C’è grande curiosità intorno a “The Assassination of Gianni Versace”, la seconda stagione di “American Crime Story”, che arriva in Italia oggi – venerdì 19 gennaio – su Fox Crime e che racconta la tragica morte dello stilista italiano, il 15 luglio del 1997 a Miami. La famiglia Versace ha preso le distanze dal lavoro di Ryan Murphy e in un comunicato stampa ha fatto sapere di non aver autorizzato né di aver avuto alcun coinvolgimento nella serie. Anche Antonio D’Amico, storico compagno di Gianni Versace, ha avuto qualcosa da ridere. Lo stilista pugliese, oggi 58 anni, non ha apprezzato la foto pubblicata su diversi siti web con Ricky Martin (che interpreta D’Amico) che in ginocchio stringe tre le braccia il corpo insanguinato dello stilista calabrese (interpretato da Edgar Ramirez): “Ricky Martin che tiene in braccio il corpo senza vita di Gianni è una scena ridicola. Sembra la Pietà di Michelangelo con il corpo di Gesù nelle braccia di sua madre dopo la crocifissione. Forse è la licenza poetica del regista, ma non è così che ho reagito”, ha spiegato l’ex compagno di Versace in una lunga intervista all’Observer.



LA MORTE DI VERSACE E LA DEPRESSIONE

Quella mattina del 15 luglio 1997, fu D’Amico a trovare il copro del compagno dopo aver udito gli sparì mentre beveva caffè sulla veranda della casa di Miami Beach: “Mi si gelò il sangue nelle vene. Ho visto Gianni sdraiato sui gradini con molto sangue intorno a lui. In un attimo vidi tutto nero attorno a me. Mi spinsero via e non ricordo più che è successo”, ha raccontato D’Amico sull’inserto domenicale del Guardian. Gianni Versace fu ucciso da Andrew Cunanan, un ragazzo di 27 anni che aveva ucciso almeno altre quattro persone prima dello stilista: “Si è scritto e si è detto così tanto dell’omicidio. Migliaia di ipotesi e nessuna che svelasse un briciolo di verità. Gianni e l’uomo che l’ha ucciso non si erano mai conosciuti prima”, ha voluto precisare l’ex compagno dello stilista. Dopo la morte dello stilista, D’Amico è sprofondato in una lunga depressione: “La morte di Gianni mi ha spezzato in due. Al diavolo soldi e case. Nulla ha avuto più importanza”. Nel suo testamento, infatti, Versace aveva lasciato al compagno (con cui faceva coppia dal 1982) una pensione mensile a vita di 50 milioni di vecchie lire e la possibilità di vivere in una qualunque casa da lui posseduta in Italia o negli Usa. Non sono mancati dissapori con i parenti di Versace, con cui D’Amico si è poi accordato con la famiglia Versace per ricevere solo metà delle mensilità prevista dal compagno e di non vivere in nessuna casa dello stilista. Infine Antonio D’Amico ha voluto precisare che Gianni Versace non ha mai nascosto la sua omosessualità: “Abbiamo vissuto come una coppia normale. Non avevamo mai problemi. Gianni non ha mai cercato di nascondere chi fosse”.

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