Barbara De Rossi ha parlato a Quarto Grado dei maltrattamenti di cui è stata vittima negli anni passati. L’attrice, che tornerà su Rete 4 dal 16 gennaio con “Il terzo indizio”, programma che ricostruisce in forma di docs-fiction alcuni famosi casi di cronaca, ha trattato con estrema delicatezza del caso di cui è stata protagonista. «Il maltrattamento non si risolve, lo butti dietro e resta lì. Non ha un senso, non insegna nulla: lo subisci, ma non lo elabori. Non lo metabolizzi», ha raccontato Barbara De Rossi nello studio di Gianluigi Nuzzi. Il conduttore ha rassicurato l’ospite circa il fatto che non le avrebbe chiesto l’autore dei maltrattamenti. «Sono ancora sulla via legale che deve concludersi, eppure sono passati tanti anni. La giustizia è lenta per tutti», ha sorriso con amarezza l’attrice, evidentemente ancora turbata da una vicenda del passato che però resta purtroppo ancora aperta.
BARBARA DE ROSSI: QUEL MOMENTO TERRIBILE DEL SUO PASSATO
Nel passato di Barbara De Rossi c’è un momento terribile ed è quello nel quale ha subito maltrattamenti da un uomo. Probabilmente potrebbe trattarsi di un ex compagno, ma l’attrice non ha mai rivelato chi fosse lui, preferendo concentrarci sulla sua esperienza per dare coraggio e speranza alle donne che si sono trovate e si trovano tuttora nella sua condizione. «Mi è successo di essere maltrattata, è qualcosa che toglie la vita, autostima e non si supera. Può succedere a tutte le donne, ma io ero più predisposta perché sono una che dà moltissimo, sono molto generosa in amore. E le donne colpite sono così: indipendenti, con una forza incredibile per gli altri, ma fragili per sé», aveva raccontato anni fa in un’intervista a Gente. La figlia e il lavoro l’hanno salvata: «Poteva andarmi molto peggio. Mi sono isolata per mesi, non riuscivo a parlare con nessuno». Nel suo racconto c’è un particolare che ritroviamo in molte testimonianze di donne vittime di maltrattamenti: «Fino all’ultimo si tende a dare ragione al proprio aguzzino, a sentirsi sbagliate, a dare spazio e ascolto».