Per il ruolo di Beatrice Morandini Valdirana in “La pazza gioia” Valeria Bruni Tedeschi ha vinto il suo quarto David di Donatello per la migliore attrice protagonista. Il suo discorso di ringraziamento durante la serata di premiazione è diventata una vera e propria gag teatrale: “Vorrei condividere questo premio con Micaela Ramazzotti, perché senza di lei, senza Donatella, Beatrice non potrebbe esistere. Siamo un po’ come Stanlio e Ollio. Io sarei Stanlio e lei Ollio… Ringrazio Franco Basaglia che cambiò radicalmente l’approccio della malattia mentale in Italia, ringrazio Paolo Virzì che mi guarda da anni con tenerezza, allegria e senza paura”. Tra i tanti che ha ringraziato ci sono Leopardi, Ungaretti, Pavese e Natalia Ginzburg, Anna Magnani, Gena Rowlands e l’amica Barbara: “che mi propose ufficialmente la sua amicizia il primo giorno di asilo e mi dette un po’ della sua focaccia facendomi sentire magicamente non più sola”. Un ringraziamento anche alla psicanalista, alla mamma e alla sorella. Un sentito grazie a Paolo Virzì e agli altri registi l’hanno “accolto nel paese meraviglioso della loro fantasia. E in anticipo ringrazio quelli che forse mi accoglieranno ancora e mi permetteranno di vivere questa vita parallela che è il cinema”. Infine un grazie anche agli “uomini che mi hanno amata, che ho amato e anche quelli che mi hanno abbandonata”. L’attrice ha definito il suo personaggio in “La pazzia gioia”, clicca qui per vedere il trailer, “meraviglioso, triste, buffo e fantasioso”. Il film andrà in onda su Rai 3 a partire delle 21.15 ma sarà possibile vederlo anche sintonizzando i propri dispositivi mobile a Rai Play, cliccando qui.



NEL CAST MICAELA RAMAZZOTTI

La programmazione televisiva di Rai 3 prevede per la prima serata di questo venerdì, 12 gennaio 2018, alle ore 21:15 la messa in onda del film La pazza gioia. Una pellicola italiana del 2016 diretta dal regista Paolo Virzì che ne ha anche scritto il soggetto e la sceneggiatura con la preziosa collaborazione di Francesca Archibugi, le musiche sono state composte da Carlo Virzì e il montaggio è stato realizzato da Cecilia Zanuso. Nel cast sono presenti tanti artisti emergenti e affermanti del cinema nostrano come Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Marco Messeri, Anna Galiena e Tommaso Ragno.



LA PAZZA GIOIA, LA TRAMA DEL FILM

In comunità per persone affette da disturbi mentali, vivono due donne apparentemente molto differenti per carattere ed estrazione sociale, Beatrice è una cinquantenne che si atteggia ad avere comportamenti da aristocratica e Donatella che invece è una giovane donna dal carattere abbastanza chiuso. In maniera del tutto inaspettato, le due donne stringono una forte amicizia il che spinge il responsabile della clinica a prevedere per loro la possibilità di reinserirsi nella società grazie a un lavoro presso un vivaio che dista pochi chilometri dalla clinica. Un giorno, in ragione del ritardo del pullmino che avrebbe dovuto riaccompagnarle in clinica, Beatrice e Donatella, decidono di ridarsi alla vita che avevano in precedenza e in particolare danno vita a una vera e propria fuga prendendo un autobus di linea. I responsabili della clinica, resosi conto di quanto accaduto evidentemente preoccupati per l’instabilità mentale delle due donne, cercano in ogni modo di rintracciarle e convincerle a fare ritorno. Donatella e Beatrice riescono con tanta astuzia a raggiungere la sede di una sorta di veggente per chiedere a lui notizie riguardo ad alcune persone che hanno particolarmente a cuore, nel caso di Donatella, si tratta del figlio poi dato in adozione dai servizi sociali ad una famiglia e nel caso di Beatrice dell’ex amante Renato che l’ha portato a chiudere il matrimonio con il marito. Il veggente da loro delle false speranze sulle rispettive situazioni il che alimenta questa voglia di pazza gioia da parte delle due amiche che si troveranno a vivere una incredibile avventura che li farà prendere coscienza di quella che è la realtà dei fatti ed in particolare nel caso di Donatella che dopo essersi ritrovato causalmente dinnanzi al proprio figlio gli promette e si promette che sarebbe tornata a trovarlo una volta terminato il percorso di cura all’interno della clinica.