L’INTERVISTA

Tra Drupi e Orietta Berti c’è feeling. Lo capiamo sin dalle prime battute, che Giampiero Anelli dedica al suo amore platonico: “Devo ammettere che è il mio sogno proibito. Con tutto il rispetto per Osvaldo, sia chiaro”. È una dichiarazione d’amore in piena regola: il pubblico ridacchia, la Berti è interdetta. O quasi: c’è tempo per un’uscita delle sue. “Le sue canzoni piacciono molto alle donne”. Ma va? Si accenna alla gaffe di Domenica In: “E allora? Luciana Littizzetto ne dice di ogni, eppure non avete nulla in contrario”. Sì, ma il contesto (e l’orario) erano un po’ diversi, e Lucianina è pagata per questo. In ogni caso: “È vero che hai rifiutato una laurea ad honorem?”. “Sì. Oltretutto era in Lettere, e io l’italiano lo so a malapena”. Fazio replica: “Sei una delle poche persone che conosco ad averlo fatto”. [agg. di Rossella Pastore]



DRUPI A CHE TEMPO CHE FA

Il nome di Drupi non è di certo sconosciuto al pubblico italiano, ma di recente si è messo in luce a causa di una frase infelice che ha spinto la conduttrice di Domenica In a tirargli le orecchie. Il cantautore ha infatti pronunciato una parolaccia che ha infastidito la timoniera del programma di Rai 1, la stessa a cui il pubblico ha risposto con una risata. Tanto è bastato perché il nome di Drupi risaltasse sulle pagine di cronaca delle testate nazionali, soprattutto per la reazione avuta da Cristina Parodi. Questa sera, domenica 21 gennaio 2018, Drupi sarà fra gli ospiti di Che tempo che fa, il programma di Rai 1 condotto da Fabio Fazio. Sono trascorsi 45 anni dalla sua prima partecipazione al Festival di Sanremo, grazie al brano pop Vado via, e già allora, per sua stessa ammissione, si sentiva vecchio. Un debutto reso possibile grazie al ruolo di frontman della band Le Calamite e con cui l’artista pavese è riuscito ad entrare nell’Olimpo della musica leggera italiana. 



DRUPI: IL NUOVO DISCO

Sono trascorsi pochi mesi dal 70esimo compleanno di Drupi, nome d’arte di Giampiero Anelli ed assente dalle scene musicali da quattro anni. E’ trascorso molto tempo dalla pubblicazione del suo ultimo album “Ho sbagliato secolo“, l’unico doppio disco della sua fervente carriera ed il 19esimo che lo vede in qualità di interprete e scrittore di testi. Protagonista di diverse edizioni del Festival di Sanremo, ha raccontato a Domenica In il suo confronto con un palco così importante, nonostante l’insuccesso registrato proprio al suo personale debutto all’Ariston, che lo fece scivolare fino all’ultima posizione. Eppure questo piccolo inciampo non è servito perché Drupi si fermasse di fronte al proprio sogno, come testimoniano le sette partecipazioni che conta sul palco di Sanremo. Diversa invece l’accoglienza ricevuta nell’Est Europa, grazie a concerti in cui il cantautore è riuscito a raccogliere un pubblico importante dal punto di vista numerico. Uno dei suoi vanti rimane l’esibizione a Praga, presso piazza dell’Orologio, location che fino a quel momento aveva vissuto la performance dei soli Rolling Stones. 



LA CARRIERA

Nato nell’agosto del ’47 con il nome di Giampiero Anelli, Drupi debutta grazie all’etichetta Ariston Records ed al suo 45 giri come vocalist de Le Calamite. Nei primi anni ’70 decide di lavorare alla Dischi Ricordi con quello che sarà il suo eterno pseudonimo e con cui debutta nel ’73 al Festival di Sanremo grazie ad un brano scritto da Luigi Albertelli e Enrico Riccardi, dal titolo Vado via. Il flop registrato in questo momento è così significativo che l’artista valuta la possibilità di abbandonare lo scenario musicale, ipotesi annullata dal successo registrato in fase di vendita dalla sua canzone, sia nel nostro Paese che in Francia. Le hit successive lo vedrano cavalcare i mercati europei, per brani come Piccola e fragile e Due, che gli permetterà di vincere il Festivalbar nel ’75. Dopo essere arrivato terzo alla kermesse nell’82 grazie al brano Soli, pubblica due anni più tardi la sua Regalami un sorriso e partecipa in seguito a quasi tutte le edizioni sanremesi, di cui si ricorda quella del ’95, in cui sale sul palco con un brano prodotto da Toto Cutugno e dal titolo Voglio una donna.