Lapo Elkann, rampollo di casa Agnelli, in un’intervista concessa al Corriere della Sera, ha parlato apertamente anche di argomenti delicati della sua vita. Uno tra i più importanti è sicuramente quello del rapporto e dei problemi avuti con le sostanze stupefacenti: “E questo è un messaggio che voglio dare a tanti: le sostanze possono abbagliarti ma sono il peggiore amico che puoi avere, perché ti allontanano da tutto. Con loro ho combattuto battaglie terribili, e ho ottenuto la più grande vittoria della mia vita”. Lapo Elkann dice di essersi avvicinato alla cocaina perchè pensava fosse glam per poi scoprire che è solo da ‘sfigati’. L’incontro con due grandi medici, Lorenza Bolzani e Gallimberti e Bonci, che hanno inventato un sistema chiamato Tms, che agisce sul cervello e allontana il craving, la voglia, ha cambiato la sua vita. Grazie a loro è riuscito ad uscire dal tunnel e ritrovare la luce.
LE DONNE PIU’ IMPORTANTI DELLA SUA VITA
Il rampollo di casa Agnelli aspetta la donna giusta per costruire una bella famiglia. Le donne più importanti della sua vita, Martina Stella e Bianca Brandolini, hanno segnato la vita di Elkann: “Ho amato due donne moltissimo: alla follia Martina Stella che ora è una carissima amica e sono contento di vederla felice sposata e con figli. Lo merita. E sono stato molto innamorato di Bianca. Con loro ho costruito e distrutto. Martina è stata la prima che ha cercato di farmi uscire dalle sostanze. Ma avevo paura di legarmi per la mia diffidenza con le donne, dovuta forse al rapporto non facile con mia madre. Sempre tanti dubbi e quell’ossessione per la perfezione, che non esiste”.
LE VIOLENZE SUBITE DA PICCOLO
Delicato il passaggio sulle violenze subite da piccolo in collegio: “L’umiliazione di essere abusato ti porta a nasconderlo e ti senti colpevole perché è successo. – confessa Lapo Elkann – È una violenza incommensurabile che ti trascina nel meccanismo di autodistruzione: canne, alcol, cocaina, prostitute per non sentire il dolore dentro. Anestetizzarlo a tutti i costi, questo solo contava. Nessuna gioia o divertimento. Solo squallore e tristezza. Ne parlavo con il mio migliore amico, Thomas, che si è ucciso: aveva avuto un problema come il mio e non lo ha mai affrontato. Io, nella disperazione, ho voluto combattere, senza mollare. E sono uscito alla luce”.