che si sta dimostrando molto solida. I due sono in perfetta sintonia anche perché, come ha spiegato in più occasioni la protagonista di Che Dio ci aiuti, tra di loro è stata fatta chiarezza soprattutto su quelli che erano i progetti professionali. Nello specifico la Chillemi ha raccontato al settimanale Grazia: “Stefano ha sempre saputo che avrei continuato a recitare, anche dopo la nascita di nostra figlia. Il fatto che Stefano abbia disponibilità economica, non c’entra niente con me. Se smettessi di lavorare, come vivrei? Facendo la mantenuta? No, è proprio un concetto che non mi appartiene. Già da ragazza mi pesava chiedere la paghetta ai miei genitori, figuriamoci, oggi con il mio uomo sarebbe impensabile. “Scusa Stefano mi dai i soldi per i pannolini? Scusa Stefano mi compri un paio di scarpe nuove? Non Sono abituata a farmi regalare le cose dagli altri. Io non lavoro per hobby, ma per garantire la mia indipendenza che viene prima di tutto. Non chiedo niente a nessuno da quando avevo 18 anni. Ho cominciato a lavorare a 14. Non c’è niente di ideologico, è una mia necessità profonda, il mio modo di essere”.