Non solo gli aspetti della vita privata, alcuni dei quali dolorosi, ma anche la carriera nell’ampio mondo di Carlo Conti, che quest’anno ha passato il testimone all’amico e collega Claudio Baglioni alla conduzione del prossimo Festival di Sanremo. Inizia proprio dalla kermesse canora in partenza tra meno di un mese, la lunga intervista di Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera. Al giornalista, il popolare conduttore Rai ha spiegato con precisione il motivo per il quale quest’anno non lo rivedremo sull’importante palcoscenico dell’Ariston: “Perché devo resettare la testa. Ho ascoltato tremila canzoni in tre anni. Scegliere è durissima”, ha commentato. Nella sua vita, ha ammesso di aver passato solo tre notti in bianco, “quelle prima di annunciare i concorrenti”. Conti ha ammesso di essersi svegliato ripetutamente cantando una canzone che precedentemente aveva scartato. “Se la canto non posso escluderla!”, continuava a ripetersi. E’ stato lui, ad esempio, a scovare Francesco Gabbani: “Quando ho ascoltato Amen ho fatto un salto sulla sedia. Con Occidentali’s Karma, pure. Ma non pensavo potesse vincere”. E fiero può dirsi anche del trio de Il Volo, che ha contribuito a portare il marchio di Sanremo in giro per il mondo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Le accuse della famiglia di Novello Novelli
Carlo Conti ha parlato del suo passato, ma in questi giorni è scoppiata la polemica anche da parte della famiglia di Novello Novelli. L’attore originario di Poggibonsi è scomparso dopo aver collaborato per molti anni con diversi personaggi dello spettacolo che appartenevano alla sua terra, la Toscana. Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni l’hanno voluto salutare sui social network, con la famiglia dell’artista che ha gradito a metà. Le parole sono davvero forti: “A nome mio e di mia madre ringraziamo tantissime persone sincere che hanno portato la loro partecipazione. Ringraziamo però un po’ meno le persone come il signor Leonardo Pieraccioni e il signor Carlo Conti che non si sono fatti più sentire da un decennio, ma hanno diffuso senza alcun diritto una notizia che avremmo gradito mantenere il più possibile riservata“. Staremo a vedere se da loro arriverà una risposta. (agg. di Matteo Fantozzi)
“Io cresciuto senza una lira”
Carlo Conti è sicuramente uno dei conduttori più amati della televisione italiana. Nonostante l’affetto del pubblico, di lui e del suo privato non si è mai saputo molto. Eco perché, in aiuto degli estimatori, è prontamente arrivata la lunga intervista tra le pagine del Corriere della Sera. La chiacchierata del toscano con la stampa, si apre con un ricordo che vorrebbe avere ma che purtroppo, non ha mai avuto: “Vorrei fosse il mio babbo; ma morì quando avevo 18 mesi, e proprio non me lo ricordo”, racconta. Dalla scomparsa prematura del padre al particolare nome della madre Lolette che l’ha cresciuto da sola e si chiama così perché: “Il nonno era andato a vedere un’operetta: la protagonista si chiamava Colette. Tornò a casa e disse alla nonna che aveva trovato il nome per la prossima figlia. L’impiegato dell’anagrafe sbagliò a trascrivere, la C divenne L”. La mamma di Conti è stata forte e determinata, avendo la forza di crescerlo tutta da sola. Scomparsa quando lui aveva 40 anni, il ricordo è sempre vivo, così come la sua gratitudine: “Mi fece da madre, ma soprattutto da padre. Non aveva una lira: aveva speso tutto in cure sperimentali, inutili. Avrebbe potuto gettarsi dalla finestra con me in braccio”.
Carlo Conti si confida: il ricordo del padre e di mamma Lolette
Lolette, ha preferito lottare fino alla fine e dopo aver affrontato la morte del marito ha trovato ugualmente il modo per andare avanti, nonostante il dolore: “Era una donna dura, se necessario – continua Carlo Conti – Un giorno trovai un pacchetto di Muratti Ambassador sul frigo. Mi disse: “Prima che lo facciano gli amici, ho pensato di farti provare io”. Mentre accendevo, aggiunse: “Sappi però che il tuo babbo con il fumo c’è morto”. Cominciai a tossire. È stata la prima e ultima sigaretta della vita”. Lolette lavorava come ostetrica e per sbarcare il lunario faceva anche la donna di servizio e non si è mai fermata. Il conduttore toscano confida di aver visto la madre dedicare la sua intera vita a lui: “A volte penso che se fosse stato il mio babbo a crescermi sarei un uomo diverso. Non mi sono mai sentito sfortunato. Mamma mi ha trasmesso la leggerezza e l’amore per la vita, oltre all’attenzione per chi aveva meno di noi”. L’assenza del padre però, negli anni si è fatta sentire e quando nel 1983 giocando a tennis con l’amico Leonardo Pieraccioni arrivò suo padre per incoraggiarlo: “Venni a rete a raccogliere una pallina, mi voltai indietro, e compresi che io una figura così non l’avevo”. Poi c’è spazio per le risate, come commentare l’incarnato scuro della sua pelle: “Un giorno chiesero a mia madre se ero stato adottato. Mi offesi: “Sono fiorentino purosangue!”. Pensare che mamma sognava una bambina bionda dagli occhi azzurri”.