Al via il nuovo ciclo di film Liberi Sognatori che a partire da oggi, domenica 14 gennaio 2018, impegnerà le prime serate di Canale 5. Il progetto prevede quattro pellicole ed altrettante storie vere, per una produzione che mette in collaborazione Mediaset e la Taodue film. Ogni appuntamento avrà la durata di cento minuti e racconteranno le vicende di quattro grandi nomi della cronaca italiana: Libero Grassi, Mario Francese, Renata Fonte e Emanuele Loi. Storie di semplici cittadini vissuti in un arco di tempo che va dagli anni ’70 fino ai ’90 e che hanno compreso fino in fondo il loro compito all’interno della società italiana, scegliendo la strada del coraggio per rendere il nostro Paese un posto migliore per tutte le generazioni. Lo scotto da pagare a suon di giustizia e verità è stato per tutti e quattro i progagonisti uno solo: la vita. Liberi Sognatori aprirà le danze con il film A testa alta, con un cast composto da Giorgio Tirabassi, Michela Cescon e Diane Fleri. Il progetto di Pietro Valsecchi è stato affidato in questo caso alla regia di Graziano Diana, che avrà il compito di raccontare le vicende di un uomo che ha lottato per mantenere pulita la sua Palermo. Una storia che ci riporterà indietro fino al ’79, data in cui Libero Grassi si ritrova schiacciato dal bos di territorio Francesco Madonia.

LIBERI SOGNATORI, LIBERO GRASSI: DIRETTA –

Davide, figlio di Libero, decide di portare suo padre in barca, che sembra l’unica cosa in grado di farlo rilassare. Arriva il fatidico 29 agosto 1991 e Libero, uscendo di casa per andare al lavoro, viene avvicinato da un uomo con la pistola, il quale gli spara alle spalle proprio sotto casa. La moglie, che sente gli spari, corre giù in strada e lo trova a terra, circondato da motlissime persone. Al funerale molti, orgogliosi del suo coraggio e delle sue azioni, si recano per rendergli onore. Assieme alla moglie e ai figli vediamo molti volti noti: tutte le donne che lavoravano alla sua fabbrica, i suoi collaboratori, i suoi amici, i poliziotti della scorta e molti altri. La fabbrica dopo la sua morte va avanti con tutti, esattamente come prima, ma ora a capo c’è la moglie e i figli. Il 13 dicembre del 1991 l’assassino di Libero è stato arrestato dalla polizia. La voce fuoricampo della figlia racconta come lei e suo fratello hanno deciso di onorare il padre: ogni 29 agosto appendono un cartello fuori di casa e colorano di rosso il pezzo di marciapiede dove è morto. Moltissimi giovani hanno iniziato a sostenere le iniziative e le idee della famiglia Grassi. Questa storia è finita e ora non ci resta che attendere la prossima, domenica prossima 21 gennaio sempre su Canale 5! Questa volta si parlerà di Mario Francese, un giornalista che con le sue parole ha denunciato la mafia e il suo stretto legame con la politica e gli altri vertici della società. (Agg. di Tecla Magnani)

IL MATRIMONIO DI ALICE

I figli di Libero, assieme a loro madre, decidono di organizzare un incontro per discutere della lotta alla criminalità organizzata. Una volta arrivati nella sala però poche persone sono presenti, ma lui decide di parlare lo stesso, sempre con la testa alta e orgogliosa: in questa occasione egli parla della sua speranza in una civiltà della comunicazione che deve diventare una vera testimone della verità! Due mesi dopo Alice si sposa e Libero riesce ad arrivare e ad essere presente, felice per sua figlia e la sua famiglia. Il dottore ha capito che questo silenzio prolungato da parte della famiglia Madonia non è un buon segnale e infatti è proprio così: hanno deciso di ucciderlo. Quando la mattina dopo Libero esce di casa e inizia a guidare, si rende conto che è seguito da una moto. (Agg. di Tecla Magnani)

DA SANTORO

Santoro decide di invitare Libero Grassi a Samarcanda per parlare della sua posizione e delle sue decisioni. Egli parla del consenso: la mafia funziona grazie al “consenso” e se tutti si comportassero come lui la mafia verrebbe meno. Dopo la trasmissione Libero e sua moglie si fanno due passi per Roma e lei gli ricorda un avvenimento di molti anni prima: lui era geloso di un loro vicino di casa che la aspettava ogni giorno fuori di casa e le faceva compagnia quando lei accompagnava a scuola la figlia Alice, così Libero andò lui ad accompagnare la figlia e disse al vicino “Questa cosa deve finire”. Libero non capisce perchè sua moglie gli abbia ricordato propo ora questo episodio e lei gli dice che forse la situazione è cambiata ma lui è rimasto lo stesso, che dice a voce alta “questa cosa deve finire”. (Agg. di Tecla Magnani)

PASQUA INSIEME

Libero decide di scrivere un articolo per un giornale per denunciare le ripetute minacce e richieste di pizzo da parte della famiglia Madonia: molti gli dimostrano la loro vicinanza ma molti altri, come prevedibile, si distaccano da lui per paura. Il prefetto sta dalla sua parte e gli propone una scorta, che però lui fa stare davanti alla fabbrica per difendere i suoi dipendenti. Qualche giorno dopo due uomini dei Madonia sia presentano davanti alla fabbrica dicendo di essere dei controllori e i due poliziotti della scorta, vedendoli da lontano, dicono poi a Grassi che si tratta dei due esattori della famiglia mafiosa. La sera Libero va a cena dalla figlia e si sfoga con lei, raccontandole inoltre che l’inps gli ha imposto 6 miliardi da pagare. Pasqua arriva e Libero decide di invitare tutti i dipendenti insieme ai loro compagni: in questa occasione egli ricorda a tutti perchè sta portando avanti la sua lotta e dice anche che c’è un altro commerciante che sta seguendo il suo esempio. (Agg. di Tecla Magnani)

