Mario Francese fu ucciso dalla mafia a colpi di pistola la sera del 26 gennaio 1979 in viale Campania, a Palermo. Venerdì prossimo davanti al cippo che ricorda quel tragico delitto si terrà una cerimonia di commemorazione, organizzata dall’Unci. Saranno presenti la vedova Maria Sagona, i figli Giulio, Fabio e Massimo. Interverranno il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e i vertici dell’Assostampa regionale. Come riportato dall’AdnKronos, anche a Siracusa, città dove il giornalista nacque nel 1925, la sezione locale Unci ricorderà Mario Francese con un evento pubblico che si svolgerà nel giardino pubblico di piazza Leonardo da Vinci. «Sulle pagine del Giornale di Sicilia ha raccontato con dovizia di particolari l’ascesa del clan mafioso dei corleonesi che, dalle campagne della Sicilia interna, si addentrava nella Palermo degli anni ’70 dove le cosche erano interessate ai grandi appalti pubblici e ai traffici di droga internazionali», ha dichiarato Leone Zingales, vicepresidente nazionale dell’Unci. «Fu il primo a capire, scavando negli intrighi della costruzione della diga Garcia, l’evoluzione strategica ed i nuovi interessi della mafia corleonese», ha ricordato il figlio Giulio Francese. Per Andrea Tuttoilmondo, presidente dell’Unci Sicilia, ricordare Mario Francese vuol dire «ricordare la nostra storia. Il suo straordinario esempio d’intuito giornalistico, di lealtà e di coraggio resiste al trascorrere del tempo offrendo, oggi più che mai, un eccezionale paradigma di riferimento per tutti quei cronisti che quotidianamente, nel nome dell’amore per questa professione, si ritrovano a sfidare ogni tipo di ostilità». (agg. di Silvana Palazzo)
IL SUICIDIO DEL FIGLIO CHE AVEVA DEDICATO LA VITA A…
Mario Francese è stato protagonista della fiction Liberi sognatori – Delitto di mafia che sta per terminare su Canale 5. Andrebbe raccontata però anche la storia del figlio Giuseppe Francese. Questi infatti aveva perso il padre quando era molto giovane ed era diventato anche lui in suo onore giornalista presso il Giornale della Sicilia. Per anni Giuseppe Francese si era speso per scoprire chi aveva ucciso il padre Mario Francese. Indagini che lo avevano portare a fare una ricostruzione passo passo di quella giornata in cui l’uomo era stato ucciso a colpi di pistola fuori da casa sua. Nel 2002 però Giuseppe Francese si è suicidato quando aveva appena trentasei anni per motivi ancora da capire ma probabilmente legati anche alla scomparsa del padre. (agg. di Matteo Fantozzi)
L’INTERVISTA ALLA MOGLIE DI TOTÒ RIINA
La seconda puntata della fiction di Canale 5 Liberi sognatori – Delitto di mafia è interamente dedicata a Mario Francese. Il giornalista siciliano ha lottato tutta la vita contro la mafia fino a che fu ucciso davanti a casa sua da alcuni colpi di pistola in circostanze da decifrare. Mario Francese era stato l’unico giornalista a intervistare la moglie del mafioso Totò Riina. Inoltre fu tra quelli che si sbilanciò sull’omocidio di Cosimo Cristina come delitto della mafia. Si occupò in carriera della strage di Ciaculli, del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e di molti altri casi scottanti. Per il suo assassino sono stati condannati lo stesso Totò Riina insieme a Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Bernardo Provenzano, Michele Greco e Leoluca Bagarella che è stato l’esecutore materiale dell’omicidio. Staremo a vedere come il pubblico commenterà alla fine della puntata sui social network. (agg. di Matteo Fantozzi)
UNA LOTTA SERRATA CONTRO LA MAFIA
Mario Francese è stato uno dei più noti giornalisti del secolo scorso, famoso per aver impostato tutta la propria carriera professionale ad una lotta serrata alla mafia. Siciliano, Mario Francese nacque a Siracusa il 6 febbraio 1925, terzo di quattro figli. Gran parte dell’adolescenza il giornalista la passa nel suo paese natale, salvo poi trasferirsi a Palermo dove frequenta il liceo classico. Una volta terminati gli studi liceali, Francese si iscrive all’Università e precisamente ad Ingegneria. Nonostante gli studi, comunque, decide lo stesso di voler ottenere la stabilità economica ed è qui che iniziano le sue prime collaborazioni giornalistiche di rilievo. Gli esordi si devono a una realtà importante come l’Ansa, che lo assume in qualità di telescriventista negli anni Cinquanta. Il contato con l’Ansa fa nascere in lui la passione per un mestiere bello e affascinante come il giornalismo e, infatti, poco dopo verrà assunto dal giornale ‘La Sicilia’. Nonostante questo primo approccio importante, però, la stabilità economica per Mario Francese non arriva e dovendo mantenere una moglie e quattro figli, decide di farsi assumere dalla Regione Sicilia come ufficio stampa dell’assessorato ai Lavori pubblici.
MARIO FRANCESE, L’APPRODO A IL GIORNALE DI SICILIA
Nonostante avesse finalmente raggiunto quello che cercava, e cioè un benessere economico importante (per le sue capacità Mario Francese sarà nominato capo ufficio stampa dell’assessorato ai Lavori pubblici della regione), il giornalista siciliano decise di abbandonare il posto fisso per lavorare come reporter per Il Giornale di Sicilia. Nel frattempo, nel 1968, in concomitanza con l’approdo al Giornale di Sicilia, diventa giornalista professionista. Qui comincia la sua carriera vera e propria, dove si specializza in casi giudiziari a stampo mafioso, essendo Francese un intelligente e acuto osservatore della realtà a lui circostante. Iniziano quindi le prime grandi interviste: il siciliano parla con Ninetta Bagarella, la moglie del boss Totò Riina. Ma non solo: si occupa anche di scottanti casi di cronaca mafiosa come, ad esempio, la strage di Ciaculli, oppure l’omicidio del Colonnello Russo. Sono anni roventi questi per Mario Francese che diventa senza ogni dubbio la prima firma del Giornale di Sicilia. Allo stesso tempo, però, il suo nome comincia a infastidire i vertici della Mafia e di Cosa Nostra.
L’OMICIDIO
Un giornalista del genere non poteva certo fare piacere a boss mafiosi del calibro di Totò Riina e Bernardo Provenzano. La sua voce fuori dal coro, irriverente e scomoda, doveva essere in qualche modo tolta di mezzo per evitare guai più grossi. E, purtroppo, fu proprio quel che accadde: il 16 gennaio del 1979, a Palermo, fu assassinato da tre colpi di pistola. In un attimo, quindi, il giornalista che aveva fatto tremare la Mafia non c’era più: Mario Francese era stato assassinato. Il suo assassinio fece da apripista a tanti altri omicidi mafiosi (uno su tutti: Piersanti Mattarella) ma, incredibile ma vero, la sua vicenda rimase ignorata per molto tempo, al punto che venne addirittura archiviata. Un gesto incredibile, a pensarci oggi. Dopo una serie di lotte e battaglie, la questione si risolse solamente nel 2001, quando finalmente i mandanti e gli esecutori vennero puniti. Per l’assassinio di Mario Francese pagarono Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Francesco Madonia, Leoluca Bagarella e Raffaele Ganci. Il movente dell’omicidio, ovviamente, fu lo strenuo impegno del giornalista nello smascherare il vergognoso sistema mafioso.