UN’OCCASIONE PERSA

“Per fare sport basta un po’ di tempo”, assicura Alex Zanardi. Certo che il triathlon non è proprio alla portata di tutti: “Ci sarà un motivo, se la competizione si chiama Iron Man”. Saggio Fazio. “So che hai vinto 38 medaglie…”. “In realtà non lo so”, replica lui, “di solito non le conto”. Difficile credergli, comunque. Con Zanardi si accenna alle mancate Olimpiadi di Roma: “Peccato non mi abbiano dato la possibilità di correre a Roma”. Ma meglio non parlare di politica. “È vero che hai iniziato con un triciclo?”. Il campione conferma, e la regia manda una foto: “Questo è stato il mio primo mezzo di locomozione”. Se con un triciclo è arrivato fin qui, c’è speranza davvero per tutti. [agg. di Rossella Pastore]

SULL’INCIDENTE

Alex Zanardi è il primo ospite della serata. “Nei camerini ho visto la Littizzetto. Devo dire che non è malissimo, travestimento a parte”. Risate da parte del pubblico. Zanardi parte dall’inizio, o dai blocchi di partenza… della sua vita. “Ricordo che la mia maestra mi definì ‘impavido’. Allora cercai sul vocabolario cosa volesse dire, e feci di tutto per non smentirlo”. Subito clip riassuntiva, con annesso album dei ricordi. “Guardate tutte queste foto. Almeno la metà di esse è legata alla mia nuova vita”. Per inciso, la sua “nuova vita” è quella con le protesi. “Devo tutto a mia moglie. Lei è una molto pragmatica, non si lascia prendere dalle emozioni. È grazie a lei che ho ricominciato a guidare”. E i fan? Quanto hanno contribuito alla sua rinascita? “Molto. Una volta mi cantarono in coro Nel blu dipinto di blu. Io non lo notai, tanto ero preso dalla gara. Ma quando lo rividi fu bellissimo”. [agg. di Rossella Pastore]

ZANARDI A CHE TEMPO CHE FA

Il campione paralimpico Alex Zanardi sarà ospite da Fabio Fazio nel programma Che tempo che fa, format televisivo targato Rai dal grande successo di pubblico. Zanardi racconterà quali sono le gioie dell’essere un atleta paralimpico, a discapito di quanti possano pensare che questa sia invece una cosa di cui non è possibile rallegrarsi più di tanto. Zanardi però ha dimostrato nell’arco della sua carriera che si può gioire anche di una disgrazia e prendere il meglio da una tragedia che avrebbe abbattuto chiunque. Perdere due gambe e passare da pilota di successo ad essere un disabile non deve essere stato certamente semplice per uno come lui, ma alla fine il bolognese ce l’ha fatta ed è a tutt’oggi riconosciuto come una delle personalità più forti e solari dell’intero ambiente. Le sue vittorie nell’ambito paralimpico non hanno fatto altro che confermare la forza del suo carattere, che nel corso degli anni è stato forgiato da quella terribile esperienza e che oggi può essere anche d’aiuto verso altri che incontrano le medesime difficoltà. Oppure verso i giovani che sono alla ricerca di un modello da imitare.

L’INTERVENTO ALL’UNIVERSITA’ DI PADOVA

Alex Zanardi è stato recentemente invitato a parlare ai giovani all’università di Padova per trasmettergli il buon esempio di sportivo che ce l’ha fatta nonostante tutte le difficoltà. L’incontro è stato organizzato da un professore, Adriano Benedetti, che intervistato da Il Mattino di Padova ha detto: “Crediamo fortemente che Alex Zanardi sia un esempio più che positivo per i giovani di oggi, che spesso risultano più deboli rispetto al passato in molti aspetti della vita. Zanardi è il testimonial giusto.” E, in effetti, l’incontro del pilota con i ragazzi è stato proficuo. Ecco cosa ha detto il campione paralimpico: “E’ un grande privilegio e onore essere qui a parlare con voi. Innanzitutto voglio dirvi che non sono qui per insegnarvi qualcosa ma per condividere la mia esperienza con voi. La vita è strana. L’incidente alla fine si è dimostrato una grandissima opportunità per me visto che senza di esso non sarei mai stato un atleta paralimpico. Esserlo, invece, vuol dire superare tante difficoltà e buttarsi alle spalle tutta quell’esperienza negativa e guardare al futuro.”

PROGETTI FUTURI

L’incontro con i ragazzi dell’Università di Padova è poi proseguito e Zanardi è stato libero di esprimersi a briglia sciolta,parlando un po’ di tutto. “Vorrei essere d’aiuto per questi ragazzi – ha continuato il pilota – perché anche io ho superato tantissime difficoltà e mi piacerebbe poter dare una mano per sostenerli nel superare le loro, anche se so che sono diverse.” Poi, inevitabilmente, il campione paralimpico ha gettato uno sguardo a quello che sarà il suo immediato futuro. A dispetto dell’età che avanza inesorabile, il bolognese ha ancora tanta voglia di competere e di rimettersi in discussione come atleta: “Oramai non sono più giovane, ma proverò lo stesso a fare bene e a provare a vincere il titolo mondiale di paraciclismo. Ho una motivazione in più per farlo perché quest’anno il mondiale si gioca in Italia. Poi ci sarà il Road Daytona 2019, un altro appuntamento a cui non posso assolutamente mancare, dove correrò con BMW. Gli obiettivi sono ancora tanti.” L’incontro con i ragazzi di Padova dunque è stato assai proficuo, con la speranza che possano prendere esempio dalla sua grinta e tenacia.