LA RAPINA ALLA FABBRICA

Libero Grassi continuò a rifiutarsi di pagare il pizzo e questo ebbe delle ripercussioni molto gravi: iniziò ad avere problemi con la banca e con i sindacati. I suoi amici e i suoi collaboratori iniziarono a dirgli che gli conveniva pagare e che del resto tutti pagavano a Palermo: lui però si sentiva come se, pagando, sarebbe venuto meno a tutti i suoi principi e valori. La famiglia Madonia continua a tempestare il dottore di chiamate e visite per convincerlo a pagare ma, data la sua decisione a non sottomettersi e a non essere complice del malaffare di Palermo, il boss invia un gruppo di suoi scagnozzi per fare una rapina durante l’orario di lavoro. Nonostante il palese avvertimento, Libero Grassi decide di non sottomettersi e questa volta anche i suoi dipendenti più ostili all’ostinazione nel non pagare si convincono della sua posizione e decidono di andare con lui dalla polizia. La polizia arresta i responsabili della rapina ma avvisa Grassi del pericolo che corrono. (Agg. di Tecla Magnani)

RICHIESTA DEL PIZZO

“A testa alta”, minifilm in memoria di Libero Grassi, inizia con una voce di donna: è la figlia di Grassi che racconta la storia di suo padre, partendo dalla sua fabbrica. Questa azienda inizialmente si trovava in un’altra città, ma poi è stata spostata a Palermo ed è proprio qui che sono iniziati i problemi. Erano per lo più donne che lavoravano nell’azienda Sigma, tutte molto giovani e belle. Uno dei primi giorni di lavoro nella nuova sede, all’uscita dal lavoro, il dottor Grassi viene avvicinato da un tal Stefano Bonavia ed egli capisce subito che qualcosa non va in lui: l’uomo la prende alla larga, affermando di essere un grande cliente della sua azienda e poi gli arriva a chiedere 5 milioni per “i più bisognosi”. Il dottore prende tempo e ne parla con uno dei suoi collaboratori: egli gli dice che già dove si trovavano prima avrebbero dovuto pagare il pizzo, ma che un uomo a loro legato aveva fatto da parafulmino. Qualche sera dopo sparì il cane da guardia e fu trovato qualche tempo dopo davanti alle porta della fabbrica agonizzante, cosa che fece subito capire a Grassi che si trattava di un avvertimento. (Agg. di Tecla Magnani)

“A TESTA ALTA”

Si avvia ora su Canale 5 il primo film del ciclo “Liberi sognatori” dal nome “A testa alta”. Ad avviare questa serie di brevi film dedicati alla lotta alla mafia vi è la storia di Libero Grassi, un imprenditore palermitano che si è opposto alla richiesta del pizzo fattagli da Cosa Nostra. Lui, come molti altri, alcuni più conosciuti altri meno, ha avuto il coraggio di rispondere “a testa alta” appunto, pagando poi con la propria vita. Il cast di questa sera vede protagonista nei panni di Grassi Giorgio Tirabassi, assieme a Michela Cescon e Diane Fleri, guidati dalla regia di Graziano Diana. La serie andrà avanti per altre tre settimane con le storie di altre tre persone: Mario Francese, Renata Fonte e Emanuela Loi. I film prenderanno il nome rispettivamente di “Delitto di mafia”, “La scelta” e “Una donna contro tutti”. (Agg. di Tecla Magnani)

LIBERI SOGNATORI: GLI ALTRI APPUNTAMENTI

Il secondo appuntamento sarà con Delitto di mafia e il cast composto da Marco Bocci, Claudio Gioè e Romina Mondello, guidati dal regista Michele Alhaique. Sarà la morte di Mario Francese, il giornalista de Il Giornale di Sicilia, a permettere a Cosa Nostra di continuare la sua corsa verso la frattura dello Stato. Grazie alla sua penna aveva messo in risalto i Corleonesi e la loro avidità, decisi a privare Palermo di ogni possibile futuro. E così Francese decide di denunciare pubblicamente la rete di amicizie che unisce con un filo rosso gli alti vertici della mafia a quelli della politica, una scelta che lo porterà alla morte e che spingerà il figlio Giuseppe a raccogliere il testimone lasciato dal padre, una pesante eredità che gli ha regalato al tempo stesso sete di giustizia.

Il terzo film sarà La scelta, diretto da Stefano Mordini e con Greta Scarano, Ivana Lotito, Riccardo Scamarcio e Lorenza Indovina. E’ la storia di Emanuela Loi, una ragazza rimasta uccisa nell’attentato al giudice Paolo Borsellino, in cui persero la vita i quattro colleghi della scorta. La prima donna poliziotto ad aver perso la vita in missione, uccisa da una mafia che non conosce pietà e vergogna. La pellicola si occuperà di affrontare un viaggio all’interno della sua vita, dai suoi iniziali sogni di diventare insegnante fino alla scelta di entrare in Polizia, a cui è seguito l’incarico presso il Commissariato di Palermo Libertà.

Una donna contro tutti accenderà invece le luci su Renata Fonte, grazie alla regia di Fabio Mollo e ad un cast composto da Marco Leonardi, Augusto Zucchi e Cristiana Capotondi. Nella sua Nardò, Renata è l’unico membro femminile del consiglio comunale ad aver dovuto pagare il suo impegno per la società con la sua stessa vita. Viene uccisa nella sua cittadina nel marzo dell’84, che mette la parola fine ad una vita fatta di lotta e solitudine. Decisa ad affrontare ogni fatica per impedire che le due figlie crescano in una comunità ormai stravolta rispetto alle sue origini.